Saturday, December 22, 2007

Il blog chiude per ferie. Tanti auguri ( scomodi ! ).

Il blog chiude per ferie e ne approfitto per fare a tutti i visitatori i migliori auguri di Buon Natale , riprendendo le parole di un grande educatore , un grande uomo capace di andare controcorrente per difendere i propri valori : Don Tonino Bello. I nostri ragazzi avrebbero tanto bisogno di figure così coerenti e coraggiose.

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!

Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.

Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.

Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.

Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.

I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.

Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.

I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora,

vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.

E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.

Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
Don Tonino Bello

Wednesday, December 12, 2007

Libri Calcio : La preparazione fisica ottimale del calciatore

Ero alla ricerca di un testo per ampliare e approfondire gli appunti di teoria e metodologia dell'allenamento presi al corso di allenatore di base : se c'è qualcosa che l'università mi ha insegnato è che a rileggere dopo qualche anno gli appunti scritti in fretta e furia su un block-notes non si cava un ragno dal buco!

In attesa che esca il libro del Prof. Cannavacciuolo , mi sono indirizzato su La preparazione fisica ottimale del calciatore di Jurgen Weineck, versione specifica per il calcio de l'allenamento ottimale , opera omnia dello stesso autore.

Me ne avevano parlato molto bene e , adesso che mi è arrivato a casa , non posso che confermare : la teoria è trattata con molto rigore ma è allo stesso tempo comprensibile per chiunque , non mancano le esercitazioni pratiche e , soprattutto , per ogni capacità condizionale affrontata ( velocità , resistenza , forza , flessibilità ) c'è un capitolo specificamente dedicato al suo allenamento ( o non allenamento ) in età infantile e giovanile.

Unico neo è la data di stampa , che risale al 1996 : alcune statistiche sono un po' vecchiotte ; un esempio sono gli studi sul modello prestativo del calciatore , che fanno riferimento a campionati di fine anni '80 .. oggi probabilmente le percentuali di tempo trascorso da ciascun giocatore correndo a ritmi elevati sono ancora più elevate.

Se quando avrò sistemato gli appunti in formato elettronico dovesse venirne fuori un buon lavoro , che possa essere utile anche ad altri frequentatori di questo blog , magari li renderò disponibili per il download : del resto già ai tempi dell'università feci qualcosa del genere con un altro mio sito , che mi servì sia per imparare le nozioni dell'html che per mettere da parte qualche soldo per pagarmi gli studi.

Friday, November 30, 2007

Settore giovanile ( agonistico ) : uomo o zona ?

Suggerisco nel forum una discussione su questa combattuta questione , con tanto di sondaggio. Emblematici di quanto la questione sia lontana dal pervenire ad una soluzione univoca e condivisa ( che probabilmente , e diciamo anche per fortuna , non esiste .. in fondo è il bello del calcio ) sono due autorevoli pareri emersi al corso di allenatore di base:

- secondo mister Selvaggi sarebbe auspicabile cominciare a insegnare la zona sin dagli esordienti , perché solo così tutti gli 11 giocatori in campo partecipano alla costruzione dell'azione;

- secondo mister Ulivieri anche suggerire solamente un raddoppio è deleterio da parte dell'allenatore di settore giovanile , perché si semplifica troppo il compito al difensore , che invece per poter emergere in prima squadra deve saper svolgere l'1c1 ad occhi chiusi.

Si tratta di due posizioni antitetiche , a mio parere in medio stat virtus; le obiezioni che mi sento di portare ai patiti della zona precoce sono le seguenti :

1) se fino ai pulcini ci viene insegnato che non dobbiamo proporre situazioni che vanno oltre il 2c1 o il 3c2 , perché l'orientamento spazio-temporale non è ancora sviluppato al punto da poter seguire troppi punti di riferimento , proporre la zona fin dall'anno successivo sarebbe un salto troppo grande ( da massimo 2-3 punti di riferimento a 14-15 , considerando gli 11 compagni e gli avversari che occupano la propria zona di competenza e le zone limitrofe).

2) l'insegnamento della zona richiede di dedicare un sacco di tempo negli allenamenti alla tattica collettiva , per di più in fase di non possesso palla , mentre negli esordienti e giovanissimi lo spazio preminente va riservato alla tecnica di base e alla tattica individuale;

3) l'osservazione che solo nella marcatura a zona tutti i giocatori partecipano alla costruzione dell'azione è vera solo se pensiamo alla marcatura a uomo degli anni '70 : "Devi seguirlo anche in bagno" , ci dicevano! Poteva quindi capitare che al momento della riconquista della palla il marcatore si trovasse dietro al proprio uomo in chissà quale zona del campo ed è chiaro che fosse tagliato fuori dal partecipare all'azione.

Oggi per fortuna nessuno marca a uomo in questo modo ; sono necessari pochi accorgimenti per far si che , anche marcando a uomo , tutti partecipino all'azione in fase di possesso palla : concentrazione in ampiezza , concentrazione in profondità , elastico difensivo di uno dei marcatori centrali.

La concentrazione in ampiezza o sul lato forte significa che se l'uomo che si deve marcare stazione sulla linea laterale destra e la palla è nei pressi della linea laterale sinistra è inutile seguirlo fin là : è sufficiente accentrarsi ponendosi in modo da coprire la traiettoria palla-uomo e uomo-porta. La concentrazione in profondità è il concetto comunemente detto della squadra corta e significa che quando si è in possesso palla si partecipa alla costruzione dell'azione e ci si disinteressa dell'uomo da marcare , salendo e lasciandolo in fuorigioco . L'elastico difensivo praticato dal libero significa che questi in fase di possesso palla ( o in fase di non possesso con palla coperta ) gioca in linea con gli altri difensori, mentre in caso di palla scoperta si stacca quei 5 metri necessari a non rimanere impreparati sui lanci lunghi avversari.

Questi sono gli accorgimenti che ho adottato nella categoria giovanissimi e come me li adottano molti altri : sono mutuati dalla zona e questo basta a qualcuno per parlare di "zona mista". Personalmente non mi sento di chiamarla zona mista , è semplicemente una marcatura a uomo modificata per migliorare nella fase di costruzione dell'azione : la concentrazione permette , una volta riconquistata palla , di essere tutti abbastanza vicini all'azione da poter partecipare ; inoltre il fatto di essere sufficientemente vicini facilita la costruzione dell'azione con passaggi e smarcamenti , piuttosto che con lanci lunghi e azioni personali insistite.

Non ho mai allenato gli allievi , ma se un giorno dovesse capitarmi penso che quella sia la categoria ideale in cui poter iniziare ad applicare la zona : gradualmente e solo quando il concetto di marcatura individuale dimostra di essere stato ben recepito; se i 3 principi sopra esposti ( concentrazione sul lato forte , squadra corta ed elastico difensivo ) sono stati proposti nella categoria precedente è sufficiente che i difensori imparino a scalarsi le marcature per avere una "zona di fatto" : potrebbe essere l'obiettivo per il primo anno di allievi.

Nel 2° anno di allievi , dopo questo lungo percorso , si potrebbe passare a sviscerare tutte le possibili situazioni ( 3c2 , 4c3 , 6c4 , 11c6 ecc ecc ) e svolgere i classici esercizi che spopolano nei libri di didattica della zona. Proporli già nel 1° anno di giovanissimi ( o addirittura negli esordienti ) , quando ancora i ragazzi non sanno neanche marcare a uomo e fanno fatica a seguire anche un solo punto di riferimento , secondo me è solo controproducente. Se poi si allenano gli esordienti dell'Inter , contro i quali ci è capitato di fare un'amichevole lo scorso anno , è ovvio che tutto è possibile!

Monday, November 26, 2007

Veri campioni : Julio Gonzalez

Non ho intenzione di rubare il lavoro agli amici del sito educalcio.it , ma rovistando su youtube alla ricerca di video calcistici mi sono imbattuto in una storia che merita di essere raccontata , quella del calciatore paraguaiano ex Vicenza Julio Gonzalez. Mi è subito venuta in mente , per associazione , la storia di Kirk Kilgour ed ho così avuto l'idea di inaugurare la sezione del blog "veri campioni" ( a Kilgour sarà dedicato un prossimo post ).

Il termine campioni non è scelto a caso , perché nel dizionario della lingua italiana ( De Mauro - Paravia ) fra le varie accezioni ha sia il significato di atleta particolarmente bravo e di grande fama ( sostenere il proprio c. è una squadra di campioni ) , che quello di chi difende, sostiene una causa, un ideale ( c. della fede, c. della libertà ).

Questa è la storia , tratta dal sito kataweb.it/sport :

ASUNCION - Un sogno che sembrava impossibile e che si avvera. A due anni dal terribile incidente automobilistico in seguito al quale subì l'amputazione del braccio sinistro, Julio Gonzalez torna a giocare una gara da professionista. L'ex giocatore del Vicenza è tra i convocati del Tacuary, che affronta l'Olimpia per la nona giornata del torneo Clausura in Paraguay. L'annuncio della convocazione e dell'impiego del giocatore è arrivato dal presidente del Tacuary, Francisco Ocampo, il quale ha spiegato come il l'attaccante scenderà in campo senza la protesi al braccio. "Ho passato momenti molto difficili nella mia vita, ma non ho mai smesso di credere in Dio che ora mi dà un'altra volta l'allegria e la possibilità di fare quello che più mi piace: giocare a calcio", queste le parole di Gonzalez.

Tanta terapia e soprattutto tante delicate operazioni dopo le quali gli era stato detto che per lui il calcio era un capitolo chiuso. Ma la fede in Dio e la forza di volontà ne hanno permesso il ritorno in campo, con il Tacuary che nel giugno scorso lo ha messo sotto contratto. Per Gonzalez si tratta di un ritorno, avendo giocato nel club prima di arrivare in Europa: "La mia famiglia mi ha appoggiato in tutto ed io ho fatto tutto quello che era possibile per realizzare questo sogno. Nella vita di tutti i giorni uso un braccio ortopedico, ma sono preparato per giocare senza. In Italia sono stato un anno in un centro di riabilitazione e questo mi ha aiutato molto. Sono grato al Tacuary e a Francisco Ocampo, perchè sin dall'inizio hanno fatto di tutto perchè io potessi tornare a giocare. La vita è tanto bella, e ancora di più se uno pensa che qui ed in tutto il mondo ci sono problemi. Per questo motivo, la speranza e l'allegria non si devono mai perdere".


E questo è il video dal sito gazzetta.it :

Friday, November 23, 2007

Tecnica di Base e Tecnica Applicata ( o Tattica individuale )

Mi è capitato spesso in questi due anni di esperienza da istruttore di provare a calarmi nei panni dei ragazzi che alleno e così mi sono trovato talvolta nella paradossale situazione di analizzare il mio trascorso da calciatore con occhio da allenatore.

A lacune che mi erano note a suo tempo ( prima su tutte una scarsa tenuta atletica , soprattutto una pessima resistenza alla velocità ; ero per dirla con l'appellativo di un mio amico "lo spadino Robbiati dei poveri" perché davo il meglio sulla distanza dei 25-30 minuti , terminato il bonus di sprint e dribbling tanto valeva che mi sostituissero , non a caso le migliori le ricordo partendo dalla panchina), mi sono accorto che ero in possesso di una buona tecnica di base ma non mi hanno mai insegnato davvero bene la tecnica applicata ( ovviamente parlo di settore giovanile , perché una volta arrivati in prima squadra il dado è tratto).

In termini formali la tecnica applicata è l’insieme degli accorgimenti che rendono la tecnica di base utile, redditizia ed economica. Per farla breve la tecnica applicata è l'uso della tecnica di base in presenza dell'avversario e dei compagni : richiede la diversificazione del gesto in base alla situazione di gioco , pertanto presuppone un pensiero tattico ed è il motivo per cui viene detta anche tattica individuale.

Calciare è ad esempio un gesto della tecnica di base ( gli altri sono ricevere , guidare , contrasto , colpo di testa , rimessa laterale poi c'è la tecnica del portiere ) : passando alla tecnica applicata il calciare si diversifica in "tirare" e in "passare" a seconda della situazione. La ricezione è tecnica di base : il controllo e la difesa della palla sono tecnica applicata perché la ricezione va orientata in funzione dei compagni e degli avversari.

Come un genitore che cerca di dare ai propri figli quello che non hanno mai avuto , così negli allenamenti io mi soffermo molto su questo aspetto : 10-15' al massimo per eseguire analiticamente il gesto tecnico poi subito l'avversario ( prima passivo , poi attivo ) , cercando di riproporre il maggior numero possibile di situazioni che si possono incontrare in partita.

Una situazione lampante di "tecnica NON applicata" che abbiamo analizzato in allenamento è quella in cui è incappato A.F. in questo video :


L'analisi ci è stata molto utile per affrontare la ricezione a seguire (di controbalzo) : dei 4 possibili modi in cui poteva essere eseguita la ricezione a seguire ( interno dx , interno sx , esterno dx , esterno sx ) due ( esterno sx e interno dx ) avrebbero permesso ad A.F. di trovarsi solo solo davanti al portiere perché disponeva di almeno due metri di vantaggio dal diretto avversario . Malaguratamente A.F. ha scelto di ricevere la palla proprio interno sx , allontanandosi dalla porta e avvicinandosi all'avversario , vanificando i due metri di vantaggio che si era conquistato con un bello smarcamento in una bella azione ( che era iniziata proprio da lui che era venuto a fare la sponda e si era liberato in profondità per ricevere il passaggio in 5° battuta ).

Tuesday, November 20, 2007

Tesina di Teoria e Metodologia dell'Allenamento - Corso Allenatore di Base

Pubblico la tesina relativa all'insegnamento di Teoria e Metodologia dell'Allenamento tenuto dal Prof. Fausto Cannavacciuolo al corso di allenatore di base di Filottrano.

Trattasi di una tesina di gruppo , quindi prima della pubblicazione ho provveduto ad avvisare i compagni di corso cui "spetta parte del copyright" : ne approfitto per salutarli qualora dovessero capitare da queste parti. A quando la famosa cena post-diploma?

Tuesday, November 13, 2007

Allenatore vs Istruttore.

E' uscito il comunicato sul sito del settore tecnico che conferma l'abilitazione per tutti i corsisti di Filottrano.

Da oggi potrei quindi dirmi allenatore , anche se preferisco continuare a pensarmi come un'istruttore ( o alleducatore se vogliamo riprendere il sottotitolo del blog ) : il termine allenare mi ricorda più il lavoro svolto nelle prime squadre , dove i giocatori sono già formati e l'allenamento serve a portarli in condizione e ad organizzarli tatticamente ; non a caso mister Selvaggi ripeteva spesso che l'allenatore deve essere essenzialmente un organizzatore. Ovviamente si riferiva agli allenatori di prima squadra , dato il target del corso.

Il termine istruire rende meglio la realtà dei settori giovanili , dove la prospettiva è completamente differente : i ragazzi sono ancora potenziali calciatori e sta a noi formarli ed istruirli perché diventino calciatori completi.

La responsabilità è certamente maggiore , perché sbagliare non significa perdere una partita per scarsa condizione o per errori tattici ( cui si può sempre rimediare ) , ma interrompere il percorso che porta dal giocatore potenziale al giocatore completo. A maggiore responsabilità corrisponde però anche maggiore gratificazione , nell'accorgersi allenamento dopo allenamento di essere parte determinante di questo percorso , di incidere sull'individuo e quindi sulla squadra molto più di quanto potrà mai fare un qualsiasi allenatore di adulti.

Incisività che è ancora più evidente sul piano educativo : oltre che dei giocatori potenziali , abbiamo di fronte dei cittadini potenziali e contribuiamo , insieme alla scuola , alla famiglia , alla parrocchia , a renderli cittadini veri. Fra tutti gli educatori , godiamo di una posizione privilegiata : sono i ragazzi a decidere di venire al campo ( se così non fosse è il caso di indirizzarli verso altri sport ) e , se sappiamo essere autorevoli , presteranno estrema attenzione ai nostri insegnamenti ; questa condizione è sufficiente perché il nostro esempio e i nostri consigli incidano anche dal punto di vista educativo. Non sempre genitori , insegnanti e catechisti sono così fortunati : anche l'insegnante più autorevole , se si trova di fronte un alunno refrattario, che frequenta la scuola perché obbligato dai genitori , può incidere ben poco.

Tutto questo per concludere che condivido in tutto e per tutto l'opinione di Sergio Vatta : non cambierei mai la mia carriera con quella di un allenatore di prima squadra.

Wednesday, November 7, 2007

Allenamento anaerobico lattacido e giovanissimi : parte seconda

Torno sull'argomento dell'opportunità dell'allenamento della resistenza anaerobica lattacida in età evolutiva , anche e soprattutto alla luce di quanto appreso al corso di allenatore di base. La risposta sta in un enzima dal nome abbastanza difficile , il latticodeidrogenasi (LDH) , che è responsabile sia della produzione che dello smaltimento dell'acido lattico.

Se si propongono attività lattacide nelle fasi dell'età evolutiva in cui questo enzima è ancora scarsamente presente ( <15-16 anni ) si ha un doppio effetto negativo :

1) la scarsa produzione di acido lattico fa si che l'allenamento della resistenza anaerobica lattacida non da luogo a sensibili miglioramenti della prestazione ( certamente non comparabili a quelli dati dagli adattamenti aerobici );

2) la scarsa capacità di smaltire la quantità di acido lattico comunque prodotta può provocare danni al ragazzo.

Una importante considerazione a riguardo , che al corso è stata più volte sottolineata , è che spesso si può allenare la resistenza lattacida inconsapevolmente , assegnando tempi di recupero incompleti nelle esercitazioni di sprint. Per non incappare in questo errore bisogna conoscere il tempo di recupero completo , che negli sprint (corse alla massima velocità) si può calcolare così:

a) tempo di percorrenza x 10 negli sprint fino a 20m
b) tempo di percorrenza x 15 negli sprint fino a 40m
c) tempo di percorrenza x 20 negli sprint oltre i 40m

Monday, October 29, 2007

Il 4-2-3-1 nell'insegnamento dei principi di tattica collettiva nella categoria allievi

Noto dalle statistiche del blog che molti arrivano qui da ricerche au google inerenti il 4-2-3-1.

Per dare il mio modesto contributo , ecco la tesina che ho presentato per la materia "tecnica e tattica calcistica" al corso di allenatore di base. Il parere che ho cercato di esprimere riguarda l'utilità di questo sistema di gioco per insegnare ai ragazzi del settore giovanile agonistico ( principalmente allievi ma anche giovanissimi ) a "vedere" lo spazio oltre la linea di difesa aversaria e quindi a smarcarsi in profondità; ovviamente si tratta di un parere personale , che non necessariamente deve essere condiviso.

Sunday, October 21, 2007

Corso Allenatore di Base : un bilancio.

Sabato mattina si è conclusa la 5° settimana di corso , con gli esami in tutte le materie:
- tecnica e tattica calcistica
- teoria e metodologia dell'allenamento
- medicina sportiva
- psicopedagogia e psicologia dello sport
- regolamento del gioco del calcio
- carte federali.

Sull'esito non mi sbilancio finché non escono le liste degli abilitati sul sito del settore tecnico , anche se penso di aver risposto correttamente a tutte le domande.

Posso però fare un bilancio dell'esperienza : dal punto di vista personale ne è valsa sicuramente la pena , anche a costo di sacrifici non indifferenti; soprattutto l'ultima settimana , quando c'era da barcamenarsi fra lezioni , stesura di tesine ( che presto pubblicherò sul blog ) , studio , lavoro , famiglia , allenamenti .. si dormivano 4 ore a notte. Ho conosciuto un sacco di colleghi animati dalla mia stessa passione , l'atteggiamento dei docenti è sempre stato improntato al confronto e alla qualità del rapporto umano e gli stessi docenti sono rimasti piacevolmente sorpresi dalla sintonia che si è creata nel gruppo.

Anche dal punto di vista formativo il bilancio è molto positivo , anche se resto dell'idea che arrivare al corso di base dopo aver frequentato il corso di istruttore scuola calcio sia tutta un'altra cosa : evidentemente anche nel settore tecnico la pensano allo stesso modo , sconsiderato che nei nuovi bandi il corso CONI-FIGC assegnava un numero di punti spropositato rispetto ai precedenti ( prima il corso valeva 6 punti , valeva quanto sei anni di prima O seconda O terza categoria ; nel nuovo bando valeva quanto 60 anni di terza categoria , 20 anni di seconda categoria , 12 di prima categoria ).

Adesso mi godrò un po' di meritato riposo , nella speranza che presto arrivi una lettera da Coverciano ..

Saturday, September 1, 2007

Primi 3 allenamenti del periodo preparatorio

Il gruppo si è ridotto a 21 per le mancate iscrizioni di 3 ragazzi '94 ( che comunque , a quanto mi dicono , anche lo scorso anno non erano stati costanti nell'impegno e nella presenza agli allenamenti ).

Rispetto alle previsioni , quindi , il problema della rotazione per dare spazio a tutti si fa meno arduo e anche la disomogeneità è un po' meno marcata del previsto: con sommo piacere ho notato che un paio di '94 hanno compiuto notevoli progressi dal punto di vista tecnico-coordinativo. Mi piace pensare che sia anche merito dei "compiti per le vacanze" che avevo assegnato nelle ultime sedute dello scorso anno : dagli esercizi di salto della corda non mi è stato difficile verificare chi si è impegnato durante l'estate e chi neanche ci ha provato.

Sono moderatamente soddisfatto dei 21 rimasti : sono tutti bravissimi ragazzi e si sono dimostrati molto recettivi rispetto agli insegnamenti proposti. Come da programma , in queste 2 settimane e mezzo del periodo preparatorio affronteremo il possesso palla e gli aspetti di tecnica e tattica individuale che lo rendono possibile : il passaggio , la ricezione , lo smarcamento.

Perché i ragazzi capissero davvero l'importanza di mantenere il possesso della palla anziché lasciarlo agli avversari abbiamo affrontato una chiacchierata durante la quale mi sono servito di queste due slides : 1,2. Ho cercato con un approccio induttivo di coinvolgere i ragazzi : abbiamo ricondotto l'obiettivo "vincere una partita" all'obiettivo "segnare più goal degli avversari" e quindi ai due obiettivi in fase offensiva ("segnare goal") e in fase difensiva ("non far segnare gli avversari"). Abbiamo così convenuto che ogni volta che si perde palla ci si allontana dall'obiettivo "segnare più goal degli avversari" perché ci si allontana singolarmente dai due sotto-obiettivi:

1) perdendo palla la propria squadra perde una potenziale occasione da goal

2) perdendo palla la squadra avversaria acquista una potenziale occasione da goal

Questi concetti , espressi anche nelle slides , sono semplici e potrebbero sembrare banali , ma l'esperienza dimostra che non sono affatto scontati , soprattutto fra ragazzi di 13 e 14 anni : quanti giocatori , quando si liberano in fretta della palla o lanciano un attaccante attorniato da 3 difensori , si rendono conto che in questo modo stanno regalando una potenziale occasione da goal alla squadra avversaria e togliendone una alla propria? Dovremmo imparare dal basket , dove la perdita di un possesso palla è considerata alla stregua di un canestro subito e il recupero di un rimbalzo come un canestro realizzato. Nel calcio , invece , c'è chi ancora incita a buttare via palla senza pensarci troppo sopra.

Nel primo allenamento abbiamo quindi affrontato la causa statisticamente prevalente nella perdita del possesso palla : l'imprecisione del passaggio e della ricezione.

Nella seconda seduta abbiamo affrontato l'altra causa principale : il mancato smarcamento.

Nella terza seduta siamo passati a considerare il recupero della palla , introducendo il gesto tecnico del tackle scivolato e le nozioni tattiche di palla coperta e palla scoperta ( che i '93 conoscevano già ) : riprendendo il discorso della prima giornata , abbiamo convenuto che ad ogni recupero del possesso si compie un doppio avvicinamento all'obiettivo di "segnare più goal degli avversari" , perché si raggiungono i due sotto-obiettivi sopra esposti:

1) la propria squadra acquista una potenziale occasione da goal

2) la squadra avversaria perde una potenziale occasione da goal

All'inizio della preparazione a ciascun ragazzo è stata consegnata una cartellina che conteneva , assieme alle due slides suddette , la programmazione degli allenamenti e una scheda di autovalutazione : ho infatti dato seguito all'idea , balenatami lo scorso anno , di coinvolgere direttamente i ragazzi nella programmazione degli obiettivi e nella verifica del loro raggiungimento , così da spostare l'attenzione dalla posizione in classifica ad una autovalutazione dei progressi di ciascuno rispetto alla situazione di partenza : quest'anno ne avremo particolarmente bisogno , visto che dopo le vicessitudini di quest'estate non saremo certo lì davanti a lottare per le prime posizioni.

Friday, August 24, 2007

Programmazione Didattica Giovanissimi 2007-2008 : Macrociclo Agosto-Dicembre

Ecco una bozza della programmazione 2007/08 , per quanto riguarda la prima parte della stagione ( macrociclo Agosto-Dicembre ).

Le novità rispetto alla programmazione dello scorso anno (*) sono:

1) la durata dei mesocicli : lo scorso anno erano 2 settimane per 2 allenamenti ( +1 facoltativo ) , ma spesso ho avuto l'impressione che 4 sedute non fossero sufficienti per approfondire abbastanza l'obiettivo. Quest'anno dureranno 3 settimane e gli allenamenti per ciascun mesociclo saranno almeno 6 ( considerando che il terzo allenamento , non più facoltativo , resta però di tipo individuale e verrà svolto a piccoli gruppi ) : diciamo che ho seguito le indicazioni emerse in questo sondaggio.

2) la successione degli obiettivi tecnico-tattici , funzionale allo scopo descritto nell'ultimo post ( il recupero di parte del gap esistente fra i '93 e i '94 ) : i primi 3 mesocicli saranno una full-immersion nell'obiettivo tecnico "passaggio e ricezione" , finalizzato agli obiettivi tattici "triangolo" , "sovrapposizione" e "sponda/appoggio". Al termine di questo periodo sarà fondamentale per i '94 essere in grado di mantenere un sufficiente possesso palla ( 7-8 passaggi di fila , tanto per intenderci ) , presupposto senza il quale è inutile avventurarsi negli step successivi.

3) la successione dei microcicli all'interno del mesociclo : avendone a disposizione 3 , lo stesso obiettivo potrà essere affrontato nelle diverse sfaccettatura , seguendo magari una progressione didattica. Ad esempio nel mesociclo sovrapposizione , i microcicli seguono la progressione "sovrapposizione a 2 giocatori" , "sovrapposizione a 3 giocatori" e "sovrapposizione a 3 giocatori per il passaggio in profondità a un 4° giocatore".

4) il periodo preparatorio , che non sarà più strutturato in microcicli di due sedute con un'anticipazione di tutti gli obiettivi che saranno affrontati nel resto della stagione ma , per quanto detto sopra , una monografia sull'obiettivo tattico collettivo "possesso palla" .. affrontando i due mattoni fondamentali che lo rendono possibile : smarcamento ( obiettivo tattico individuale ) e precisione nel passaggio/ricezione ( obiettivo tecnico ).

(*) p.s. mi sono accorto che nella programmazione dello scorso anno c'è un errore di stesura abbastanza grossolano : è ovvio che gli obiettivi tattici in fase di possesso palla sono preminenti rispetto a quelli in fase di non possesso ( evidenziati erroneamente in rosso ) ; trattandosi di giovanissimi , devono sì imparare a marcare e intercettare la palla , ma ovviamente prima di rompere il gioco avversario dovrebbero imparare a costruire il proprio.

Thursday, July 12, 2007

Allenamento anaerobico lattacido e giovanissimi

Dopo la questione del potenziamento muscolare in adolescenza , vorrei proporre nel forum una discussione su un'altra questione controversa : l'utilità o meno dell'allenamento anaerobico lattacido nella categoria giovanissimi.

Sto stilando la preparazione atletica per il prossimo precampionato e , girando per internet , si trovano pareri contrastanti :

1) c'è chi afferma che i ragazzi dimostrano di sopportare bene sforzi aerobici e anaerobici lattacidi , mentre presentano limitazioni fisiologiche per sforzi lattacidi; c'è anche chi si spinge ad affermare che non solo la risposta alla stimolazione del meccanismo anaerobico lattacido sia scarsa fino a 15 anni , ma che insistendo su questa modalità di allenamento si arrecano danni al ragazzo.

2) d'altronde quasi tutte le preparazioni per questa categoria che si trovano in internet presentano una buona dose di ripetute dai 400 ai 1500m con tempi ben superiori alla soglia anerobica.

Come per l'altra questione ho chiesto lumi in un forum frequentanto da diplomati isef e laureati in scienze motorie e anche lì i pareri sono stati discordanti ; c'è anche chi si è spinto ad affermare che l'allenamento lattacido non solo è poco utile nella pubertà/adolescenza , ma è poco utile in generale nel gioco del calcio perché poco specifico rispetto al modello prestazionale : affermazione difficile da condividere , se si pensa a quanto questo allenamento sia massicciamente utilizzato in tutte le preparazioni atletiche delle prime squadre.

Per chi volesse confrontarsi su questo argomento ho aperto un thread nel forum ( ricordo che la registrazione non è obbligatoria e chiunque può intervenire ).

Wednesday, July 11, 2007

Test a navetta sui 20m di Leger Bouchér

">Dopo tante ricerche sono finalmente riuscito a trovare in rete il file audio mp3 con il tracciato sonoro del test a navetta sui 20m di Leger-Bouchér , per determinare la Velocità Aerobica Massimale (VAM) e la massima potenza aerobica (VO2Max) di ciascun ragazzo e modulare i carichi di lavoro della preparazione atletica di conseguenza.

Chi volesse scaricarlo può cliccare qui.

Saturday, June 30, 2007

Potenziamento muscolare e adolescenza

">Accanto agli esercizi di recupero tecnico-coordinativo per i 1994 avrei intenzione di proporre , in questi due mesi estivi che ci separano dalla preparazione precampionato , qualche esercizio di potenziamento del busto e degli arti superiori a quei 4/5 ragazzi classe 1993 che hanno maggiormente sviluppato.

L'esperienza di ex calciatore mi dice che nelle società dilettantistiche questo aspetto è estremamente sottovalutato , non a caso ricordo di aver sempre sofferto di una certa disarmonia fra la muscolatura degli arti superiori e quella degli arti inferiori , colmata solo dopo un lungo infortunio ( rottura e ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio ) a seguito del quale svolsi pesistica per un paio d'anni.

La conferma di questa osservazione mi è venuta qualche giorno fa leggendo un articolo di Gian Nicola Bisciotti sulla rivista Il Nuovo calcio ( "Non siamo culturisti" ) : effettivamente quando si svolgono al massimo 3 allenamenti settimanali , prevederne uno espressamente dedicato a potenziare il busto e gli arti superiori è un lusso che non ci si può permettere , nonostante i notevoli effetti benefici che ne possono derivare ( nell'articolo si portava l'esempio dei velocisti , che per stabilizzare la corsa e ridurre l'ondeggiamento delle anche ricorrono all'ipertrofia di questi muscoli ). Il periodo estivo è quindi l'unico durante il quale si può proporre questo genere di esercizi.

E' evidente che , data l'età evolutiva , i carichi sarebbero ben lontani dal massimale e un simile allenamento non sarebbe volto in alcun modo all'ipertrofia , ma solo alla stabilizzazione del busto e a stimolare quelle componenti della forza che possono essere utili nella protezione della palla , nella marcatura a uomo , nello stacco aereo , ecc.

Per essere certo di non procurare in alcun modo danni alle articolazioni e alla schiena , ho chiesto lumi in questo forum frequentato principalmente da diplomati isef e laureati in scienze motorie : ne è venuta fuori una discussione interessante , che ripropongo nel forum del blog a chiunque voglia dire la sua senza registrarsi al forum di nonsolofitness.

Wednesday, June 13, 2007

salto della corda e capacità coordinative

Il prossimo anno al gruppo dei 1993 si aggiungerà , nella categoria giovanissimi , il gruppo dei 1994. Come avevo fatto coi 1993 , in questa ultima fase della stagione sto affiancando l'istruttore degli esordienti per valutare la situazione di partenza e improntare al meglio la programmazione per il prossimo anno : una programmazione non certo facile perché all'interno della squadra saranno presenti due gruppi omogenei al proprio interno ma abbastanza eterogenei fra loro.

Ho infatti potuto notare un certo ritardo nella tecnica e nella coordinazione dei ragazzi 1994 : nulla di irrimediabile , perché la nota positiva è che non manca la buona volontà e la voglia di migliorarsi.

Per questo ho pensato di stilare una scheda con qualche esercitazione di recupero tecnico e coordinativo che i più volenterosi potranno svolgere durante il periodo estivo , così da ridurre il gap. Nell'introdurre il motivo delle esercitazioni , ho approfittato per spiegare ai ragazzi le fondamentali differenze che intercorrono fra settore agonistico e settore di base e qual'è l'approccio con il quale andrebbe affrontata la categoria giovanissimi : nessuno è obbligato ad eseguire gli esercizi e ad Agosto non starò di certo a controllare che siano stati eseguiti ; si tratta solo di un'opportunità in più per quelli che hanno intenzione di migliorarsi e di giocarsi sin da subito un posto in squadra con compagni di un anno più grandi.

Dovendo cercare un esercizio facile da eseguire da soli e che stimolasse al massimo le capacità coordinative , la scelta è caduta sul salto della corda : equilibrio , combinazine , ritmizzazione sono intrinseche al gesto stesso e , variando esercizio dopo esercizio il tipo di salto, si va a stimolare anche la capacità di differenziazione.

Trattandosi in fondo di balzi , il salto della corda va a stimolare anche le capacità condizionali e sto pensando di proporlo anche ai 1993.

L'altra faccia della medaglia è che l'allenamento delle capacità condizionali non andrebbe forzata in ragazzini di 13 anni , ma in fondo il salto della corda è uno di quei giochi popolari preferiti dai ragazzini per secoli e che gli stessi tecnici della federazione rimpiangono.

Del resto , per raggiungere un carico di lavoro tale da mettere a rischio muscolatura e articolazioni dovrebbero svolgere così tanti esercizi da trovarmeli ad Agosto così :

Friday, June 8, 2007

Libri calcio : ancora consigli per gli acquisti

Dopo il libro+dvd di De Bellis ho acquistato due nuovi libri online :

1) Il libro di Gualtieri Un modello di preparazione atletica precampionato per giovanissimi in vista della prossima stagione. La parte teorica è molto ben fatta , anche se ripresenta in forma più concisa quanto già spiegato nel suo altro libro Programmazione annuale dell'allenamento per giovanissimi. Gli esercizi prevedono quasi tutti l'utilizzo della palla e questo approccio ha i suoi pro e i suoi contro: è indubbio che l'esercizio risulta meno noioso e più utile anche per gli aspetti tecnico-coordinativi , ma se non si ha un gruppo omogeneo in quanto a impegno negli esercizi si rischia di svolgere una preparazione atletica soddisfacente solo per quelli che eseguono ( correttamente ) gli esercizi al massimo delle proprie possibilità. Devo ancora decidere quale di queste due vie seguirò : probabilmente inizierò con una preparazione con la palla e , in caso di scarso impegno , passerò ad esercitazioni "a secco" , in modo da favorire anche l'inculcamento di una certa "cultura del lavoro" negli allenamenti ( che a mio parere è proprio uno degli aspetti più difficili da affrontare in una categoria provinciale , dove l'aspetto competitivo è meno accentuato che nei regionali).

2) il libro di Vatta La tecnica del calcio e le capacità coordinative , perché era l'unico che citasse esplicitamente le capacità coordinative nel titolo e che non fosse esplicitamente dedicato alla scuola calcio.

Ero infatti alla ricerca di esercizi per l'affinamento delle capacità coordinative dai giovanissimi in su : il libro , per quanto un po' datato , risponde alle mie esigenze e , seppure alcuni esercizi siano a mio parere un po' superati , ne ho tratto spunti interessanti.

Di sicuro la reputazione di pioniere e di figura storica del movimento calcistico giovanile italiano Vatta se la merita tutta , e per la competenza tecnica ( gli stessi esercizi che oggi possono sembrare datati , ai tempi della stesura del libro e delle riprese della videocassetta erano certamente all'avanguardia ) e per la statura morale ed umana del personaggio.

A proposito di questo secondo aspetto , riporto per intero un'intervista concessa qualche anno fa da Vatta al quotidiano "Il Giornale" ( in grassetto le frasi che mi sento di sottoscrivere in pieno ):

«Hanno scritto che al Torino ho reso 350 miliardi di lire. Ma non cambierei mai la mia carriera con quella di un allenatore di prima squadra».
Sergio Vatta, 68 anni. Il mago Vatta. Quattro scudetti, sei coppe Italia, quattro tornei di Viareggio con la Primavera del Torino; uno scudetto giovanissimi e uno Primavera come responsabile dei parigrado della Lazio, poi direttore tecnico delle nazionali giovanili e allenatore dell’Italia femminile portata alla fase finale dei mondiali. Ha visto nascere e crescere (e cresciuto) campioni e signori nessuno, ma come una levatrice di altri tempi non ha fatto differenze né sconti.
La prima missione?
«Nel ’75. Allenavo l’Ivrea, ma un giorno alla settimana lavoravo per il Torino. Giacinto Ellena, allora responsabile del settore giovanile granata, mi disse: “Si va a Lione per vedere un francese con il cognome italiano”»
E vide?
«Facile: Michel Platini. Mezzala del Nancy, quella sera fece gol e prese una traversa. “Può giocare in qualsiasi squadra al mondo” scrissi nella mia relazione. Si poteva opzionare con cento milioni, ma Radice, tecnico del Toro, disse: “Non dimentichiamo che gioca in Francia, un campionato minore”»...
Se ne sono sentite di migliori come profezie?
«Sì, ma dopo quel viaggio fui assunto dal Torino».
Scannerizzi 24 anni di lavoro in granata: il top undici?
«Mi manca un portiere, poi: Francini, Cravero, Benedetti, Mandorlini, Fuser, Dino Baggio, Venturin, Sclosa, Lentini, Vieri».
Cominciamo dall’ultimo.
«Me lo segnalò Serino Rampanti, ex ala del Toro, amico di Bob Vieri, il padre di Christian. Bobo giocava nel Prato e per convincere il presidente toscano, tifoso granata, a vendercelo comprammo anche il figlio Paolo, portiere ad Ancona».
Com’era Vieri?
«“Mi diceva: sono il più scarso di tutti, vado a casa”. Io gli rispondevo: è vero, sei scarso, ma fai sempre gol. Aveva una feroce voglia di riuscire, alla fine di ogni seduta si fermava un’ora più degli altri a crossare. Non avrei mai pensato potesse diventare così forte».
Altro fenomeno: Lentini.
«Lo vidi in una partita degli allievi a Mathi Canavese e ne fui impressionato. In pochi hanno fatto la differenza come lui nelle giovanili, la maglia numero sette finiva sempre stracciata. E una volta fece infuriare Pagliuca...».
Racconti...
«Fece quattro gol alla Samp. Nell’ultimo scartò mezza squadra, poi si fermò sulla linea di porta, aspettò il ritorno del portiere e segnò. Eravamo al Fila, Pagliuca lo inseguì per tutto il campo...».
Il provino più strano?
«Al Filadelfia si presenta un ragazzino e mi dice: “Arrivo da Bagnara Calabra, abito da mia sorella e voglio giocare nel Torino”. “Sei troppo piccolo per noi”, gli dissi, così lo mandai al Victoria Ivest, una nostra succursale. Mi richiamarono: questo piccoletto è un fenomeno.... Era Benny Carbone».
La sconfitta indimenticabile?
«Tardelli. Dopo averlo visto a Como, andammo da Pianelli che ci accolse sconsolato: “A l’a pialu l’Avucat” disse. L’aveva già preso l’Avvocato. Ma la Juve mi chiese persino un parere prima di un acquisto importante...».
Quando?
«Boniperti stava comprando Del Piero e mi telefonò per avere il mio consenso. Ovviamente gli dissi di prenderlo. Volle regalarmi una spilla da giacca della Juve, ma la rifiutai...».
Capitolo osservatori: scelga i più affidabili?
«Un certo Mollicciara, da Massa Carrara. “Ho quattro giocatori da serie A”, mi disse al telefono. Non ci volevo credere, così andai a vedere. Noi prendemmo Bertoneri e Francini. Ma il Milan Evani e Battistini. Era tutto vero».
Altri specializzati?
«Sola. Da Padova. Ci segnalò Pancaro, a Treviso con la Calabria per il torneo delle Regioni. Ci costò 20 milioni, dieci all’Acri, la sua squadra, altrettanti al padre. E fu sempre Sola a mettermi sulle piste di Dino Baggio».
A proposito, che tipo era il Baggio meno famoso?
«Faceva il centravanti, lo portai indietro. “Lei rovina mio figlio”, mi urlava la madre. E lui la cacciava via, “non ti voglio più vedere vicino agli spogliatoi”».
Premio occhio di lince?
«A Volfango Patarca, allenatore dei giovanissimi della Lazio. Scriveva in un italiano zoppicante, ma conservo ancora le relazioni su Nesta e Di Vaio, all’epoca undicenni».
Leggiamole...
«Nesta: (testuale dalla scheda): “Dotato di tecnica eccezzionale salta l’uomo con facilità incredibile per la sua età è eccezzionale sa fare di tutto. Centrocampista con mezzi tecnici e fisici di gran talento se continua a migliorare e non distrarsi ha un futuro come calciatore».
E Di Vaio?
«Rileggo la scheda: “Ha tecnica eccezzionale, furbizia scatto e rapidità di esecuzione incredibile. Chiedo a tutti di non far perdere un simile talento”».
È stato accontentato, Patarca. Ma la sua gioia maggiore qual è?
«L’esordio di Mandorlini in serie A. Andrea era il primo giocatore allenato da me ad arrivare così in alto».
Allenatori: il più e il meno collaborativo?
«Fascetti ci seguiva sempre. E quando gli piacevamo in modo particolare, il lunedì successivo ci invitava tutti a cena».
All’opposto?
«Radice. Spesso il nostro campo era preparato meglio di quello della prima squadra. E allora lo prendeva lui. E ci costringeva ad allenarci nel cortile del Filadelfia, sulla ghiaia».
Il giocatore più vicino ai giovani?
«Junior. Conosceva tutti i ragazzi e finito il suo allenamento si fermava a fare le partitelle con loro».
Il miglior talento visto crescere?
«Buffon. Il più forte degli ultimi 30 anni. Lui e Totti li ho avuti nell’under 15. Poi Pirlo: anche lui passò dall’under 15, “è il giocatore del 2000” dissi: tecnico e capace di resistere al gioco fisico dell’avversario».
Ha allenato la nazionale femminile: la donna più forte in quale categoria maschile potrebbe giocare?
«Negli allievi regionali. E farebbe molta fatica».
Ha detto: gli istruttori si stanno trasformando in allenatori. Che cosa significa?
«Che puntano troppo sulla prestazione. Robotizzano i ragazzi e dimenticano che i giovani non sono adulti in miniatura. Ogni stagione il calcio italiano perde circa 50mila praticanti: 14 anni è il passaggio critico».
Perché
«Scuola superiore, altri interessi, trasformazione fisica e, soprattutto, scoperta di non essere un campione. L’istruttore di calcio dev’essere bravo a farsi preferire a tutto questo. Non per niente in Francia li chiamano educateur».
Parliamo dei procuratori intorno ai giovanissimi?
«Sono una rovina. Ma se un ragazzino ha bisogno del procuratore a 14 anni diventerà un cittadino di serie B».

Saturday, May 26, 2007

Allenamento tecnico individuale sulla conclusione ( esecuzione al volo e rapidità di esecuzione)

Le due azioni che ho più apprezzato nella partita contro la Nuova Folgore Ancona sono state quelle concluse con i goal di prima intenzione di T.B. e di Eg.M.

Non che si tratti di goal particolarmente spettacolari , tutt'altro : in entrambi ci sono responsabilità del portiere e , probabilmente , con un portierino come quello della Filottranese la palla nemmeno sarebbe entrata.

Quello che ho apprezzato particolarmente è invece l'esecuzione di prima intenzione , su cui ho insistito molto durante la stagione : ho cercato di far capire ai ragazzi che spesso è preferibile optare per un tiro "sporco" in grado di cogliere in controtempo il portiere , piuttosto che cercare a tutti i costi il bel tiro .. quando questo comporta 2 o 3 tocchi in più che permettono al portiere di chiudere lo specchio della porta e al difensore di recuperare.

Ho insistito molto su questo aspetto , anche con allenamenti tecnici specifici riservati agli attaccanti. Anche nelle sessioni dedicate ai tiri durante gli allenamenti ordinari , cerco sempre di combinare il tiro con esecuzioni di gesti che richiedono rapidità di esecuzione : l'esempio classico è il tiro al termine di una serie di skip su ostacoli o su cerchi ( come negli esercizi 3a , 3b e 3c della scheda di allenamento linkata ) . Il pallone viene passato o lanciato in aria prima che la serie di skip sia terminata , in modo che la pianificazione del gesto tecnico avvenga mentre il ragazzo è ancora impegnato a pianificare il gesto coordinativo.

Nel goal di T.B. questo è evidente : prima ancora di ricevere palla alza la testa e osserva la posizione del portiere. A quel punto la pianificazione del tiro è già avvenuta e non resta che eseguire il pallonetto per insaccare la palla.



Anche il goal di Eg.M. mi ha dato particolare soddisfazione perché , oltre alla rapidità di esecuzione , è palese l'analogia fra il gesto tecnico e le esercitazioni per le conclusioni al volo che abbiamo provato nella medesima seduta , in particolare nei punti 2a e 2b della progressione didattica 2. Nel punto 2a il tiro viene provato con la palla sopra un conetto : isolare il momento in cui la palla si trova all'altezza preferibile per calciare ( 25-30 cm circa ) permette di affrontare analiticamente il modo di colpire la palla ( dove , con che forza , con il movimento ad arco della gamba calciante e con la gamba di appoggio che funge da perno per la rotazione dell'altra ) ; una volta imparato correttamente il gesto non resta che togliere il conetto e lanciare la palla in aria : il ragazzo deve "isolare" l'istante in cui la palla si trova all'altezza di 25-30 cm e ripetere il gesto precedentemente impresso nella memoria motoria. Che Eg.M. lo abbia imparato particolarmente bene lo dimostra il fatto che ha tirato di sinistro , suo piede non naturale :