Wednesday, March 25, 2009

L'ultimo treno per il professionismo

Da qualche tempo mi sto appassionando al tema dello scouting , ovvero a quell'insieme di attività che portano a riconoscere in un giovane giocatore il possibile talento che può raggiungere i massimi livelli del calcio professionistico.

Una domanda che mi sono sempre posto è quando si possa dire che un ragazzo , per quanto possa sembrarci bravo , abbia ormai perso il treno. Ho posto la domanda a diversi addetti ai lavori e la risposta più frequente è che se terminati i giovanissimi il ragazzo è ancora fra i regionali o peggio ancora fra i provinciali , il treno può dirsi perso. Non discuto che nel 99,9% dei casi sia così , perché è abbastanza evidente.

Per questo , forse , mi affascina quel restante 0,1% di casi in cui i ragazzi restano fino a tarda età fuori dal mondo del professionismo e poi , come d'incanto , inziano la risalita fino ai massimi vertici : per massimi vertici intendo ad esempio la vittoria dei mondiali , come è avvenuto ad esempio a Fabio Grosso , che pochi lo sanno ma fino a 22 anni giocava in eccellenza con la Renato Curi.

Una categoria più in basso giocava Stefano Guberti ( e precisamente nella promozione sarda con l'Asseminese ) , uno dei giocatori più ambiti del mercato in questi ultimi mesi , passato dall'Ascoli al Bari e con la squadra salentina disputerà con tutta probabilità il prossimo campionato di serie A.

Ancora più in basso è partito Riccardo Zampagna , che a 22 anni giocava ancora in prima categoria con l'Amerina. Consiglio la lettura di questo interessante articolo sulla gazzetta di qualche anno fa.

E' chiaro che si tratta di casi limite , che come si diceva rappresentano un'infima percentuale rispetto al percorso classico costituito dalla trafila nei settori giovanili delle squadre professionistiche. Però sono casi che mi affascinano e probabilmente tornerò a parlarne in futuro.