Tuesday, September 30, 2008

Ancora sui tempi di smarcamento

Torno sull'argomento , di cui si è parlato qui , perché uno degli errori più frequenti che i miei ragazzi hanno commesso nella prima amichevole stagionale riguarda proprio l'errata scelta di tempo nel movimento incontro al portatore di palla. Era un obiettivo che avevo chiesto in particolare ai centrocampisti centrali e alla punta , perché l'amichevole doveva essere un momento di verifica del lavoro svolto nel periodo preparatorio :

- ai centrocampisti centrali chiedevo di dare appoggio ai difensori che impostavano l'azione

- alla punta chiedevo di dare appoggio a sua volta ai centrocampisti

La buona volontà c'è stata , ma :

1) qualche volta partivano troppo presto , quando ad esempio il difensore stava ancora aspettando palla dal portiere , con l'effetto di trovarsi a ridosso della linea dei difensori nel momento in cui era effettivamente arrivato il momento di ricevere palla; a quel punto il passaggio si riduceva ad una "palla consegnata" pressoché inutile , perché di fatto il centrocampista toglieva la palla dai piedi del difensore senza aver guadagnato neanche un metro in profondità.

2) qualche volta aspettavano troppo , restando di fatto marcati dal diretto avversario e mettendo in difficoltà il portatore di palla che si vedeva privato della principale soluzione di passaggio ( e su questo errore abbiamo regalato diverse palle pericolose all'avversario da cui sono venuti anche uno o due goal ).

Dall'allenamento di oggi iniziamo ad affrontare in modo specifico il "triangolo uno-due" , quindi ho pensato di modificare l'allenamento odierno per focalizzare l'attenzione proprio sul tempo dello smarcamento : gli esercizi 3,4, e 5 stimolano proprio questa capacità.

Thursday, September 18, 2008

Quale tecnica di corsa per il calciatore?

Quante volte a noi istruttori è capitato di vedere ragazzi che corrono con le braccia bloccate sul corpo , o altri che trascinano i piedi sollevandoli appena da terra , o altri ancora che appoggiano pesantemente i piedi a terra con l'intera pianta del piede ( quasi come "dovessero schiacciare degli scarafaggi" sono solito dire scherzando ad alcuni dei miei )?

Capita di vederne anche fra gli adulti nelle categorie dilettantistiche , pochi per la verità , ovvero quelli che sono comunque in grado di essere efficaci nonostante movimenti che oggettivamente conducono a sprechi di energia e perdite di velocità.

E' chiaro che ad un adulto che ha automatizzato questo gesto e riesce nel bene e nel male ad essere efficace non ha senso proporre interventi correttivi, quindi è necessario intervenire prima. Qual'è l'età più proficua per intervenire? Mi pongo la questione proprio quest'anno perché mi trovo ad allenare gli esordienti 1° anno , che a mio parere è l'età ideale per intervenire sulla tecnica di corsa:

1) i ragazzi non sono ancora adulti e non hanno ancora automatizzato la tecnica di corsa in modo definitivo;

2) le capacità di attenzione e di astrazione iniziano ad essere sufficientemente sviluppate da poter affrontare esercizi analitici in cui il gesto tecnico ( compresa la corsa ) può essere analizzato e scomposto nelle sue fasi fondamentali e quindi corretto;

3) si possono dedicare 10-15 minuti a settimana ad esercizi specifici all'interno delle esercitazioni senza palla per la rapidità e per la coordinazione , perché la resistenza aerobica può essere allenata implicitamente nelle normali esercitazioni tecnico-tattiche ( riducendo i tempi morti e facendo in modo che i ragazzi siano sempre in movimento ) e non si deve dedicare tempo ad esercizi di forza e resistenza lattacida come è invece necessario nelle categorie giovanissimi e soprattutto allievi.

Resta da definire quale sia la tecnica di corsa da insegnare. Personalmente ho frequentato ben due corsi per la formazione degli istruttori / allenatori di calcio ( CONI-FIGC per la scuola calcio e corso di allenatore di base ) e parecchi corsi di aggiornamento tecnico , ma non ricordo che l'argomento sia mai stato affrontato esaurientemente. Ci hanno insegnato a proporre gli skip , le andature preatletiche , i balzelli fra cerchi e ostacoli bassi , ma nessuno ci ha insegnato a riconoscere se i nostri allievi ( e magari noi stessi per primi ) stanno correndo in modo efficace.

Proprio sul termine efficace è imperniata la questione principale : efficace rispetto a quale obiettivo? La tecnica di corsa per un maratoneta è quella che permette il maggiore risparmio di energia , mentre la tecnica efficace per un velocista è quella che permette di raggiungere la massima velocità. Mi sono documentato su parecchi siti che spiegano alla perfezione come deve correre un maratoneta o un mezzofondista o un velocista e quali esercizi possono essere proposti per correggere eventuali errori.

E per il calciatore? Il modello prestazionale del calciatore ci dice che nelle categorie più elevate egli può correre fino a 12km in una partita alternando le forme di corsa tipiche di tutte le discipline suddette ( sprint , allungo veloce , corsa lenta ) e come se non bastasse, con l'incognita di dover cambiare direzione e velocità in relazione alla palla e agli avversari ( tralasciamo per ora la corsa in guida della palla , perché almeno questa è stata codificata e insegnata nei vari corsi in maniera sufficientemente esaustiva ).

Mi sto documentando sull'argomento e quando avrò risposte soddisfacenti le pubblicherò in qualche post successivo.

Sunday, September 7, 2008

Perché si perde il possesso palla ( 6° ed ultima parte ) : una proposta di periodo preparatorio per categoria esordienti 1° anno

A conclusione della serie di post che questo blog ha dedicato nei mesi scorsi al possesso palla vorrei presentare una proposta di periodo pre-campionato per la categoria esordienti primo anno , che è la naturale conclusione delle riflessioni maturate.

Alcune istruzioni per l'uso , raccolte anche nelle note introduttive che presentano le sedute:

1) non si tratta di una preparazione atletica , perché a mio parere non ha senso parlare di preparazione atletica a quest'età ( 11 anni ) : forza e resistenza lattacida non si possono allenare , mentre resistenza aerobica e velocità/rapidità possono essere allenate proficuamente ma implicitamente nelle esercitazioni con la palla. Le uniche capacità motorie che vengono allenate "a secco" facendo uso dei più svariati attrezzi ( ostacoli alti e bassi , cerchi , funicelle , speed ladder , ecc ) sono le capacità coordinative.

2) si cerca di migliorare il possesso palla migliorando gli aspetti di tattica individuale , come penso abbia capito chi ha seguito questi 6 post : non ha senso , secondo me , impegnare parti consistenti delle sedute a parlare di ampiezza , profondità , scaglionamento , ecc se i ragazzi non sono in grado di ricevere o proteggere palla in modo da mantenerla coperta dall'avversario o di distinguere un passaggio sullo spazio da un passaggio sull'uomo.

Qualcuno potrebbe dissentire ma mi permetto di citare, a sostegno della mia scelta, la seguente statistica curata dall'autore del libro 250 esercizi e giochi per il perfezionamento tattico : di tutte le cause che durante una partita di calcio danno luogo ad una transizione fra fase di possesso palla e fase di non possesso , ben il 50% sono dovuti ad errori tecnici "non forzati" come passaggi sbagliati o cattivo controllo della palla; il 10% è costituito da "errori forzati" , dovuti cioè a pressing e fuorigioco ; il 15% da contrasti persi e il 5% da intercetti. Nel 12% dei casi il possesso passa alla squadra avversaria attraverso un fallo con conseguente punizione , mentre la percentuale di azioni che terminano con una conclusione in porta è solo del 6%.

La statistica si riferisce al calcio degli adulti , quindi presumibilmente l'incidenza degli errori tecnici nelle partite di calcio giovanile è ancora maggiore , più probabilmente un 60-70%. E' su questi aspetti che quindi si possono avere i maggiori margini di miglioramento e su cui bisogna insistere prima di passare a risolvere gli errori di tattica collettiva.

Monday, September 1, 2008

Perché si perde il possesso palla ( 5° parte ) : la protezione della palla , il basket e altre considerazioni

La protezione della palla è l'ultimo fondamentale di tecnica applicata che tratterò in questa serie di post perché è l'ultimo aspetto di tattica individuale che , se migliorato , può avere importanti ripercussioni sulle capacità della propria squadra di mantenere il possesso palla , anche e soprattutto in condizioni di inferiorità numerica.

Prima di presentare alcune sedute di allenamento specifiche per questo obiettivo , però , mi permetto un breve confronto fra l'importanza che il possesso palla riveste nel calcio e in altri sport di squadra con la palla : lo faccio proprio parlando della protezione della palla perché i due aspetti sono secondo me strettamente collegati.

Mi sono chiesto spesso , infatti , assistendo a partite di basket/pallanuoto/football americano ecc perché nel calcio c'è minor consapevolezza che perdere una palla significa consegnare agli avversari un'opportunità per segnare; in altre parole perché i tifosi di calcio non salutano il recupero di un pallone con lo stesso entusiasmo con cui i tifosi di basket salutano la riconquista di un rimbalzo sotto canestro? E perché un giocatore di calcio si può permettere di lanciare via una palla a caso senza essere beccato dai tifosi , mentre non potrebbe permetterselo in una partita di basket o di pallanuoto ( figurarsi il football americano dove la perdita del possesso provoca il fermo del gioco per la sostituzione dell'intera squadra di attacco con la squadra di difesa )? Eppure in entrambi i casi si sta consegnando agli avversari un'opportunità in più per mettere a segno un punto.

La risposta , secondo me , sta proprio nella protezione della palla : nel basket è praticamente impossibile perdere una palla che si ha saldamente in mano e nella pallanuoto è comunque difficile , mentre il passaggio ha i suoi rischi di intercetto più o meno come nel calcio. Questo fa si che la percentuale di azioni che iniziano da una conclusione avversaria e terminano con una conclusione nell'altra porta è molto più alta nel basket o nella pallanuoto che non nel calcio : per dirla con un termine molto in voga fra gli allenatori di oggi , nel basket vi sono molte meno "transizioni" e queste si limitano per lo più a conclusioni non andate a buon fine ( ed è lì appunto che il cestista va a recuperare i rimbalzi ) .

Possiamo trarre qualche conclusione didattica utile per un allenatore di settore giovanile da queste elucubrazioni apparentemente così astratte? Secondo me si. Parliamo di pensiero tattico individuale e proviamo a porci nei panni di un giocatore di basket in possesso della palla ed un giocatore di calcio nella stessa situazione :

1) il giocatore di basket sa che nessuno può portargli via la palla dalle mani e , anche vedendo avvicinarsi l'avversario , può osservare "con calma" le posizioni dei compagni ed attendere lo smarcamento che ritiene più opportuno ( ho messo le parole "con calma" fra virgolette perché poi ci sono le infrazioni temporali o di passi , ma questo non fa che rafforzare il nostro ragionamento : chi ha scritto le regole era consapevole che bisognava forzare il passaggio altrimenti il cestista avrebbe potuto attendere anche per tempi lunghissimi tanta è la sua certezza di non perdere palla ).

2) il giocatore di calcio non ha la certezza di non perdere palla e sa che dovrà cercare un compagno libero per il passaggio ( o concludere ) molto più in fretta del cestista;
2a) il giocatore di un certo livello, comunque , sa che può porre in atto un certo numero di accorgimenti ( quelli riguardanti la protezione della palla ) che gli assicurano se non la certezza di mantenere il pallone , almeno una buona probabilità di farlo ( o al massimo di conquistare fallo ) finché l'avversario è uno : certo se gli avversari che si apprestano ad affrontarlo sono più di uno mentre pone in essere questi accorgimenti dovrà velocemente trovare una soluzione per passare la palla.
2b) il ragazzo o il giocatore delle categorie inferiori non ha neanche questo margine di sicurezza ( anzi spesso compagni , spettatori e purtroppo anche qualche allenatore contribuiscono a mettergli ansia di non riuscire a mantenerla ) e questo lo spinge a buttare via palla.

Intervenire sul pensiero tattico individuale dei nostri allievi perché possa essere sempre più vicino a quello descritto al punto 2a e sempre meno vicino a quello descritto al punto 2b è proprio il nostro compito. Che i bambini partano quasi tutti dalla situazione 2b potete verificarlo voi stessi , molto semplicemente, come ho fatto oggi al primo allenamento con gli esordienti 1997 : consegnate le casacche e chiedete di svolgere un possesso palla con le mani senza alcuna regola ( fermo restando il divieto di sradicare la palla dalle mani degli avversari ) , ma fissando l'obiettivo per il punto ad un valore relativamente alto di passaggi.

Nessuna regola significa che si può correre con la palla quanto si vuole senza obbligo di rimbalzo , che non vi sono infrazioni di tempo , ecc ecc : se i ragazzi avessero un pensiero tattico evoluto ogni azione terminerebbe con il raggiungimento dell'obiettivo. La situazione , invece , è radicalmente diversa : già al 2° o al 3° passaggio c'è chi preferisce rischiare passaggi improbabili piuttosto che tenere palla in mano qualche secondo in più per attendere un passaggio più sicuro. Oggi c'era addirittura chi buttava palla alle proprie spalle senza guardare, tipo terno al lotto!

Dopo aver lasciato sbagliare i ragazzi per un po' ho fatto notare loro questi errori ( metodo globale/analitico/globale) : se prima l'obiettivo dei 10 passaggi non veniva quasi mai raggiunto , poi la maggior parte delle azioni terminava positivamente.

Questa aumentata consapevolezza va subito sfruttata per migliorare il possesso palla specifico che ci interessa , ovvero quello svolto coi piedi : prendiamo un pallone e scegliamo un ragazzo a caso, chiediamogli di toglierci la palla dai piedi. Mostrando il corretto uso del busto e del braccio opposto a quello con cui controlliamo la palla , non dovremmo avere difficoltà a tenerlo lontano : questa breve dimostrazione aiuta i ragazzi a comprendere che , con opportuni accorgimenti di protezione dell'attrezzo , possono avere un approccio al possesso palla simile a quello che avevano nell'esercizio precedente svolto con le mani , evitando cioè di buttare via la palla e proteggendola fino a che non si presenta l'opportunità di un passaggio utile.

Spero di non avervi tediato con tutte queste parole : ecco quindi la prima seduta sulla protezione della palla ed ecco la seconda seduta.