Thursday, February 19, 2009

L'1c1 difensivo : questioni generali ed una esercitazione specifica

L'esercizio che propongo in questo post è pensato per chi , come il sottoscritto , ha a disposizione solo due allenamenti a settimana ed è quindi costretto a proporre esercitazioni che allenino contemporaneamente più aspetti , sia durante le esercitazioni tecnico-tattiche che in quelle coordinativo-motorie.

In questo caso , parlando di 1c1 , molteplici sono le situazioni in cui il difensore può affrontare l'avversario in possesso palla : 1c1 con attaccante voltato spalle alla porta , 1c1 frontale in zona centrale , 1c1 frontale su una fascia laterale.

L'esercizio si presta bene a riepilogare come comportarsi in queste diverse situazioni , che andrebbero precedentemente affrontate una per una , altrimenti per il ben noto principio troppa informazione = nessuna informazione rischiamo di proporre un carico eccessivo di nuove nozioni in un'unica dose, col rischio concreto che nessuna di esse venga appresa in forma stabile.

In precedenza avremo cioè dover spiegato ai nostri ragazzi che :

1) affrontando in 1c1 un attaccante voltato di spalle , al limite dell'area o comunque in zone dove può pervenire al tiro , è necessario che il difensore riduca subito gli spazi di manovra dell'avversario , portandosi a contatto petto-schiena e avendo cura di non spingerlo e di non commettere fallo con le braccia , che saranno quindi tenute ben aperte. Per farmi comprendere sono solito dire ai difensori che se costringono l'avversario a passare la palla ad un compagno a sostegno possono ritenere di aver svolto il proprio compito ; se invece l'avversario riesce a girarsi fronte alla porta o a conquistare una punizione , c'è in qualche modo la loro responsabilità. In altre parole l'anticipo sull'avversario di spalle va tentato solo se questi compie evidenti errori di copertura della palla , altrimenti meglio continuare a difendere la porta e obbligarlo a ricominciare l'azione.

2) affrontando un avversario frontalmente su fascia laterale devono cercare di:
2a) andare inizialmente in pressione fino a posizionarsi ad una distanza di sicurezza di circa un metro lungo la traiettoria attaccante-porta ( difesa della porta e presa di posizione , due dei principi fondamentali della tattica individuale in fase di non possesso );
2b) tenere gli appoggi non allineati , me nella posizione che permetta la massima reattività ( quella che Mister Gnagnetti allo stage dell'Ascoli Soccer Acedemy definì di guardia , mutuandola da sport come la scherma e il pugilato );
2c) arretrare con corsa scivolata all'indietro ed appoggi come al punto 2b) , avendo cura di indirizzare l'avversario verso l'esterno , dove è chiaramente meno pericoloso e lo specchio della porta si restringe;
2d) se l'attaccante effettua delle finte o dei cambi di direzione , cercare inanzitutto di tenere fissi gli occhi sulla palla per non farsi ingannare dalle finte e soprattutto cambiare direzione di conseguenza ( per continuare il paragone con la scherma o col pugilato possiamo parlare di cambio da guardia destra a guardia sinistra ) avendo cura di non voltargli mai le spalle , perché la perdita del contatto visivo con l'avversario e la palla può essere fatale;
Riassumendo : anche qui il contrasto e l'intercettamento vanno tentati solo se l'attaccante mostra palesemente di perdere il contatto con la palla; altrimenti si cerca di indirizzarlo verso l'esterno e , in caso di finta , essere più reattivi possibile nel voltarsi e nel capitalizzare il metro di vantaggio iniziale dato dalla cosiddetta distanza di sicurezza.

3) affrontando un avversario frontalmente in zona centrale , rispetto a quanto detto al punto 2 si hanno le seguenti differenze:
3a) la direzione preferenziale verso cui indirizzare l'attaccante non è la fascia più vicina , essendo entrambe le fasce troppo distanti; il difensore dovrà scegliere dove indirizzare l'attaccante sulla base di altri parametri : proprio piede dominante e quindi proprio lato forte , piede non dominante dell'attaccante e quindi suo lato debole , lato dove stanno rientrando eventuali compagni per il raddoppio;
3a) arretrando indefinitamente per mantenere la distanza di sicurezza , si fa guadagnare troppo campo all'attaccante e avvicinandosi alla porta sarà sempre più difficile chiuderne lo specchio ( viceversa sulla fascia l'avanzamento dell'attaccante produceva un restringimento dello specchio ) ; per questo motivo il difensore dovrà prima o poi contrastare l'avversario e tentare l'intercetto , avendo cura di scegliere l'attimo in cui l'attaccante perde il contatto con la palla ( o addirittura indurlo a scoprirla mediante finte difensive).

Detto questo , passiamo ad illustrare l'esercizio. Si svolge su una metà campo e prevede la partecipazione di 3 centrocampisti (C1,C2,C3) , 1 attaccante (A1) e 2 difensori (D1,D2 ) , disposti in 4 stazioni per i giocatori che attaccano e 2 per i giocatori che difendono , come mostrato nelle figure 1 e 2 ( al termine di ogni esecuzione i giocatori che hanno preso parte all'azione cambiano stazione ).


Figura 1

Figura 2


L'esercizio inizia con C1 che serve A1 nel quadrato. A1 è contrastato spalle alla porta da D1 e dovrà decidere se:

A) voltarsi per concludere, passando per le due porticine contraddistinte dai cinesini rossi : in tal caso l'azione termina , con la chiara certezza per il difensore di aver commesso un errore permettendo all'attaccante di voltarsi;

B) appoggiare nuovamente per C1 ( dai e segui ) , che cambierà gioco per C3 (figura 1); C3 sarà affrontato da D2 in fascia laterale , il cui obiettivo sarà impedirgli di entrare in area ( indirizzamento verso l'esterno , come visto sopra ). Se C1 riesce ad entrare in area deve essere lasciato libero di concludere;

C) appoggiare centralmente per C2 ( figura 2 ), che affronterà un 1c1 in fascia centrale ancora con D2. L'obiettivo per D2 sarà far indirizzare C2 verso l'esterno dell'area o intervenire tentando il recupero quando C2 si sarà avvicinato eccessivamente alla porta. Se C2 è costretto ad uscire dall'area , il difensore ha svolto il proprio compito e l'azione termina con il successo di D2.

Sempre per il principio che non vanno comunicate troppe informazioni tutte insieme , inizialmente si possono omettere i vincoli ( passaggio per le porticine rosse dell'attaccante spalle alla porta , obbligo per il difensore in fascia di non far entrare l'attaccante in area e per l'attaccante in zona centrale di non farsi portare fuori dall'area ) e far svolgere semplicemente tre 1c1. Dopo un certo numero di esecuzioni si introducono i vincoli e se ne spiega il significato.

Wednesday, February 11, 2009

Il tiro di collo pieno ( 2° parte ) : la punta del piede

Come anticipato in un post precedente iniziamo ad affrontare ad uno ad uno gli errori che impediscono di effettuare correttamente il tiro di collo pieno dal più semplice ( ma non banale come potrebbe sembrare ) : il posizionamento della punta del piede.

Canonicamente , come si può leggere in ogni manuale , la punta deve essere tenuta rivolta verso il basso , con l'articolazione della caviglia rigida , il più possibile allineata con la tibia quasi a costituirne un prolungamento.

Viceversa:

1) se la punta non è sufficientemente rivolta verso il basso , ad arrivare per prime a contatto con la palla saranno parti anatomiche del piede diverse dal collo , tipicamente la punta
2) se l'articolazione non è rigida intervengono fenomeni di assorbimento dell'urto che possono ridurre anche di molto la forza del tiro
3) se la punta non è tenuta diritta , ma c'è un'orientamento verso l'interno o verso l'esterno , il tiro non prenderà la traiettoria rettilinea ma tenderà a sfuggire verso l'esterno o verso l'interno. Non necessariamente questo modo di calciare è un errore , perché il calciatore può consciamente orientare la punta in un senso o nell'altro per calciare di interno collo o di esterno collo. Quando questo succede , però , egli avrà preso la rincorsa in modo opportuno e programmato un certo tipo di traiettoria : se invece la rotazione è inconscia , la rincorsa e il posizionamento del piede di appoggio saranno tali da aspettarsi una traiettoria rettilinea , che invece non verrà rispettata , dando luogo ad un errore non solo tecnico ma anche di tattica individuale.

Dicevamo che il problema del posizionamento della punta è semplice ma non banale : non deve infatti essere dato per scontato , perché va insegnato ed è tutt'altro che spontaneo nella maggior parte ragazzi della fascia d'età 8-11 anni. Chiedete ad esempio ad un ragazzo di questa fascia d'età di restare in equilibrio monopodalico spingendo la punta del piede verso il basso e tenendo l'articolazione della caviglia rigida. Ve ne sarà più di uno che faticherà a combinare i due gesti.

Per questo il primo esercizio (1a) che si può proporre è di sdraiarsi su un fianco e , senza palla , ripetere il gesto del calcio di interno collo avendo cura di spingere la punta del piede verso il basso fino ad allinearla perfettamente con la tibia. Fatto questo si possono disporre i ragazzi a coppie e passare a colpire effettivamente la palla (1b).

Una volta riuscita questa esercitazioni si potrà provare a simulare il gesto del tiro senza palla in equilibrio monopodalico sul posto (2a) e poi alternandolo a degli skip (2b) , come mostrato al minuto 0:40 del video che segue.


Si può quindi passare alle esercitazioni a coppie con la palla. Ecco alcuni esempi :
3a) a distanza di 20m calciare la palla al compagno di collo pieno , cercando di tenere la traiettoria il più possibile rettilinea e la punta rigidamente orientata verso il basso come provato negli esercizi senza palla precedenti;
3b) a distanza ravvicinata , circa 5m , un giocatore passa la palla con le mani al compagno ( circa 30cm di altezza da terra ) , che la colpisce di collo pieno cercando di indirizzarla di nuovo nelle mani del compagno. Serie da 20 colpi , alternandone 10 di destro e 10 di sinistro
3c) come sopra , cercando di colpire la palla di controbalzo

Infine si passa finalmente ai tiri in porta veri e propri , avendo cura di far precedere gli stessi da esercitazioni di rapidità e coordinazione , che fanno arrivare il ragazzo al tiro con maggiore concentrazione e rapidità della rincorsa , altro aspetto che come vedremo in seguito risulta fondamentale per imprimere forza alla palla.

Un esempio di esercizio a riguardo può essere il seguente:

4) 8 metri di skip come nell'esercizio 2b + 8 metri di sprint + tiro in porta. Variante 4a con palla servita incontro rasoterra dall'istruttore , variante 4b con palla da fermo.

p.s. come avrete notato si tratta di esercizi fortemente analitici , perché derivano appunto dall'analisi del gesto fin nei minimi particolari. Nel post si è parlato di fascia d'età 8-11 anni per sottolineare che in questa fascia d'età il corretto posizionamento della punta del piede non è un problema banale dal punto di vista motorio per alcuni bambini/ragazzi. Per quanto riguarda invece la fascia d'età in cui sarebbe opportuno iniziare ad affrontare analiticamente il problema e correggerlo , ogni istruttore può regolarsi da sé in base alla propria esperienza , ai propri metodi di lavoro e alle caratteristiche dei ragazzi a disposizione. Per quanto mi riguarda gli esercizi indicati sono stati proposti nella stagione in corso a ragazzi della categoria esordienti primo anno.

Sunday, February 1, 2009

Esordienti : perché tutta questa fretta di giocare 11 contro 11?

In questo post propongo una serie di 3 articoli scritti per il giornalino della S.S.D.Borghetto , di cui l'ultimo volontariamente non pubblicato per non urtare la sensibilità di qualche genitore.

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L'oggetto riguardava infatti la fretta che qualche genitore sembra avere per vedere il proprio figlio della categoria esordienti giocare 11c11 : secondo l'opinione di alcuni di essi l'unico ( "vero" ) calcio , come se il 7c7 o il 9c9 fossero figli di un dio minore. Proprio dopo aver scritto l'articolo qualche genitore mi ha contattato esattamente a proposito di questo argomento e c'era il serio rischio che quanto scritto in tempi non sospetti fosse visto come un attacco personale .. quindi ho preferito soprassedere.

L'articolo riprende le argomentazioni contenute nella guida tecnica per le scuole calcio pubblicata dal settore giovanile della FIGC , dove viene spiegato che il 7c7 e il 9c9 presentano caratteristiche di sviluppo del gioco che non possono che favorire la crescita a misura di bambino.

Non a caso , in questo periodo di sosta , ho approfittato per proporre ai miei ragazzi alcune amichevoli 7c7 contro i pulcini 1998 : inizialmente sembravano trovarsi in difficoltà nel tornare a giocare secondo le modalità dello scorso anno , perché a differenza del 9c9 gli spazi sono più stretti e richiedono una maggiore protezione della palla , una ricezione più attenta e precisa , minori tempi di decisione prima di concludere e impostare l'azione. Tutte caratteristiche che è bene "ripassare" e perché di importanza fondamentale anche nel 9c9 e nell'11c11 : nel calcio in generale , insomma.