Thursday, March 19, 2009

Corso di aggiornamento dell'Ascoli Soccer Academy

La scorsa settimana sono stato al corso di aggiornamento dell'Ascoli Soccer Academy. Riporto qui il resoconto che ho già pubblicato sul sito della società:

Torniamo a insegnare la tecnica

Torniamo ad insegnare (bene) la tecnica : volendo riassumere in una battuta quanto emerso al corso di aggiornamento 2009 dell'Ascoli Soccer Academy , è questa la preoccupazione che ci riportano i nostri tecnici che hanno partecipato al convegno svoltosi in quel di Ascoli il 9 e 10 Marzo scorsi.

Chiaramente si tratta di una forzatura "giornalistica" , perché le trattazioni e le argomentazioni sono state ben più ampie e articolate e cercheremo di farne un resoconto il più possibile fedele , però certamente si può affermare che la preoccupazione per l'insegnamento della tecnica , sia di base che applicata , è stato il filo conduttore delle lezioni in aula e sul campo tenute da Mister Attilio Maldera ( docente di tecnica e tattica calcistica presso il centro di Coverciano ) e di Mister Massimo Cacciatori ( anch'egli docente del settore tecnico di Coverciano ai corsi per allenatori ) : troppa fretta di insegnare la tattica collettiva , spesso con metodi prettamente analitici che soffocano il pensiero tattico dei ragazzi e la loro libera iniziativa , dimenticando che , come ricordato da Mister Maldera , non può esserci tattica senza la tecnica e senza una buona padronanza della palla.

Argomento ripreso e confermato anche da Mister Franco Colomba , che ha allietato i partecipanti al convegno con un'oretta di conversazione : l'allenatore ex Reggina , Napoli e Verona , ha confermato come anche nelle più alte categorie del calcio professionistico italiano si sta osservando una certa inversione di tendenza , rispetto alla forte predominanza che l'aspetto fisico-condizionale ha avuto su quello tecnico negli ultimi 20 anni.

La prima giornata del seminario

Andiamo con ordine : il convegno si è aperto la mattina di Lunedì 9 Marzo con la relazione della Dott.ssa Raimonda Minervino , psicopedagogista e mediatrice familiare nonché collaboratrice dell'A.C. Milan. Dopo un breve ripasso del profilo psico-motorio dei ragazzi per ciascuna fascia d'età ( certamente già noto a tutti i partecipanti ) l'interessante chiave di lettura è stato il ribaltamento della prospettiva : dall'analisi psicopedagogica dei ragazzi ad una proposta di autovalutazione introspettiva , sotto l'aspetto psicologico e caratteriale , degli allenatori presenti.

E' stato chiesto a ciascuno di mettersi in gioco , compilando un questionario in cui gli istruttori sono stati invitati a confrontare la percezione che avevano di sé stessi , con quella che dall'esterno appare a ragazzi , genitori , dirigenti. Obiettivo finale , cercare di comprendere se si ha un carisma innato o se è il caso di migliorarsi per costruire quanto più possibile questa dote , imprescindibile per ogni allenatore.

Interessante anche l'analisi riservata alle dinamiche di gruppo , anche qui con un ribaltamento della prospettiva rispetto agli argomenti solitamente trattati nei corsi per allenatori : non soltanto l'analisi delle dinamiche all'interno del proprio gruppo di giocatori , ma l'analisi di ciascun allenatore all'interno delle dinamiche di gruppo con i colleghi , il responsabile tecnico , la società. L'importanza di buone dinamiche relazionali fra i tecnici della stessa società è emersa anche nel dibattito a margine , dove la compattezza di tecnici e società nel condividere e perseguire gli obiettivi societari è stata unanimemente riconosciuta dai presenti come la migliore garanzia di fronte a eventuali ingerenze dei genitori e problemi con i ragazzi.

Al termine della relazione della Dott.sa Minervino , Mister Maldera e Mister Cacciatori hanno offerto una panoramica del lavoro che si sarebbe svolto nel pomeriggio , al termine del pranzo servito presso la bellissima struttura di Villa Pigna a Castignano , nella cui sala convegni si sono svolte le lezioni in aula . Le lezioni pratiche si sono tenute in uno dei campi sintetici del Centro Sportivo Città di Ascoli , letteralmente un gioellino di struttura che nulla ha da invidiare ai vari Zingonia o Trigoria dovetua distanza di pochi metri si allenano sia i giocatori della prima squadra di mister Colomba che tutti i ragazzi delle giovanili : il miglior biglietto da visita per la volontà dell'Ascoli Calcio di diventare un punto di riferimento a livello giovanile non soltanto nelle Marche ( dove lo è gIà ) , ma in tutto il centro Italia.

La società bianconera ha messo a disposizione delle dimostrazioni di Mister Maldera l'intera squadra giovanissimi 1995 di Mister Schicchi ( seduto a lezione fra i banchi dei tecnici aggiornandi insieme a molti altri istruttori del settore giovanile bianconero ) , che quest'anno ha disputato il campionato regionale e che si appresta ad affrontare nella prossima stagione il campionato giovanissimi nazionali. La seduta è cominciata con esercitazioni di riscaldamento con la palla finalizzate alla guida e al dribbling , per passare poi al gesto tecnico in situazione , incentrato sull'1c1 in fase offensiva e difensiva. Particolare attenzione è stata posta da Mister Maldera sull'intensità , che deve essere il più possibile prossima a quella di gara.

La parola è passata poi a Mister Cacciatori , che ha presentato alcune esercitazioni specifiche per il portiere , avendo a disposizione i portierini della scuola calcio , un estremo difensore della categoria allievi ed uno della categoria primavera : focus sull'importanza di sviluppare per tempo le capacità coordinative , senza le quali qualsiasi calciatore , e il portiere in particolare , sono costretti a gesti contratti , che non permettono di sfruttare in maniera efficiente le capacità condizionali ( e la forza in particolare ) di cui via via vengono a disporre in seguito allo sviluppo. Nei portieri scoordinati , inoltre , al problema dell'utilizzo poco efficace della forza si accompagna il problema dei traumi e degli infortuni : studi statistici hanno dimostrato che un portiere va a contatto anomalo col terreno , durante una seduta di allenamento , dalle 80 alle 200 volte e pertanto l'aspetto del contatto col terreno deve avere un grande rilievo nella preparazione dei portieri.

La seconda giornata

La seconda giornata si è aperta con Marco Stoini , direttore tecnico dell'Ascoli Soccer Academy , che ha presentato il progetto e le sue finalità : rispetto a quanto già noto e pubblicato su questo sito , veniamo a sapere che le società affiliate in tutta Italia sono 54 e che fra allenatori e osservatori lo staff tecnico è composto da circa 40 persone , che permettono all'Ascoli Soccer Academy di operare con capillarità nell'opera di scouting in tutta Italia per la società Ascoli Calcio.

La lezione in aula di Mister Maldera si è aperta con una breve analisi della seduta di allenamento del pomeriggio precedente : l'aspetto che più ha colpito l'attenzione degli stagisti è stata l'intensità con cui i giovanissimi dell'Ascoli avevano affrontato ogni esercitazione , anche la più semplice : intensità che , ha ribadito il tecnico di Coverciano , deve essere quanto più possibile prossima a quella di gara affinché l'esercitazione possa essere allenante. Mister Maldera ha citato come esempio alcune visite effettuate presso alcuni centri calcistici francesi , come quello di Lione , squadra in grado di inserire ogni stagione in prima squadra nuovi elementi capaci di giocarsela anche in competizioni importanti come la Champions League.

La lezione di Mister Cacciatori è stata invece incentrata sull'integrazione del portiere nella squadra : l'ex giocatore di Ascoli , Lazio e Sampdoria ha fatto presente per quanto oggi quasi ogni allenatore sia affiancato da un preparatore che segue specificamente i portieri , ogni tecnico ha comunque il dovere di saper almeno valutare le caratteristiche dell'estremo difensore in relazione alle caratteristiche del proprio modulo di gioco e della propria filosofia del calcio ( non foss'altro perché a pagare le conseguenza di scelte errate è quasi sempre l'allenatore e mai il preparatore dei portieri ) . Tanto per fare un esempio , un allenatore che predilige portare un pressing alto con la linea difensiva spesso nella metà campo avversaria dovrà dotarsi di un portiere abile nelle uscite e tecnicamente valido , mentre chi invece predilige la linea difensiva bassa dovrà invece puntare su un portiere molto sicuro fra i pali.

Nel pomeriggio Mister Maldera ha proposto una seduta di allenamento che ha avuto come obiettivi didattici i tempi e gli spazi di gioco , la differenza fra passaggio sull'uomo e passaggio sullo spazio , lo smarcamento : come riscaldamento sono state proposte esercitazioni in cerchio con passaggio al compagno sullo spazio , che tenendo occupati non soltanto i piedi ma anche e soprattutto la concentrazione possono anche essere ottime proposte per il pre-partita.

Si è passato poi ad esercitazioni sui quadrati : dal celeberrimo esercizio a terne sul quadrato per lo smarcamento ( al compagno in possesso palla vanno sempre date due soluzioni di passaggio ) si è passati ad esercitazioni a gruppi di 5 con un giocatore per ogni vertice , uno interno che funge da sostegno e due dei giocatori sui vertici che incrociano ( soluzioni di passaggio sul lungo o sul corto ) . L'ultima esercitazione non finalizzata è stato un possesso palla 5c2 in un rettangolo per allenare l'alternanza fra passaggio sul corto e passaggio sul lungo , situazione che può capitare in gara sia nel cambio di gioco ( alternanza corto-lungo con passaggio sul lungo in ampiezza ) che nella rapida ricerca della profondità ( alternanza corto-lungo con passaggio lungo in profondità ). Si è poi passati a situazioni di gioco dal 2c2 al 4c4 aggiungendo via via giocatori.

Particolare attenzione in queste esercitazioni finali di tattica collettiva è stata posta sui comportamenti individuali dei giocatori in campo , chiudendo così il cerchio con la preoccupazione iniziale : per quanto un modulo possa essere efficace , per quanto possa essere importante la collaborazione all'interno del collettivo , il giocatore in campo si trova sempre ad effettuare scelte individuali e a dover fronteggiare da solo l'avversario. La più riuscita delle diagonali può risultare inutile se il giocatore che va in pressione sull'avversario non dispone della tattica individuale necessaria ad affrontarlo o se l'avversario dispone di tecnica nettamente superiore per superarlo facilmente in dribbling.