Monday, January 12, 2009

Una meta per ogni occasione

Una esercitazione che ho proposto spesso nel triennio in cui ho seguito i ragazzi 1993 della S.S.D. Borghetto ( esordienti 2° anno , giovanissimi 92/93 e giovanissimi 93/94 ) è il possesso palla con meta.



Si tratta di una esercitazione di possesso palla finalizzato che può essere proposta nella fase di riscaldamento ( anche con le mani , soprattutto per far comprendere forme di collaborazione tattica che inizialmente possono non riuscire con i piedi , ad esempio la sovrapposizione a 3 o il dai e segui ) oppure , semplicemente aggiungendo due porte , come partita a tema prima della classica partitella finale. In particolare , proponendola in entrambe le fasi dell'allenamento , ha l'indubbio vantaggio che non si perdono minuti preziosi a spiegare le regole della partita a tema , perché sono già state sperimentate nella fase di riscaldamento.

Questo genere di esercizi ha molti vantaggi ed un unico svantaggio : si tratta di una esercitazione di possesso palla finalizzato , ovvero prima di poterla proporre con una certa proficuità , i ragazzi devono essere in grado di sviluppare un possesso palla sufficientemente evoluto : viceversa si assisterà ad un ammassarsi sulla linea di meta il cui unico risultato sarà una gran confusione.

Per questo motivo l'ho proposto raramente in questa prima fase della stagione con gli esordienti 1997 , perché prima c'erano da rimuovere le cause che impedivano ai ragazzi di eseguire un sufficiente numero di passaggi consecutivi ( su come rimuovere queste cause si è parlato ampiamente nella serie di post dedicati al possesso palla ).

Ora che le cause sono state in parte rimosse rispolvererò l'esercizio in questa seconda parte della stagione. Un altro dei vantaggi , infatti , è che abitua il pensiero tattico dei ragazzi alla ricerca della profondità e quindi del goal : quella appena scritta potrebbe sembrare una banalità , ma non è così. Mi sono accorto infatti in alcune amichevoli "in famiglia" svolte contro gli esordienti 1996 , che in alcune situazioni i ragazzi tendevano a tenere palla nella metà campo avversaria senza che nessuno cercasse l'affondo , come se l'obiettivo fosse mantenere il possesso palla e non segnare goal. Errore più che giustificabile visto il lavoro svolto nei mesi precedenti e visto che spesso viene commesso anche dagli adulti : quante volte mi capita di assistere a partite di prime squadre ( anche di serie A , il primo tempo del Milan contro la Roma nel posticipo di domenica scorsa , tanto per fare un esempio ) in cui i giocatori si passano e ripassano la palla come se qualcuno assegnasse loro un goal al 10° passaggio consecutivo!

L'altro grosso vantaggio di questo esercizio è che se ne possono inventare mille varianti , in pratica una per ogni obiettivo del nostro mesociclo tecnico-tattico. Di seguito sono proposte alcune associazioni obiettivo-variante.
Figura 2 : obiettivo triangolo dai e vai


Figura 3 : obiettivo sovrapposizione semplice (a 2 giocatori)


Figura 4 : obiettivo sovrapposizione a 3 giocatori
Figura 5 : obiettivo taglio

Figura 6 : obiettivo cambio di gioco

Figura 7 : obiettivo ampiezza e/o guida della palla
Questo ultimo esercizio , in particolare , merita due righe di commento perché permette di allenare due obiettivi complementari come l'ampiezza e la profondità e permette ai ragazzi di comprendere che relazione esista fra i due. Il punto si ottiene entrando in meta , in questo caso entrando attraverso 3 porticine distribuite su tutto il fronte d'attacco ( due sulle fasce ed una centrale , di volta in volta si può mettere il vincolo di entrare in guida della palla o mediante passaggio o addirittura piazzare un difensore e chiedere il dribbling ) : squadra avversaria permettendo , l'obiettivo primario è fare goal ovvero meta ovvero cercare la profondità. Ovviamente la squadra avversaria si schiererà in modo da non permettere questo obiettivo , quindi sarà necesssario aggirarla facendo girare palla finché una delle porticine non potrà essere attaccata con successo. L'ampiezza cioè non è un obiettivo fine a se stesso , ma un obiettivo subordinato alla profondità , che permette di ottenerla anche a fronte delle mosse difensive avversarie , ovvero in condizioni reali di gara.