Friday, May 9, 2008

Mino Favini e Lla siepe di Zingonia

Mino Favini , per chi segue un po' il mondo del calcio giovanile , è uno di quei personaggi che ti verrebbe spontaneo guardare dal basso verso l'alto , non foss'altro che per la lunga lista di campioni scovati in una vita interamente dedicata al calcio : Vierchowood, Fontolan, Matteoli , Borgonovo, Annoni, De Marchi, Simone, Zambrotta, De Ascentis, Pedone , Donati , Pelizzoli, Morfeo, Tacchinardi, Locatelli , Pazzini , Montolivo , ma potrei continuare fino a fondo pagina!

Se lo ascolti parlare , però , ti accorgi subito che non è un tipo a cui piace stare sul piedistallo. L'umanità che lo contraddistingue ci ha colpito subito quando , arrivati a Zingonia per la visita al settore giovanile dell'Atalanta , ci accoglie per i saluti di benvenuto; ne abbiamo la conferma quando , lasciati liberi di girare per il centro sportivo nerazzurro ad osservare gli allenamenti delle varie categorie dagli esordienti alla prima squadra , si intrattiene con questo o quel collega a raccontare aneddoti.

Così ci racconta di quando ha scommesso su Gianfranco Matteoli o Marco Simone , contro tutti gli integralisti del "calcio muscolare" che non li ritenevano sufficientemente strutturati ( "troppo piccoli , dove vuoi che vadano" gli dicevano : verrebbe da ringraziare i tanti Mino Favini sparsi per il mondo che ci permettono oggi di ammirare un Messi piuttosto che un Giuseppe Rossi o un Giovinco ) ; oppure , elogiando la cultura del lavoro di De Ascentis che stava svolgendo un lavoro differenziato sotto i nostri occhi , ci ricorda di quando nei primi anni '90 , responsabile del settore giovanile al Como , l'allora mister della prima squadra gli chiese un primavera che facesse da lepre per il test di Cooper : il ragazzino quasi doppiò i colleghi più anziani fra maledizioni di ogni genere.

Ma il consiglio che più mi è rimasto impresso , sul quale mi piacerebbe svolgere una breve riflessione , è la metafora della siepe. Una perla di poesia e pragmaticità , che induce empatia immediata in chi , magari chiamandola in un altro modo , la siepe ce l'ha sempre chiara in testa ogni volta che varca il cancello del campetto di provincia : "non vi preoccupate di vincere 1-0 piuttosto che 2-0 perché tanto - ci dice - alla fine quel che conta è saltare la siepe".

Lo guardiamo un po' perplessi e lui ci indica due campi del centro sportivo di Zingonia : nell'uno si allena la prima squadra , nell'altro la primavera. In mezzo , una siepe alta due metri che li divide.

La metafora è più che mai azzeccata , perché nell'atteggiamento di fronte a quella siepe si distinguono le visioni del mondo di chi opera nel calcio giovanile : 


- ci sono gli istruttori , quelli costantemente impegnati a far crescere e migliorare i propri ragazzi ( anche sbagliando , perché l'errore è parte integrante di quel percorso di crescita ) sperando che , un giorno supereranno la siepe ... e poco importa che saranno altri a prendersene il merito ; 

- ci sono quelli che si concentrano sul risultato del "campo di quà" e preferiscono non pensare al "campo di là" e buonanotte ai sognatori ;

- ci sono gli allenatori di prime squadre : alcuni più coraggiosi , che aiutano i ragazzi a saltare , altri col braccino corto , che pensano a salvarsi le pelle da società che non conoscono le parole programmazione e pazienza ; 

- ci sono infine i dirigenti , i responsabili tecnici , i direttori sportivi , i presidenti , che in un certo senso costituiscono i "guardiani della siepe" : se con l'istruttore giovanile si limitano alla telefonata di fine partita per il rituale "quanto hai fatto" , se l'allenatore di prima squadra al secondo pareggio è già in discussione , se le rose si fanno guardando ai curriculm e non valutando la prospettiva ( perché è molto più facile dire che un giocatore di 30 anni è "da eccellenza" se sull'almanacco c'è scritto che ha giocato in serie D o in C2 , molto più difficile se è un ragazzotto che viene dal settore giovanile ) , c'è poco da fare , non c'è trampolino che tenga e la siepe resta invalicabile.

Allora ti chiedi se forse non hanno ragione quei tuoi colleghi che oltre la siepe non guardano , quelli che è meglio un uovo oggi che una gallina domani , quelli che fra 1-0 e 2-0 c'è differenza eccome .. checché ne dica il Mino Favini di turno.

p.s. Per chi volesse approfondire la figura di Mino Favini consiglio questi link :

1) intervista su il portale dello sportivo
2) presentazione su panathlon.net in occasione della consegna del premio alla carriera
3) intervista su sport.it