Wednesday, January 28, 2009

Il tiro di collo pieno ( 1° parte ) : 10 errori da non commettere

Leggevo giusto qualche giorno fa su un vecchio articolo de Il Nuovo Calcio ( per la verità nella parte della rivista dedicata al calcio a 5 ) un'affermazione che condivido a pieno : il tiro di collo pieno è il primo modo di calciare che andrebbe insegnato quando si inizia ad affrontare l'argomento "tiro" con una certa analiticità.

Il motivo è presto detto : insegnare a un ragazzo che sa tirare di collo pieno altre varianti quali interno collo , esterno collo e anche interno è molto più facile che non fare il percorso contrario.

Per convincersene basta fare una verifica immediata , secondo il metodo globale-analitico-globale : prendete alcuni ragazzi e chiedete loro di calciare in porta nel modo che preferiscono , osservando quale modalità di impatto sceglieranno ; ora prendete quelli che prediligono tirare di interno collo con rincorsa laterale e chiedete loro di calciare di collo pieno con rincorsa rettilinea ; sono pronto a scommettere ( perché mi è successo tante di quelle volte .. ) che alcuni di questi avranno serie difficoltà a calciare di collo pieno , al punto che molti cercano comunque di "deviare" il percorso per rendere più obliqua la rincorsa e colpire la palla con l'interno.

La rincorsa non rettilinea è soltanto uno degli innumerevoli errori che non permettono ai ragazzi un tiro di collo pieno efficace; vediamo di riassumerli tutti, con la promessa di suggerire in un post successivo alcuni esercizi specifici per correggerli :

1) rincorsa non rettilinea : la rincorsa deve essere il più possibile in linea con la traiettoria che si vuole imprimere alla palla
2) rincorsa con passo troppo lungo e con appoggi sul tallone piuttosto che sull'avampiede : solo l'ultimo passo può e deve essere più lungo per permettere una maggiore oscillazione dell'arto calciante
3) oscillazione limitata dell'arto calciante per un ridotto caricamento dello stesso prima del tiro
4) oscillazione limitata dell'arto calciante che viene trattenuto e non "slanciato" dopo l'impatto con la palla : un metodo rapido ed efficace per valutare quanto e come l'arto calciante viene effettivamente slanciato dopo l'impatto con la palla è il sollevamento di riflesso dell'arto di appoggio. In alcuni calciatori che imprimono molta potenza alla palla , questo fenomeno è talmente evidente che il tiro si traduce quasi in una sforbiciata , con l'arto d'appoggio che si solleva da terra quasi più dell'arto calciante ( nel video è mostrato Roberto Carlos , con un tiro di esterno collo e non propriamente di collo pieno , ma il fenomeno descritto è quanto mai evidente ).
5) errato posizionamento del piede di appoggio , che si ferma troppo indietro e non in linea con la palla : questo errore spesso fa si che la palla si alzi eccessivamente; il piede d'appoggio nel tiro di collo pieno dovrebbe essere invece in linea con la palla , così che il ginocchio dell'arto calciante si trovi esattamente sopra la palla.
6) errato orientamento del piede di appoggio , che deve fungere da "mirino" per la direzione da imprimere alla palla : se invece viene invece indirizzato verso destra o verso sinistra , tutto il corpo tenderà ad orientarsi nell'una o nell'altra direzione , facendo terminare il tiro a lato.
7) mancata inclinazione verso il basso della punta dell'arto calciante : è forse uno degli errori più frequenti e al tempo stesso più grossolani , che da luogo ad un tiro con la punta del piede o con altra parte anatomica , ma non con il collo pieno.
8) errato orientamento della punta del piede che calcia : se la punta è indirizzata verso il basso , ma con il piede girato verso destra o verso sinistra , si ottengono gli stessi svantaggi di quanto detto al punto 6 ; il tiro rischia di terminare a lato anziché in porta.
9) scarso o errato movimento delle braccia sia in fase di rincorsa che in fase di impatto con la palla : come nella tecnica di corsa , un uso corretto delle braccia è importante perché permette di dare equilibrio e fluidità e scioltezza nei movimenti; viceversa , una corsa contratta e poco sciolta riduce la massima forza che si può imprimere alla palla.
10) errato orientamento del busto , che anziché essere inclinato in avanti "sopra la palla" è reclinato all'indietro : questo errore spesso si combina con quello del piede di appoggio troppo arretrato ( anzi spesso ne è una conseguenza ) e conduce ai medesimi svantaggi ; il tiro rischia di terminare alle stelle.

Friday, January 16, 2009

Programmazione : nella pausa invernale spazio alla tecnica di base

Da quando ho iniziato ad allenare, 6 anni fa , questa è la prima stagione alla guida di una squadra del settore di base da inizio stagione : a Febbraio 2006 presi gli esordienti 1993 proprio a ridosso del campionato primaverile.

Perciò in questi mesi sto sperimentando una fase della stagione un po' particolare , che solo chi allena pulcini ed esordienti conosce : la pausa invernale. La peculiarità di questo periodo della stagione, che va indicativamente da metà Dicembre a metà Marzo , è che non ci sono partite ufficiali ( sempre che non si decida di disputare i tornei di calcio a 5 in palestra , che la mia società ha giudicato non strettamente necessari ) : si può vedere questo fatto come uno svantaggio e adoperarsi quindi per organizzare ogni settimana una amichevole o vederla come una pausa salutare da impegni "ufficiali" , che per quanto non agonistici e improntati più alla verifica degli obiettivi comportano sempre una certa attenzione.

Personalmente propendo per questa seconda opzione e ne ho approfittato per passare da due a tre allenamenti ( gli impegni settimanali restano sempre 3 come durante il campionato autunnale ) , proponendo al termine del terzo allenamento un'amichevole "in famiglia" alternativamente con gli esordienti 1996 o con i pulcini 1998. Avendo quindi un allenamento in più e non dovendo disputare incontri ufficiali , ne ho approfittato per ridurre un po' all'interno degli allenamenti le proposte "tattiche" come partite a tema o situazioni di gioco e per aggiungere qualche esercizio in più di coordinazione e tecnica di base. Del resto è quello che propone lo stesso settore giovanile della FIGC nella sua guida tecnica per le scuole calcio : nel capitolo dedicato agli esordienti si trova infatti un grafico con l'andamento annuale dei carichi tecnici , tattici e motori. Come si può osservare il fattore tecnico ha un picco proprio in corrispondenza del mese di Gennaio , in corrispondenza del quale viene anche suggerita una riduzione del carico di esercizi relativi al fattore tattico-cognitivo.

Monday, January 12, 2009

Una meta per ogni occasione

Una esercitazione che ho proposto spesso nel triennio in cui ho seguito i ragazzi 1993 della S.S.D. Borghetto ( esordienti 2° anno , giovanissimi 92/93 e giovanissimi 93/94 ) è il possesso palla con meta.



Si tratta di una esercitazione di possesso palla finalizzato che può essere proposta nella fase di riscaldamento ( anche con le mani , soprattutto per far comprendere forme di collaborazione tattica che inizialmente possono non riuscire con i piedi , ad esempio la sovrapposizione a 3 o il dai e segui ) oppure , semplicemente aggiungendo due porte , come partita a tema prima della classica partitella finale. In particolare , proponendola in entrambe le fasi dell'allenamento , ha l'indubbio vantaggio che non si perdono minuti preziosi a spiegare le regole della partita a tema , perché sono già state sperimentate nella fase di riscaldamento.

Questo genere di esercizi ha molti vantaggi ed un unico svantaggio : si tratta di una esercitazione di possesso palla finalizzato , ovvero prima di poterla proporre con una certa proficuità , i ragazzi devono essere in grado di sviluppare un possesso palla sufficientemente evoluto : viceversa si assisterà ad un ammassarsi sulla linea di meta il cui unico risultato sarà una gran confusione.

Per questo motivo l'ho proposto raramente in questa prima fase della stagione con gli esordienti 1997 , perché prima c'erano da rimuovere le cause che impedivano ai ragazzi di eseguire un sufficiente numero di passaggi consecutivi ( su come rimuovere queste cause si è parlato ampiamente nella serie di post dedicati al possesso palla ).

Ora che le cause sono state in parte rimosse rispolvererò l'esercizio in questa seconda parte della stagione. Un altro dei vantaggi , infatti , è che abitua il pensiero tattico dei ragazzi alla ricerca della profondità e quindi del goal : quella appena scritta potrebbe sembrare una banalità , ma non è così. Mi sono accorto infatti in alcune amichevoli "in famiglia" svolte contro gli esordienti 1996 , che in alcune situazioni i ragazzi tendevano a tenere palla nella metà campo avversaria senza che nessuno cercasse l'affondo , come se l'obiettivo fosse mantenere il possesso palla e non segnare goal. Errore più che giustificabile visto il lavoro svolto nei mesi precedenti e visto che spesso viene commesso anche dagli adulti : quante volte mi capita di assistere a partite di prime squadre ( anche di serie A , il primo tempo del Milan contro la Roma nel posticipo di domenica scorsa , tanto per fare un esempio ) in cui i giocatori si passano e ripassano la palla come se qualcuno assegnasse loro un goal al 10° passaggio consecutivo!

L'altro grosso vantaggio di questo esercizio è che se ne possono inventare mille varianti , in pratica una per ogni obiettivo del nostro mesociclo tecnico-tattico. Di seguito sono proposte alcune associazioni obiettivo-variante.
Figura 2 : obiettivo triangolo dai e vai


Figura 3 : obiettivo sovrapposizione semplice (a 2 giocatori)


Figura 4 : obiettivo sovrapposizione a 3 giocatori
Figura 5 : obiettivo taglio

Figura 6 : obiettivo cambio di gioco

Figura 7 : obiettivo ampiezza e/o guida della palla
Questo ultimo esercizio , in particolare , merita due righe di commento perché permette di allenare due obiettivi complementari come l'ampiezza e la profondità e permette ai ragazzi di comprendere che relazione esista fra i due. Il punto si ottiene entrando in meta , in questo caso entrando attraverso 3 porticine distribuite su tutto il fronte d'attacco ( due sulle fasce ed una centrale , di volta in volta si può mettere il vincolo di entrare in guida della palla o mediante passaggio o addirittura piazzare un difensore e chiedere il dribbling ) : squadra avversaria permettendo , l'obiettivo primario è fare goal ovvero meta ovvero cercare la profondità. Ovviamente la squadra avversaria si schiererà in modo da non permettere questo obiettivo , quindi sarà necesssario aggirarla facendo girare palla finché una delle porticine non potrà essere attaccata con successo. L'ampiezza cioè non è un obiettivo fine a se stesso , ma un obiettivo subordinato alla profondità , che permette di ottenerla anche a fronte delle mosse difensive avversarie , ovvero in condizioni reali di gara.