Tuesday, May 27, 2008

Come organizzare una seduta d'allenamento della categoria esordienti

La categoria esordienti è la categoria "di transizione" dal settore di base , la cosiddetta scuola calcio , al settore agonistico , comprendente giovanissimi e allievi. Se nel settore di base l'attività deve essere prevalentemente ludica , nel settore agonistico l'aspetto del gioco deve lasciare spazio a lavori analitici e situazionali più specifici.

Negli esordienti , quindi , bisognerebbe cercare di combinare i due aspetti , mettendoli il più possibile al servizio dell'obiettivo didattico della seduta : è quanto ho cercato di fare ad esempio nella seduta sulla guida della palla e il dribbling presentata nel post precedente. Ho cercato di utilizzare esercitazioni ludiche per intervallare le fasi della seduta di allenamento che invece richiederebbero più impegno e concentrazione ( una sorta di "fasi di scarico" ). Le fasi della seduta , così come ce le hanno proposte al corso di istruttore scuola calcio ( mentre , spiace dirlo , al corso di allenatore di base nessuno ci ha spiegato come strutturare una seduta di settore giovanile ) sono :

1) riscaldamento
2) esercitazioni coordinative e/o condizionali ( negli esordienti prevarrà il coordinativo , nei giovanissimi e allievi il condizionale , per cui se si tratta di lavori aerobici o lattacidi questa fase andrebbe spostata a fine seduta )
3) esercitazioni analitiche ( per la tecnica di base )
4) situazione di gioco ( per la tecnica applicata / tattica individuale )
5) gioco a tema ( per la tattica collettiva )
6) partita libera

Le fasi più impegnative vanno dalla 2 alla 5 , mentre il riscaldamento e la partita libera sono per loro natura più ludiche : per questo cerco di "spezzare" la seduta inserendo , al termine della fase analitica e a verifica della stessa , un esercizio chiamato "gioco a confronto" che la stessa federazione ha voluto proporre agli istruttori con la manifestazione Sei Bravo a Scuola Calcio.

Per chi non lo conoscesse , si articola più o meno così : ci sono due manches , due stazioni e due squadre ( che sono le stesse del gioco iniziale , se questo prevedeva una suddivisione in squadre , e saranno le stesse della partita finale , così da strutturare tutto l'allenamento come una competizione e stimolare il massimo impegno ). Le stazioni si chiamano "gioco a orologio" e "gioco a punteggio" : il gioco orologio prevede l'esecuzione di un numero predefinito di gesti tecnici ( che ovviamente devono riguardare l'obiettivo della seduta : nell'esempio si tratta di una staffetta in guida della palla ) , mentre il gioco a punteggio prevede la soluzione di una situazione di gioco con tiro in porta finale che fa mettere a segno i punti ( anche la situazione deve essere in topic con l'obiettivo : in questo caso si tratta di un 1c1 con tiro in porta , con punteggio doppio se il dribbling è un doppio passo). Nella prima manches i verdi svolgono il gioco orologio e i blu il gioco a punteggio , nella seconda manches si invertono i ruoli.

Il tutto è svolto in condizioni di forte competitività ( per la presenza delle due squadre ) e di forte pressione temporale ( perché minore è il tempo che si impiega a svolgere il gioco orologio e minore è il tempo che gli avversari hanno a disposizione per segnare goal ) : per esperienza posso testimoniare che , fra l'impegno che i ragazzi mettono in questa esercitazione e quello che mettono nelle esercitazioni analitiche precedenti, non c'è proprio paragone. Per questo l'ho sempre usato anche nella categoria giovanissimi e sono sicuro che , soprattutto fra i provinciali dove spesso gli stimoli e la "cultura dell'allenamento" sono nettamente inferiori che fra i regionali , non sfigurerebbe neanche nelle categorie allievi e juniores.

Chiudo con una nota simpatica : qualche collega e lo stesso responsabile tecnico, venuti a conoscenza di qualcuna delle schede di allenamento pubblicate in questo blog , mi hanno obiettato "davvero riesci a fare tutti quegli esercizi in un allenamento?" parafrasandomi con uno scherzoso "sarai matto". Diciamo che queste schede servono da promemoria per tutto quello che vorrei proporre durante la seduta : molto spesso capita che una o più esercitazioni vengano saltate o accorpate , perché per imprevisti o tempi morti si rischia di sforare ( e di terminare la seduta con i genitori che ti guardano di trasverso ) o molto più semplicemente perché un esercizio non viene svolto come si pensava ed è necessario soffermarcisi più tempo del previsto. Lo scrissi già nel primo post del blog : l'ultima parola spetta sempre al campo.

Friday, May 16, 2008

Un-due-tre-stella e la guida della palla

Nella visita al settore giovanile dell'Atalanta con l'AIAC Macerata , Stefano Bonaccorso ci ha tenuto una lezione sull'utilità della riproposizione dei giochi popolari nella scuola calcio , che permettono di sviluppare in forma ludica molte capacità propedeutiche al gioco del calcio: attraverso i giochi i giocatori in erba imparano ad affrontare le molteplici situazioni dello sport e della vita: l’io, l’altro, le regole, il divertimento, la vittoria, la sconfitta, la lealtà, l’errore, l’egoismo, la solidarietà, la gioia, la rabbia, la sfida, il rischio, la paura, ecc ( dagli atti del 3° convegno sul calcio giovanile dell'associazione prima del risultato ).

Ci ha poi mostrato a titolo d'esempio le capacità sviluppate dai ragazzi nel gioco del rubabandiera ( reattività , capacità di accelerazione , capacità di arresto , inganno dell'avversario ) e dei quattro cantoni eseguito con e senza palla ( anche qui : reattività , capacità di accelerazione ed arresto ma soprattutto visione periferica e capacità di intesa e comunicazione con il compagno con il quale ci si vuole scambiare di posto ).

Nell'ottica di passare da una squadra di giovanissimi 2° anno ad una di esordienti 1° anno , sto cercando di inserire alcuni di questi giochi nelle attività di riscaldamento , consapevole che le esigenze di un gruppo di esordienti sono diverse da quelle di un gruppo di pulcini o addirittura primi calci , ai quali si riferiva Bonaccorso ( e infatti assistendo alle sedute dei loro esordienti , di giochi ne ho visti ben pochi! :D ) : se nei primi calci e magari anche nei pulcini l'attività ludica deve essere preponderante , negli esordienti questo genere di giochi può essere un'ottima attività iniziale , ma nel resto della seduta è necessario concentrarsi su esercitazioni più specifiche.

Nel mesociclo dedicato alla guida della palla ho quindi pensato di rispolverare il gioco noto come un-due-tre stella : per questioni di specificità ho preferito inserire sin da subito la palla , ma nulla vieta , se i ragazzi sono un po' in ritardo motorio , di proporlo inizialmente nella sua versione classica senza la palla.

Lo scopo del gioco penso sia noto a tutti , ma lo ripropongo brevemente : i giocatori si dispongono con la palla su una linea di fallo laterale e l’istruttore si pone sull’altra. Quando l’istruttore è voltato di spalle i ragazzi devono condurre la palla conquistando più spazio possibile verso la linea di meta ; quando l’istruttore si volta verso i ragazzi , questi devono arrestarsi : chi viene sorpreso ancora in movimento riparte dalla posizione iniziale; vince chi supera per primo la linea di meta e conquista il posto dell'istruttore.



Gli obiettivi toccati dall'esercizio sono molteplici :

- guida della palla a testa alta per percepire quando l'istruttore sta per voltarsi

- guida della palla con frequenza dei tocchi variabile , in particolare con tocchi meno frequenti quando si parte e più frequenti quando l'istruttore sta per voltarsi (per riuscire ad arrestarsi in tempo)

- equilibrio monopodalico statico , dinamico e nella fase di transizione da dinamico a statico ( arresto )

- capacità di reazione semplice a stimoli uditivo-visivi ( se l'istruttore pronuncia la famosa frase "un-due-tre-stella" ) o solo visivi ( se l'istruttore si volta in silenzio ).

Il metodo che suggersico di utilizzare per far rendere al massimo questa esercitazione , soprattutto per quanto riguarda la giusta frequenza dei tocchi durante la guida della palla , è il cosiddetto "globale-analitico-globale" di cui si è già accennato in post precedenti , ovvero si lascia in una prima fase i ragazzi liberi di giocare e sbagliare. Molti non riusciranno ad arrestarsi in tempo perché conducono la palla toccandola ogni 3 o 4 passi : si può quindi chiedere di eseguire un paio di andate e ritorni da fallo laterale a fallo laterale guidando la palla con un tocco ad ogni passo. Si torna quindi a giocare altre manches chiedendo ai ragazzi di provare se non sia più redditizio guidare la palla con il metodo appena introdotto ( soprattutto poco prima che l'istruttore o chi per lui si sta voltando ).

Qui sotto ho riportato un esempio di possibile seduta , in particolare la prima del mesociclo guida della palla e dribbling.

Friday, May 9, 2008

Mino Favini e Lla siepe di Zingonia

Mino Favini , per chi segue un po' il mondo del calcio giovanile , è uno di quei personaggi che ti verrebbe spontaneo guardare dal basso verso l'alto , non foss'altro che per la lunga lista di campioni scovati in una vita interamente dedicata al calcio : Vierchowood, Fontolan, Matteoli , Borgonovo, Annoni, De Marchi, Simone, Zambrotta, De Ascentis, Pedone , Donati , Pelizzoli, Morfeo, Tacchinardi, Locatelli , Pazzini , Montolivo , ma potrei continuare fino a fondo pagina!

Se lo ascolti parlare , però , ti accorgi subito che non è un tipo a cui piace stare sul piedistallo. L'umanità che lo contraddistingue ci ha colpito subito quando , arrivati a Zingonia per la visita al settore giovanile dell'Atalanta , ci accoglie per i saluti di benvenuto; ne abbiamo la conferma quando , lasciati liberi di girare per il centro sportivo nerazzurro ad osservare gli allenamenti delle varie categorie dagli esordienti alla prima squadra , si intrattiene con questo o quel collega a raccontare aneddoti.

Così ci racconta di quando ha scommesso su Gianfranco Matteoli o Marco Simone , contro tutti gli integralisti del "calcio muscolare" che non li ritenevano sufficientemente strutturati ( "troppo piccoli , dove vuoi che vadano" gli dicevano : verrebbe da ringraziare i tanti Mino Favini sparsi per il mondo che ci permettono oggi di ammirare un Messi piuttosto che un Giuseppe Rossi o un Giovinco ) ; oppure , elogiando la cultura del lavoro di De Ascentis che stava svolgendo un lavoro differenziato sotto i nostri occhi , ci ricorda di quando nei primi anni '90 , responsabile del settore giovanile al Como , l'allora mister della prima squadra gli chiese un primavera che facesse da lepre per il test di Cooper : il ragazzino quasi doppiò i colleghi più anziani fra maledizioni di ogni genere.

Ma il consiglio che più mi è rimasto impresso , sul quale mi piacerebbe svolgere una breve riflessione , è la metafora della siepe. Una perla di poesia e pragmaticità , che induce empatia immediata in chi , magari chiamandola in un altro modo , la siepe ce l'ha sempre chiara in testa ogni volta che varca il cancello del campetto di provincia : "non vi preoccupate di vincere 1-0 piuttosto che 2-0 perché tanto - ci dice - alla fine quel che conta è saltare la siepe".

Lo guardiamo un po' perplessi e lui ci indica due campi del centro sportivo di Zingonia : nell'uno si allena la prima squadra , nell'altro la primavera. In mezzo , una siepe alta due metri che li divide.

La metafora è più che mai azzeccata , perché nell'atteggiamento di fronte a quella siepe si distinguono le visioni del mondo di chi opera nel calcio giovanile : 


- ci sono gli istruttori , quelli costantemente impegnati a far crescere e migliorare i propri ragazzi ( anche sbagliando , perché l'errore è parte integrante di quel percorso di crescita ) sperando che , un giorno supereranno la siepe ... e poco importa che saranno altri a prendersene il merito ; 

- ci sono quelli che si concentrano sul risultato del "campo di quà" e preferiscono non pensare al "campo di là" e buonanotte ai sognatori ;

- ci sono gli allenatori di prime squadre : alcuni più coraggiosi , che aiutano i ragazzi a saltare , altri col braccino corto , che pensano a salvarsi le pelle da società che non conoscono le parole programmazione e pazienza ; 

- ci sono infine i dirigenti , i responsabili tecnici , i direttori sportivi , i presidenti , che in un certo senso costituiscono i "guardiani della siepe" : se con l'istruttore giovanile si limitano alla telefonata di fine partita per il rituale "quanto hai fatto" , se l'allenatore di prima squadra al secondo pareggio è già in discussione , se le rose si fanno guardando ai curriculm e non valutando la prospettiva ( perché è molto più facile dire che un giocatore di 30 anni è "da eccellenza" se sull'almanacco c'è scritto che ha giocato in serie D o in C2 , molto più difficile se è un ragazzotto che viene dal settore giovanile ) , c'è poco da fare , non c'è trampolino che tenga e la siepe resta invalicabile.

Allora ti chiedi se forse non hanno ragione quei tuoi colleghi che oltre la siepe non guardano , quelli che è meglio un uovo oggi che una gallina domani , quelli che fra 1-0 e 2-0 c'è differenza eccome .. checché ne dica il Mino Favini di turno.

p.s. Per chi volesse approfondire la figura di Mino Favini consiglio questi link :

1) intervista su il portale dello sportivo
2) presentazione su panathlon.net in occasione della consegna del premio alla carriera
3) intervista su sport.it

Thursday, May 8, 2008

Viaggio-studio all'Atalanta B.C.

Ieri con la sezione AIAC di Macerata sono stato ad un viaggio-studio presso il centro sportivo di Zingonia , dove si allenano la prima squadra e il settore giovanile dell'Atalanta B.C. ( che per chi non lo sapesse sta per Bergamasca Calcio ).

In mattinata ci ha accolto Stefano Bonaccorso , una delle figure più in vista del calcio giovanile italiano , che ci ha parlato dell'opportunità di riscoprire i vecchi giochi popolari come forma di stimolo psico-motorio per i ragazzi della scuola calcio ( dai piccoli amici agli esordienti ).

Dopo pranzo siamo stati accolti dal responsabile del settore giovanile nerazzurro , Mino Favini , che ci ha presentato l'attività e i successi di quello che è una statistica del centro studi di Coverciano ha stabilito essere il miglior settore giovanile italiano e ci hanno lasciati liberi di seguire gli allenamenti di tutte le squadre dagli esordienti alla primavera , interloquendo a fine seduta con gli stessi tecnici che sono stati molto disponibili nel rispondere alle nostre domande.

Davvero un'esperienza positiva.

Friday, May 2, 2008

Un campione per un fondamentale : la veronica ( o roulette ) di Monsieur Zidane

Riprendo la rubrica un pallone per un fondamentale con Zinedine Zidane e la "sua" veronica o roulette.


La veronica è un gesto che si vede abbastanza di rado nel calcio d'elites , ancora meno fra i dilettanti e quasi mai nei nostri settori giovanili. Per questo si presta a mettere in luce due errori che secondo me sono piuttosto comuni nella didattica del dribbling ( o almeno lo sono stati per gli allenatori che ho avuto nel settore giovanile ) :

1) si tende a pensare alla finta e al dribbling come capacità innate , che si apprendono direttamente in situazione , trascurando l'analicità e l'approccio sistematico che invece è riservato ad altri gesti tecnici. Questo articolo apparso sul notiziario del settore tecnico è la conferma che questa visione è ancora molto diffusa : a Gennaio 2006 non esisteva ancora una categorizzazione sistematica e una nomenclatura univocamente condivisa delle finte , come invece esiste da decenni per tutti gli altri gesti tecnici. La veronica dimostra proprio che alcune finte non vengono spontanee durante l'1c1 , a meno che non si sia prima appreso e perfezionato il movimento in assenza di avversario ; in compenso si tratta di un gesto relativamente semplice , cioè si imprime facilmente nella memoria dopo un numero non eccessivo di ripetizioni. A questo proposito , una novità che ho pensato di introdurre nella programmazione della stagione per gli esordienti del prossimo anno è di sfruttare per questo scopo il pre-riscaldamento , ovvero quella fase durante la quale si attende che tutti i ragazzi si siano cambiati e che l'allenatore abbia preparato il setting della seduta : affrontando una finta diversa ad ogni mesociclo , i ragazzi sanno che possono ( e devono ) impiegare il tempo che trascorre dall'uscita degli spogliatoi all'inizio dell'allenamento vero e proprio a provare liberamente la finta della settimana. Otterrei così il duplice scopo di affrontare durante l'arco dell'anno quasi tutte le finte catalogate nell'articolo di cui sopra e di risparmiare tempo prezioso all'interno delle sedute vere e proprie per l'esecuzione situazionale; veniamo così al secondo aspetto:

2) nell'esecuzione situazionale della finta (1c1 , 2c1 , ecc ) , che invece trova ampio spazio nelle sedute di allenamento sin dalla scuola calcio , si dovrebbe rproporre per ciascuna finta una o più situazioni di gioco in cui essa risulti redditizia , così che ritrovando lo stesso contesto in partita il ragazzo possa associare immediatamente al problema (situazione) la soluzione (finta e dribbling); ho sottolineato il termine immediatamente perché mi è capitato di leggere ultimamente il libro di R.Capanna , Allenare Oggi Le Quattro Regole d'Oro , in cui si afferma che secondo recenti ricerche di alcuni neuroscenziati se lo stimolo creato da una situazione di gioco ricalca abbastanza fedelmente un contesto già affrontato e risolto in precedenza , la programmazione del gesto motorio in reazione allo stimolo avviene senza che vengano sollecitate le aree cognitive. Avrò modo in seguito di riaffrontare questo argomento , per ora mi preme sottolineare che la veronica si presta molto bene ad esemplificare questa seconda questione relativa alla didattica del dribbling : c'è una particolare situazione , che viene mostrata nel video al minuto 1:30 e che Zidane spiega chiaramente al minuto 1:20 , in cui la veronica può risultare la soluzione ottima al problema; è il caso in cui la palla è "contesa" a metà strada fra attaccante e difensore ( perché il primo se la è allungata in guida della palla o semplicemente perché vi si è trovata dopo un rimpallo) , tanto da indurre il difensore a tentare l'intercetto ("pensi di poter prendere il pallone e quindi vieni in avanti" dice Zidane all'intervistatore che si improvvisa difensore ) ; la veronica è ottimale perché permette all'attaccante di anticipare l'intervento del difensore , richiamare rapidamente la palla verso la propria sfera di competenza , proteggerla interponendo il corpo e superare il difensore senza che la palla sia mai scoperta ( durante l'intera rotazione fra difensore e attaccante c'è sempre di mezzo il corpo di quest'ultimo ). In molte altre situazioni , specialmente quando il portatore di palla ha saldamente il possesso della stessa e non si tratta quindi di una situazione di palla "contesa" , tentare una veronica può risultare addirittura controproducente .. perché rispetto ad altri dribbling si rischia di perdere il contatto con la palla.

Per chiudere l'argomento , a dimostrazione che in fondo la veronica non è un'esclusiva di Zidane ma è invece possibile vederla anche in una modesta partita di un campionato provinciale , a patto che il gesto sia stato memorizzato (punto 1) e che si sia in grado di riconoscere la situazione di gioco in cui può essere redditizia (punto 2) , eccola eseguita da Eg.M. contro la Castelfrettese , proprio nella situazione di gioco descritta poche righe sopra :