Tuesday, October 21, 2008

Situazione 2c1 da calcio d'angolo : un esercizio completo

Nella prefazione alla guida tecnica dell'Ascoli Soccer Academy che ho postato qualche giorno fa si portava come esempio di un approccio errato di allenamento dei più piccoli , nel merito e nel metodo , l'eccessivo spazio dedicato da alcuni istruttori alle palle inattive , anche nel settore di base e spesso a scapito della tecnica o di altri esercizi più importanti per la crescita individuale:

1) nel merito perché denota un'attenzione eccessiva al risultato, non a caso le palle inattive sono l'ago della bilancia quando si affrontano due squadre che stentano a creare occasioni da goal su azione ( e se la propria squadra non è in grado di creare occasioni ci sono aspetti più importanti delle palle inattive da correggere ). Quante volte assistendo a una partita di calcio noiosa, che ci sembra destinata allo 0-0 perché le due squadre pensano anzitutto a non prenderle, ci viene da esclamare "questa partita può sbloccarsi solo su punizione o calcio d'angolo"?

2) nel metodo perché spesso vengono costruite artatamente situazioni che difficilmente i nostri allievi incontreranno in partita : nella prefazione si faceva riferimento ai cross eseguiti dall'istruttore che mai sarebbero arrivati la domenica successiva con la stessa forza e precisione; sullo stesso piano mi permetto di aggiungere i vari "schemi" provati in maniera analitica, che abituano i ragazzi ad agire in modo meccanico senza considerare la presenza dell'avversario , quando invece dovrebbero essere istruiti ad agire esattamente al contrario : prendere atto della presenza dell'avversario e delle scelte che questi attua, per poi agire di conseguenza.

Dopo questa lunga premessa in cui ho denigrato le palle inattive parliamo di ... palle inattive! Scherzi a parte , mi piacerebbe mostrare come si possa allenare una palla inattiva molto comune ( il famigerato "scambio su calcio d'angolo" ) con approccio diametralmente opposto a quello descritto sopra:

1) diverso nel metodo perché l'avversario svolge un ruolo determinante nell'esercizio ( sia che esso possa difendere in forma libera o come vedremo più avanti in forma vincolata ) e quindi si tratta di un esercizio pienamente situazionale e non la ripetizione analitica di uno "schema".

2) diverso nel merito , perché il fine principale non è segnare quanti più goal possibile su calcio d'angolo , ma mostrare ai ragazzi come in una situazione di gioco apparentemente così semplice possano essere nascosti almeno 5 aspetti importanti di tattica individuale che poi si ritrovano nelle normali azioni di gioco:
a) il tempo dello smarcamento
b) la collaborazione vocale col compagno ( il classico "uomo" vs "solo" )
c) lo smarcamento "dai e segui"
d) lo smarcamento "dai e sovrapponi"
e) la scelta situazionale fra "dai e segui" o "dai e sovrapponi" in relazione ai movimenti del difensore.

Il setting della seduta può essere quello classico di un calcio d'angolo come mostrato in figura 1 : oltre alla coppia che eseguirà lo scambio si può prevedere la presenza di altre coppie a seconda che si voglia far concludere l'azione con un cross o con un tiro.


1) Il primo aspetto da far presente è il tempo dello smarcamento: per potersi liberare tempestivamente della marcatura l'attaccante senza palla dovrà osservare il compagno con la palla e muoversi quando riconosce le condizioni di inizio smarcamento ( possibilmente cercando anche di dissimulare le proprie intenzioni con un contromovimento o fingendo di prendere posto a centro area per colpire di testa ) ; come già accennato in altri post queste condizioni sono palla giocabile e contatto visivo. Viceversa si troverà già col marcatore a stretto contatto nel momento di ricevere palla , riducendo sensibilmente la pericolosità dell'azione : tale accorgimento vale anche per i falli laterali , le punizioni a ridosso del centrocampo , le rimesse dal fondo e pertanto l'esercizio , una volta compreso , potrà essere richiamato come esempio in tutte queste situazioni.

2) se lo smarcamento sarà effettuato secondo i giusti tempi e quindi l'attaccante riuscirà a guadagnare qualche metro di spazio dal diretto avversario , chi ha battuto si sovrappone e quindi l'esercizio si riconduce ad un "dai e sovrapponi" in cui il portatore deve puntare e fintare l'avversario e scegliere la soluzione più adeguata rispetto alla reazione del difensore:

2a) se il difensore non abbocca alla finta e mantiene una corretta protezione della porta il portatore di palla opterà per il passaggio al compagno che si è sovrapposto ( il quale deciderà se tirare o crossare a seconda di quanto è riuscito ad accentrarsi con l'esecuzione dello scambio )



2b) se il difensore scopre la porta , perché sbilanciato dalla finta oppure per impedire il passaggio al compagno che si è sovrapposto , il portatore di palla punterà la porta e tirerà o crosserà a seconda che si trovi in posizione centrale o defilata



3) se l'attaccante senza palla , per un errore nella scelta del tempo di smarcamento oppure semplicemente per la reattività e l'attenzione del marcatore , non riesce a guadagnare metri sul diretto avversario che lo marca a contatto dorso-petto , la situazione si riduce ad un "dai e segui" con passaggio a muro.


Chiaramente in allenamento l'esecuzione rischia di essere poco realistica perché il difensore conosce già il movimento di smarcamento dell'attaccante e quindi ci si trova sempre nella situazione 3). L'istruttore ò puovviare a questo inconveniente in due modi:

a) regolare i tempi di partenza di attaccante e difensore con due fischi successivi
b) sostituirsi egli stesso al difensore e decidere di volta in volta quanto spazio lasciare all'attaccante.