Wednesday, December 10, 2008

Esercizi per la speed ladder : parte 1

Vedo dalle statistiche di accesso al blog che molti arrivano qui cercando esercizi da effettuare con la speed ladder.

Gli esercizi possibili sono praticamente infiniti ( l'unico limite è la fantasia ) , ma può capitare che se non si arriva al campo con qualcosa di scritto si finisce per proporre sempre gli stessi : ne approfitto per mettere per iscritto alcuni degli esercizi che faccio svolgere , nella speranza che possa essere utile anche ai visitatori del blog.

Sono i primi che mi sono venuti in mente , altri ne seguiranno in post successivi: quello che suggerisco è di far seguire all'esercizio di skip/rapidità su speed ladder un tiro in porta , un gesto tecnico che richiede particolare coordinazione e/o rapidità o un semplice sprint/allungo.

Rimarrete stupiti dei miglioramenti nella precisione e nella rapidità di esecuzione che i ragazzi mostreranno nel gesto : se gli esercizi proposti alla speed ladder vengono variati spesso e sono sempre più impegnativi , il controllo motorio richiesto è tale da stimolare nei ragazzi una concentrazione ed una percezione dei propri movimenti tale da rendere più facile e più rapida anche l'esecuzione del gesto tecnico successivo.

Esercizio 1: corsa semplice con 1 toccata per quadrato


Esercizio 2: corsa semplice con 2 toccate ogni quadrato


Esercizio 3: skip ginocchia alte 1 toccata ogni quadrato


Esercizio 4: skip ginocchia alte 2 toccate per quadrato


Esercizio 5: corsa calciata dietro con 1 toccata ogni quadrato


Esercizio 6: corsa calciata dietro con 2 toccate ogni quadrato


Esercizio 7: skip alternato ginocchia alte ( destro e sinistro ) + calciato dietro ( destro sinistro )


Esercizio 8: skip alternato ginocchia alte e calciata dietro ( destro alto avanti + destro calciato dietro - sinistro alto avanti + sinistro calciata dietro )



Cliccando sulle immagini è possibile ingrandirle : di seguito la legenda dei 3 tipi di appoggi proposti.

Thursday, November 27, 2008

Il primo tocco : progressione didattica per la ricezione orientata e il cambio di gioco

Alzi la mano chi non ricorda il discorso finale di Al Pacino in Any Given Sunday: il football è un gioco di centimetri ( come la vita , diceva Al Pacino , ma questo è un tema che esula dall'oggetto di questo blog ) perché il margine d'errore è ridottissimo.. Mezzo passo fatto un po' in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate. Mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa e quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Come non vedere le analogie col calcio moderno? Magari nelle categorie dei più piccoli non sempre è così , ma è questo il calcio a cui dovremmo preparare i nostri ragazzi : uno sport dove chi riesce a orientare il primo tocco in modo da avere già la palla giocabile per l'obiettivo successivo ( che in qualche modo deve essere parzialmente pianificato prima della ricezione ) guadagna quella frazione di secondo che può essere decisiva.

Ho già parlato di questo argomento in altri post, ora vorrei proporre una serie di esercizi , strutturati secondo il principio della progressione didattica, per proporre ai ragazzi la ricezione orientata in una specifica situazione: il cambio di gioco. Tale situazione si verifica quando il portatore ha sufficiente visione di gioco per accorgersi che la propria squadra è "chiusa" sulla fascia dove si trova la palla e ha al tempo stesso un lancio sufficientemente lungo e preciso da servire il compagno libero sulla fascia opposta.

La situazione è tale ( squadra sbilanciata sulla fascia opposta , marcatore diretto costretto ad affrontare il portatore di palla frontalmente ) che il tipo di ricezione fa la differenza fra un'occasione da goal e un'azione qualsiasi :

1) ricevendo la palla "a stringere" verso la porta , possibilmente al primo rimbalzo o comunque senza lasciarla sfilare , il portatore di palla potrebbe trovarsi solo davanti al portiere o comunque 1c1 in situazione molto favorevole : in area o nei pressi della stessa ( il difensore sa che non può fare fallo ) e lanciato già ad una discreta velocità ( altra condizione sfavorevole per il difensore )

2) lasciando sfilare la palla e/o attendendo che rimbalzi più di una volta e/o orientando la ricezione ad "allargarsi" rispetto alla porta sarà molto più facile per il marcatore diretto indirizzarlo verso l'esterno , perché il difensore si troverà in condizione favorevole : 1c1 non frontale o con portatore di palla non lanciato in velocità , raddoppio degli altri difensori che hanno fatto in tempo a concentrarsi nella fascia dove è avvenuto il cambio di gioco; molto spesso l'azione evolve con un cross o con un passaggio di alleggerimento per ricominciare l'azione ( quando non si perde direttamente il possesso della palla ).

Quanto detto sopra è perfettamente esemplificato dal video che segue, che mostra appunto come una ricezione sbagliata può fare la differenza fra un'azione da goal a tu per tu col portiere oppure un cross ( ed è una bella differenza ):


Nelle figure che seguono sono proposte alcune situazioni di gioco che ho proposto in queste due sedute dedicate alla ricezione orientata e al cambio di gioco : seduta 1 , seduta 2. Come si può notare tutto l'allenamento è "in topic" e anche il riscaldamento e la partita a tema martellano lo stesso obiettivo.

PROGRESSIONE DIDATTICA 1

Esercizio 1a: non sono previsti avversari e quindi si tratta di un esercizio analitico più che di una situazione di gioco. Il primo giocatore della fila di destra (A) lancia per la punta (B) , che riceve palla e serve un passaggio di ritorno per B. B cambia gioco per C ( lanciando indicativamente nel cinesino indicato in figura ) : C deve mettere palla a terra possibilmente al primo rimbalzo orientandola verso la zona di meta. Si può mettere un numero massimo di tocchi entro il quale bisogna entrare in area , altrimenti il tiro non è valido : prima 3 , poi 2 , poi C dovrà riuscire ad entrare in area con un solo tocco.



Esercizio 1b: come sopra con l'aggiunta di un difensore alle spalle dell'attaccante B , che quindi dovrà ricevere e giocare a muro ostacolato da un difenosore , prima passivo e poi attivo.



Esercizio 1C: come sopra con l'aggiunta di un ulteriore difensore (D) con partenza "ad handicap" rispetto a C. D mette pressione a C , che a maggior ragione è stimolato ad orientare la ricezione verso la porta per non perdere il vantaggio rispetto a D. Se comunque riesce e condurre palla entro la zona di meta D deve lasciarlo libero di concludere.


Esercizio 1d: situazione di gioco "libera" 3c2. Ai giocatori non viene imposto alcun vincolo sullo sviluppo dell'azione , anche se la posizione di partenza dei difensori è tale da favorire il cambio di gioco come negli esercizi precedenti.

PROGRESSIONE DIDATTICA 2

Mentre nella progressione precedente l'obiettivo per l'attaccante C è ricevere palla per puntare il più rapidamente la porta , in questa progressione è prevista la presenza di un difensore fra porta e ricevente : l'obiettivo è quindi ricevere palla per puntare più rapidamente possibile il difensore ( saltarlo in velocità oppure concludere prima che chiuda lo specchio della porta )

Esercizio 2a: come 1b con ricezione orientata al dribbling sul cinesino

Esercizio 2b: il difensore parte da fondo campo; se C riceve la palla in maniera ottimale può concludere prima che il difensore chiude lo specchio della porta , altrimenti dovrà tentare il dribbling

Esercizio 2c: il difensore parte dove in precedenza era il cinesino; difficilmente C riuscirà a ricevere per tirare con lo specchio della porta libero , quindi dovrà cercare di acquisire la massima velocità per mettere in difficoltà il difensore e superarlo più agevolmente

Esercizio 2d: anche in questo esercizio , come in 1d , la situazione di gioco è apparentemente "libera" , nel senso che ai ragazzi non è imposto alcun vincolo sullo svolgimento dell'azione. In realtà , però , i difensori sono posizionati in modo da favorire lo sviluppo di gioco affrontato negli esercizi 2a,2b e 2c ( cambio di gioco + dribbling oppure cambio di gioco + tiro in porta prima dell'arrivo del difensore che parte dalla linea di fondo campo ).

Tuesday, November 18, 2008

Come auto-organizzarsi dei "corsi di aggiornamento" gratuiti

Diceva bene il tecnico dell'Ascoli Soccer Academy che uno dei primi presupposti di un buon allenatore è la curiosità e la volontà di tenersi costantemente aggiornati. Di allenatori con questa prerogativa ce ne sono tanti e lo testimonia il continuo proliferare di corsi di aggiornamento per tecnici, sempre più seguiti ma , putroppo , sempre più cari.

Non sempre è possibile frequentare tutti i corsi che si vorrebbero , sia per questioni di denaro ma anche e soprattutto per questioni di tempo. Magari il corso che ci interessa è organizzato fuori regione o proprio nel giorno in cui abbiamo allenamento o un impegno di lavoro. In questi casi si può integrare l'aggiornamento dei corsi ufficiali facendo leva su un'altra importante qualità : l'umiltà.

Quell'umiltà che permette di riconoscere che si può imparare non solo dal tecnico di grido della super-squadra professionistica , ma anche dal collega che magari allena una squadra della nostra stessa categoria o qualche categoria superiore. A questo proposito ricordo il parere di Franco Selvaggi , che ci tenne il corso di allenatore di base a Filottrano , secondo il quale nelle categorie inferiori ci sono tanti allenatori bravi e preparati che non sfigurerebbero neanche in squadre delle massime serie , se non fosse che non sono stati giocatori di altissimo livello e questo frena talvolta la loro possibilità di sfondare.

Tornando al nostro piccolo , ecco una breve guida per "auto-ogranizzarsi" dei costi di aggiornamento a costo zero:
1) seguire alcune partite della categoria che ci interessa ( guardare la classifica non basta , vedi punto 2 );
2) individuare le squadre che , al netto delle individualità di spicco , giocano un calcio migliore; questo perché , se è vero che le capacità individuali dipendono anche dall'istruttore , è altrettanto vero che se solo uno o due giocatori creano gioco evidentemente questo dipende più da una predisposizione che da fattori ambientali ( leggi capacità dell'allenatore e metodi di allenamento );
3) informarsi sugli orari di allenamento della squadra ;
4) informarsi se la struttura permette di assistere in maniera "discreta" agli allenamenti ( per evitare la spiacevole situazione di trovarsi in un fazzoletto di pochi metri quadri con genitori e dirigenti avversari che ci guardano di traverso );
5) in caso affermativo assistere alle sedute.

Personalmente ho assistito ad alcune sedute di allenamento delle squadre professionistiche della mia regione e in alcuni casi ne ho tratto spunti interessanti per i miei allenamenti.

Tuesday, November 11, 2008

Allenamento giovanissimi con i tecnici dell'Ascoli Soccer Academy

Copio e incollo l'articolo che ho scritto per il sito della S.S.D. Borghetto sull'iniziativa in oggetto:

I giovanissimi '94/95 sono stati fra i primi a beneficiare delle iniziative concrete collegate all'affiliazione con l'Ascoli Soccer Academy ( dopo i tornei a cui hanno partecipato gli esordienti '96 e i pulcini '98 ) : nel pomeriggio di mercoledì due tecnici dell'IFA , Roberto Gnagnetti e Luis Pomares , sono venuti al campo comunale di Via Facchetti per affiancare Mister Greganti in un allenamento e visionare alcuni ragazzi per un provino che si terrà a Macerata nel mese di Dicembre , presso le strutture di un'altra delle società affiliate al progetto , cioè la Vis Macerata la cui prima squadra milita nel campionato di eccellenza.

Ecco un resoconto filmato della seduta di allenamento:

1) RISCALDAMENTO DI TECNICA DI BASE : si è cominciato con guida della palla "nel traffico" all'interno dell'area di rigore , toccando la palla con le varie parti anatomiche del piede e provando la finta detta doppio passo o forbice , proseguendo poi con con dei palleggi sul posto. Per rendere l'esercizio allenante per tutti i ragazzi , ovviamente caratterizzati da diversi livelli tecnici , gli istruttori hanno proposto il metodo della progressione per step dal facile al difficile : prima un doppio passo semplice , poi doppio , infine chi riusciva negli step precedenti poteva tentare una forbice tripla o quadrupla. Analogo metodo per i palleggi : palla in mano , destro e sinistro , di nuovo palla in mano; poi due volte , tre volte e via di seguito ; idem per i palleggi di coscia e di testa.

2) TECNICA APPLICATA 1C0 : guida della palla fra i cinesini , doppio passo sul cinesino , tiro in porta. Anche in questo caso sottolineiamo la progressione didattica dal facile al difficile: la finta del doppio passo è stata proposta senza alcun riferimento spaziale nel primo esercizio , in questo step intermedio è stata proposta con un riferimento spaziale fisso e passivo ( il cinesino a simboleggiare un avversario ) , mentre nell'ultimo e più difficile step sarà proposto nelle condizioni di gara , ovvero con avversario attivo e libero da vincoli.
3) TATTICA INDIVIDUALE 1C1 : dopo aver proposto la finta del doppio passo in forma semplificata ( senza riferimento spaziale , poi con riferimento spaziale fisso e passivo ) si è passati all'1c1 senza vincoli , come i ragazzi lo affrontano in ogni partita.
Avendo affrontato l'aspetto offensivo del dribbling negli esercizi precedenti , in questa fase i tecnici si sono soffermati sull'aspetto difensivo. Consigliamo a tutti la visione del video seguente , dove Gnagnetti affronta il corretto appoggio dei piedi da parte del difensore : sono cose che ogni tecnico ripete chissà quante volte , ma non è rado vedere errori madornali anche fra giocatori adulti ( peccato solo per l'audio che non è perfettamente chiaro perché le riprese sono state effettuate a una certa distanza ).
4) TATTICA COLLETTIVA 3C2 : prima dell'immancabile partitella finale ai ragazzi sono state proposte delle situazioni 3c2 , con Gnagnetti che forniva consigli ai 3 attaccanti ("la sovrapposizione si fa passando dietro al compagno , non davanti !" è stato fatto notare a qualche ragazzo che aveva cercato intraprendentemente questa forma di collaborazione col compagno chiudendogli però di fatto lo spazio per la conclusione ) mentre Pomares seguiva i due difensori , uno dei quali era chiamato ad "uscire" sul portatore di palla e l'altro a dare copertura al compagno.
5) PARTITA FINALE ( PRIMA A 3 TOCCHI POI LIBERA ) : come ogni giovane allenatore che si rispetti , Luis non ha resistito alla tentazione di prendere parte all'incontro!

Per chi volesse scaricare le immagini dell'evento rimandiamo all'apposita sezione photogallery del sito.

Friday, November 7, 2008

A proposito di "dai e segui" e passaggio a rimorchio

Si è detto a proposito della partita con la Vigor Senigallia che uno degli errori più frequenti commesso da alcuni dei miei ragazzi è stato quello di intestardirsi , in situazione spalle alla porta e con più di un avversario alle spalle , a volersi girare a tutti i costi anziché appoggiare con un passaggio che coi bambini siamo soliti chiamare "a rimorchio" ( fra gli adulti è più usuale il termine "passaggio di scarico" ) per il compagno a sostegno.

In settimana affrontavamo la forma di collaborazione a 2 giocatori detta "dai e segui" : il portatore di palla serve il compagno che viene incontro spalle alla porta e gli va immediatamente a sostegno ( a rimorchio , appunto ) a ricevere l'eventuale passaggio di ritorno. Questa forma di collaborazione si può allenare proficuamente con le partitelle a tema : ad esempio prevedendo che si possa segnare solo tirando di prima su un passaggio di scarico del compagno oppure permettendo di segnare in qualsiasi modo ma assegnando a questa forma di segnatura un numero di punti doppio, triplo , ecc.

Realizzando la partita a tema in un campo piuttosto corto ( doppia area ) con due porte regolamentari , diventa particolarmente allenante per il tiro in porta , che come si sa risulta anche divertente e gratificante per gli stessi ragazzi.

Inoltre , come già detto in altri post , quando capita l'occasione sono solito esemplificare quanto detto in allenamento con reti o situazioni viste in tv dai ragazzi .. solitamente partite di champions league o campionato. Fortunatamente questa settimana sono state segnate due reti nel modo su-indicato , sebbene non si tratti di due "dai e segui" ma di semplici passaggi di scarico da parte del portatore di palla : mi riferisco ai goal di Vucinic in Roma-Chelsea ( Champions League ) e a quello di Ronaldinho in Milan- Sporting Braga ( Coppa Uefa ).

Particolarmente didattico è il passaggio di Gattuso per Ronaldinho , perché l'azione del centrocampista del Milan non termina col passaggio ma continua con la protezione della palla rispetto all'avversario di spalle , per facilitare il tiro di Ronaldinho.






Postilla : se state leggendo questo post molto tempo dopo la sua stesura , i link ai video potrebbero non funzionare. Putroppo l'avidità di alcuni media è tale da vietare in chiaro non solo la visione in diretta della partita , ma anche brevi spezzoni del match a distanza di giorni. I riferimenti alle partite e agli autori dei goal sono comunque espliciti , per cui chiunque può risalire al video mancante.

Friday, October 31, 2008

Dove acquistare la speed ladder

Dalle statistiche di accesso vedo che molti arrivano qui con ricerche inerenti la speed ladder ed il relativo acquisto: ricordo che in un post di qualche mese fa posi io stesso la domanda ai visitatori del blog nella speranza che qualcuno sapesse indicarmi dove acquistarla in Italia , ma non ricevetti risposta e risolsi la cosa autonomamente , acquistandola online sul sito www.conker4sport.com .

Non si tratta di pubblicità quindi non me ne viene niente ( a differenza degli annunci di articoli sportivi e dei link ai libri presenti sul blog ) , spero solo di essere d'aiuto a chi sta cercando questo attrezzo di fatto introvabile in Italia.

Due piccole curiosità:

1) quella che oggi tutti chiamano speed ladder e sembra l'ultimo ritrovato nella metodologia dell'allenamento della rapidità in realtà era già utilizzato in Italia almeno 5 anni fa , se è vero che a pagina 135 della guida tecnica della scuola calcio edita dalla FIGC nel 2004 viene indicata con il nome di "coordinatore di frequenza". Putroppo digitando "coordinatore di frequenza" sui motori di ricerca non compaiono nomi di negozi italiani dove poter acquistare l'attrezzo.



2) le visite a questo sito inerenti la speed ladder hanno subito letteralmente un'impennata negli ultimi 2 giorni. Oggi mi sono recato in edicola e ho scoperto l'arcano : a pag 100 del Nuovo Calcio di Novembre c'è un articolo di Roberto De Bellis dedicato all'uso della speed ladder. Curiosità nella curiosità , il modello di speed ladder è proprio quello che ho acquistato su conker4sport.com !!

Tuesday, October 21, 2008

Situazione 2c1 da calcio d'angolo : un esercizio completo

Nella prefazione alla guida tecnica dell'Ascoli Soccer Academy che ho postato qualche giorno fa si portava come esempio di un approccio errato di allenamento dei più piccoli , nel merito e nel metodo , l'eccessivo spazio dedicato da alcuni istruttori alle palle inattive , anche nel settore di base e spesso a scapito della tecnica o di altri esercizi più importanti per la crescita individuale:

1) nel merito perché denota un'attenzione eccessiva al risultato, non a caso le palle inattive sono l'ago della bilancia quando si affrontano due squadre che stentano a creare occasioni da goal su azione ( e se la propria squadra non è in grado di creare occasioni ci sono aspetti più importanti delle palle inattive da correggere ). Quante volte assistendo a una partita di calcio noiosa, che ci sembra destinata allo 0-0 perché le due squadre pensano anzitutto a non prenderle, ci viene da esclamare "questa partita può sbloccarsi solo su punizione o calcio d'angolo"?

2) nel metodo perché spesso vengono costruite artatamente situazioni che difficilmente i nostri allievi incontreranno in partita : nella prefazione si faceva riferimento ai cross eseguiti dall'istruttore che mai sarebbero arrivati la domenica successiva con la stessa forza e precisione; sullo stesso piano mi permetto di aggiungere i vari "schemi" provati in maniera analitica, che abituano i ragazzi ad agire in modo meccanico senza considerare la presenza dell'avversario , quando invece dovrebbero essere istruiti ad agire esattamente al contrario : prendere atto della presenza dell'avversario e delle scelte che questi attua, per poi agire di conseguenza.

Dopo questa lunga premessa in cui ho denigrato le palle inattive parliamo di ... palle inattive! Scherzi a parte , mi piacerebbe mostrare come si possa allenare una palla inattiva molto comune ( il famigerato "scambio su calcio d'angolo" ) con approccio diametralmente opposto a quello descritto sopra:

1) diverso nel metodo perché l'avversario svolge un ruolo determinante nell'esercizio ( sia che esso possa difendere in forma libera o come vedremo più avanti in forma vincolata ) e quindi si tratta di un esercizio pienamente situazionale e non la ripetizione analitica di uno "schema".

2) diverso nel merito , perché il fine principale non è segnare quanti più goal possibile su calcio d'angolo , ma mostrare ai ragazzi come in una situazione di gioco apparentemente così semplice possano essere nascosti almeno 5 aspetti importanti di tattica individuale che poi si ritrovano nelle normali azioni di gioco:
a) il tempo dello smarcamento
b) la collaborazione vocale col compagno ( il classico "uomo" vs "solo" )
c) lo smarcamento "dai e segui"
d) lo smarcamento "dai e sovrapponi"
e) la scelta situazionale fra "dai e segui" o "dai e sovrapponi" in relazione ai movimenti del difensore.

Il setting della seduta può essere quello classico di un calcio d'angolo come mostrato in figura 1 : oltre alla coppia che eseguirà lo scambio si può prevedere la presenza di altre coppie a seconda che si voglia far concludere l'azione con un cross o con un tiro.


1) Il primo aspetto da far presente è il tempo dello smarcamento: per potersi liberare tempestivamente della marcatura l'attaccante senza palla dovrà osservare il compagno con la palla e muoversi quando riconosce le condizioni di inizio smarcamento ( possibilmente cercando anche di dissimulare le proprie intenzioni con un contromovimento o fingendo di prendere posto a centro area per colpire di testa ) ; come già accennato in altri post queste condizioni sono palla giocabile e contatto visivo. Viceversa si troverà già col marcatore a stretto contatto nel momento di ricevere palla , riducendo sensibilmente la pericolosità dell'azione : tale accorgimento vale anche per i falli laterali , le punizioni a ridosso del centrocampo , le rimesse dal fondo e pertanto l'esercizio , una volta compreso , potrà essere richiamato come esempio in tutte queste situazioni.

2) se lo smarcamento sarà effettuato secondo i giusti tempi e quindi l'attaccante riuscirà a guadagnare qualche metro di spazio dal diretto avversario , chi ha battuto si sovrappone e quindi l'esercizio si riconduce ad un "dai e sovrapponi" in cui il portatore deve puntare e fintare l'avversario e scegliere la soluzione più adeguata rispetto alla reazione del difensore:

2a) se il difensore non abbocca alla finta e mantiene una corretta protezione della porta il portatore di palla opterà per il passaggio al compagno che si è sovrapposto ( il quale deciderà se tirare o crossare a seconda di quanto è riuscito ad accentrarsi con l'esecuzione dello scambio )



2b) se il difensore scopre la porta , perché sbilanciato dalla finta oppure per impedire il passaggio al compagno che si è sovrapposto , il portatore di palla punterà la porta e tirerà o crosserà a seconda che si trovi in posizione centrale o defilata



3) se l'attaccante senza palla , per un errore nella scelta del tempo di smarcamento oppure semplicemente per la reattività e l'attenzione del marcatore , non riesce a guadagnare metri sul diretto avversario che lo marca a contatto dorso-petto , la situazione si riduce ad un "dai e segui" con passaggio a muro.


Chiaramente in allenamento l'esecuzione rischia di essere poco realistica perché il difensore conosce già il movimento di smarcamento dell'attaccante e quindi ci si trova sempre nella situazione 3). L'istruttore ò puovviare a questo inconveniente in due modi:

a) regolare i tempi di partenza di attaccante e difensore con due fischi successivi
b) sostituirsi egli stesso al difensore e decidere di volta in volta quanto spazio lasciare all'attaccante.

Monday, October 20, 2008

Stimoliamo l'autovalutazione nei nostri ragazzi

Proprio ieri nella partita con la Biagio Nazzaro è successo un episodio spiacevole che mi ha convinto a mettere in atto un'iniziativa che avevo in mente da un po' di tempo.

L'episodio è questo : a fine partita e negli spogliatoi alcuni dei miei giocatori hanno accusato il nostro portiere ( fra l'altro una ragazza , al primo anno in porta e che , episodio a parte aveva anche giocato una discreta partita ) per il goal subito a pochi secondi dal termine, che è nato da un errato rinvio servito direttamente sui piedi dell'avversario davanti alla porta.

Ovviamente ho preso i provvedimenti disciplinari necessari , parlando sia coi ragazzi in questione che con i loro genitori , ma non è questo di cui vorrei parlare in questa sede: vorrei invece stigmatizzare un atteggiamente che nello sport accomuna adulti e ragazzi , ma che nei ragazzi può essere un grave impedimento alla crescita tecnico-tattica ( ripeto , tralascio l'aspetto educativo che non è comunque secondario , tutt'altro ).

E' l'atteggiamento dello scaricabarile , ovvero quel fenomeno per il quale il giocatore si concentra sugli errori dei compagni , dell'arbitro o addirittura dell'allenatore per evitare un'autovalutazione oggettiva degli errori e di quanto di buono fatto in campo.

L'atteggiamento è tanto più ridicolo e paradossale quando le attenzioni finiscono su una singola decisione arbitrale o su un singolo errore di un compagno ininfluenti ai fini del risultato : nel caso in oggetto si trattava del goal che sanciva il risultato del terzo tempo sul 4-0 , quindi c'era di che poter ragionare sugli errori commessi ( e crescere , se compresi e corretti ) , invece l'episodio fungeva da catalizzatore e si abbatteva come un colpo di spugna sugli errori dei 60 minuti precedenti.

Per questo , avendo già promesso ai ragazzi nella scorsa settimana che avrei dato loro il DVD del match con il Senigallia , ho pensato di allegare al DVD questa scheda di autovalutazione , dove dovranno riportare quanto di buono ritengono di aver fatto e cosa invece pensano di aver sbagliato.

In questo modo l'autovalutazione sarà un passo obbligato e non c'è scaricabarile che tenga. Per rendere l'iniziativa più piacevole si può organizzare una cena in occasione della quale ritirare le schede di autovalutazione e rivedere il DVD insieme ai ragazzi analizzando gli errori o le giocate più significative.

Friday, October 17, 2008

Qual'è il vero "risultato" nel settore giovanile? Una riflessione che merita di essere letta

Non l'avevo ancora scritto sul blog ma la S.S.D. Borghetto si è affiliata all'Ascoli Soccer Academy.

L'accordo prevede diversi servizi a nostro favore : corsi di aggiornamento , supporto e supervisione alla programmazione con tanto di visite dei tecnici dell'academy ai nostri allenamenti , eventuale organizzazione di camp e provini , ecc.

Il primo step di questa attività di supporto alla programmazione è stata la consegna di una guida tecnica di ben 252 pagine , molto ben fatta , che ricorda un po' la guida tecnica per le scuole calcio della FIGC ( con la differenza che qui l'attività arriva fino alla categoria allievi ) : in una prima parte di tipo generale viene spiegata quale dovrebbe essere la metodologia di lavoro nel settore giovanile in generale , poi si passa alle singole categorie con tanto di obiettivi didattici ed esercizi.

La perla di tutta la guida è però , secondo me , la prefazione dell'autore ( Marco Stoini ) perché in fondo tratta l'aspetto che davvero contraddistingue il calcio giovanile dal calcio degli adulti : la necessità di guardare all'obiettivo finale della formazione di un calciatore completo e non a quello parziale della vittoria a tutti i costi. In fondo è lo stesso concetto espresso da Mino Favini con la metafora della siepe , di cui parlai in un post di qualche mese fa.

L'ho già pubblicata nell'home page del sito del borghetto , dopo aver fatto chiedere il permesso al nostro responsabile tecnico per non violare le regole sul copyright. La riporto anche sul blog:

Un pensiero personale , perché tanta fretta? ( prefazione alla guida tecnica 2008/09 dell'Ascoli Soccer Academy )

C’è una domanda precisa, riferita ai temi concernenti i Settori Giovanili di calcio, sulla quale mi interrogo costantemente.
Ma più ci penso e più non mi so dare una risposta: o meglio, più cerco di rispondermi più mi allontano da un’ opinione plausibile e che abbia un briciolo di logica o di senno. La domanda è : “Perché c’è sempre così tanta fretta in un Settore Giovanile di calcio”. Riformulandola e specificando meglio: “Perché quasi sempre manca la pazienza di attendere i risultati del proprio lavoro con i bambini e con i giovani in genere?” Con più crudezza: “Perché, in sostanza, vogliamo veder invecchiare i nostri bambini prima del tempo?”
La prima risposta che – di getto- ci si potrebbe dare è la seguente: “Perché si vogliono ottenere subito dei responsi in termini numerici e marcatamente visibili anche in questo campo, come tendenza comune in moltissime attività della nostra vita sociale ed economica in genere negli anni che stiamo vivendo”.
In altri termini: “In un qualsiasi contesto, qualsiasi input io fornisca, esso deve essere in grado di produrmi rapidamente un output che giustifichi quanto fatto in termini di energia spesa per fornire l’input”.
Questa è una realtà: probabilmente costruita dalla società del terzo millennio, poco umana e naturale –per così dire- ma pur sempre una realtà. Ed è talmente vera che chi non vi si adegua spesso è costretto a pagarne delle conseguenze, anche in termini di benessere personale.
Fra tante oggettività riferite a molti aspetti della nostra vita ce n’è però un’altra, la più forte di tutte, imbattibile: ci riferiamo a quella delle leggi della natura, contro le quali anche l’uomo più performante spessissimo non ha scampo e deve alzare bandiera bianca.
Quando si lavora con i giovani in qualsiasi campo - ed anche in questo caso ove si parla di calcio - non è ammessa la fretta. La performance dei bambini non esiste. E’ Madre Natura che ce lo dice, non l’opinione di questo o quel pur eccellente tecnico sportivo.
L’ umana natura ha peculiarità che non possiamo confondere con altre: il bambino appena nato non impara a parlare dopo pochi giorni solo perché tutti attorno a lui dialogano, va a gattoni perché inizia ad acquisire autonomia ma non sa alzarsi in piedi come mamma e papà, non impara poi a camminare solo perché i genitori glielo hanno mostrato per un anno intero. Poi –più tardi- non riuscirà a padroneggiare una gestualità tecnica qualsiasi fino a che non l’avrà egli stesso percepita, sperimentata, vissuta, interiorizzata ed applicata. Oppure –ancora- non sarà capace di gestire efficacemente il suo comportamento generale in campo in rapporto al gioco ed al contesto fino a che la sua personalità non sarà stata sostenuta dal passare degli anni e forgiata dalle fasi della crescita.
Solo degli esempi fra i cento possibili: ci vuole tempo. Ci vuole il tempo che l’ essere uomo (o donna) ci chiede nel passaggio dal cucciolo al bambino, al giovane ed –infine- all’ adulto. Ci vuole il tempo che siamosempre piùabituati a non avere, lapazienza che manca sempre piùalle nuove generazioni, la “strana saggezza” che fasembrare delle mosche bianche persone di solo normalissimo buon senso e competenza in termini educativi e di formazione dei giovani.
Vogliamo capire che ogni gara di forzatura contro la natura umana, a lungo andare è una gara persa?
Vogliamo capire che il soggetto assoluto ed unico siamo noi persone; o meglio, i nostri figli a cui vogliamo dare tutto, subito, senza pensare che devono prima poter avere le manine per afferrare o l’intelletto per comprendere cosa siano in effetti quelle ricchezze che vorremmo consegnare loro?
Vogliamo capire che possiamo contribuire a forgiare dei geni precoci ed incompresi, dei piccoli adulti condizionati e saturi di informazioni poco comprensibili senza la naturale gradualità e l’efficacia della crescita che solo la soggettività individuale possono fornire?
Vogliamo capire che noi adulti facciamo dei danni smisurati se vogliamo pesare con i nostri parametri il mondo dei bambini?
Vogliamo capire che la fretta non giova quasi mai al bambino, né ha effettive possibilità di successo sul lungo termine?
Vogliamo capire che impoveriamo l’ infanzia in profondità se desideriamo poter dire al collega d’ ufficio che il nostro figliolo ieri ha fatto 3-4 goals ad un portierino che mai avrebbe potuto parare quei tiri perché ora è troppo piccolo?
Vogliamo capire che quello stesso piccolo portierino forse fra 10 anni giocherà ai livelli di eccellenza ove avremmo bramato (anzi ne eravamo certi) potesse arrivare nostro figlio, il quale invece è già 5 anni che non gioca più perché adesso tutti quei goal non è più capace di segnarli e, non essendo stato abituato a capire le difficoltà, si è stufato di giocare ed ora frequenta compagnie di amici che non ci piacciono per nulla?
Insomma, chi lavora seriamente nel Settore Giovanile deve capire che esso serve a dare basi, non a raccogliere risultati: deve servire a questo e non può oggettivamente servire ad altro.
Chi cerca soddisfazioni in un Settore Giovanile deve comprendere che esse consistono nel vedere che il ragazzo percorre i gradini della crescita poggiandosi saldamente su quello precedente prima di salire sul successivo ed avendo nel mirino quello ancora più in alto, con una tempistica dettata solo in parte dall’ istruttore.
L’ auspicio è quello di non vedere ancora a lungo allenamenti di tattica di reparto a secco con bambini di 10 anni. O lunghe sedute di palle inattive con l’ istruttore a calciare, con bambini che sono dei paletti in area di rigore, hanno paura del contatto con una palla aerea che quasi mai arriverà a destinazione quando la calceranno loro e che mai impatteranno anche perché non riescono a valutarne bene la traiettoria.
L’ auspicio è quello di non sentirsi più rispondere da un istruttore o da un dirigente di Società che l’ obiettivo stagionale è quello di vincere quel tale campionato Pulcini, che su quella finalità si imposta il lavoro e per quello scopo si trattengono a forza e con ogni mezzo ragazzini che invece meriterebbero contesti più qualificati.
Un lavoro così è quasi sempre inutile per il bambino e certamente non lo fa crescere come dovrebbe: chi guiderà quei bambini qualche anno dopo di sicuro non potrà giovarsi del lavoro di diagonali e doppie linee di copertura o di blocchi, veli e contro-movimenti che quel tecnico “vincente” avrà svolto in precedenza, solo per sé tesso, la sua fretta di cercare l’ impossibile e la sua inetta preparazione di fondo nel lavoro con i bambini.
Ed anche qualora si vincesse quel campionato Pulcini? Vincere i Pulcini deve far piacere solo ai bambini. Intendiamoci: vincere è sempre bello, fa sempre piacere a tutti e va ricercato senza dubbio in ogni minuto del gioco. Ma facendo le cose giuste e solo quelle, anche per arrivare ultimi, se non può essere diversamente. Le soddisfazioni devono essere altre.
Come definire quell’ istruttore che vive sempre del ricordo di quell’ esaltante vittoria in quella memorabile stagione Pulcini, anche ora che molti di quei suoi bimbi non riescono più a proseguire nelle categorie superiori con soddisfazione o addirittura non giocano più? La definizione di costui non può che essere poco lusinghiera!
Ancora: l’ auspicio è quello di poter parlare con dei genitori sensibilizzandoli sulla necessità primaria di trovare dovunque nei primi anni un bravo istruttore per il loro figlio. Non dover invece spendere ore ed ore a convincere persone impazienti ed ansiose ad attendere che il proprio talentuosissimo piccolino finisca di succhiarsi il dito e sia capace di legarsi le scarpe prima di mirare alle giovanili del Milan o dell’ Inter, o della Juve o … dell’ Ascoli Calcio! Per questo ci sarà il tempo, semmai.
Ma di che cosa stiamo parlando? Di che cosa stanno parlando costoro? La contraddizione è evidente su tutta la linea.
I conti globali in un Settore Giovanile si fanno a 17-18 anni, mai prima. In quel momento si tira una riga e si valuta: quasi sempre il bilancio il frutto di tutto il lavoro iniziato 10 anni prima, anno per anno, momenti in cui si fanno solo delle somme parziali. Chi ci sa fare davvero riesce a capire molto bene dove ci sono stati i buchi creati da chi voleva solo vincere i campionati e basta; così come riesce a capire l’ eccellente valore del lavoro fatto sei o sette anni prima in quel preciso momento dello sviluppo.
Allora: “Perché tanta fretta?”, ci richiediamo. Non solo inutile, ma addirittura insensato.
Fino a che non capiremo bene tutto ciò la fretta degli adulti rovinerà molti dei nostri bambini che fanno calcio ed un buon Settore Giovanile rimarrà ancora un obiettivo da inseguire.

Wednesday, October 15, 2008

Il decalogo degli esordienti 1997 diventa il decalogo della S.S.D. Borghetto

Il decalogo degli esordienti 1° anno che avevo proposto sul blog qualche mese fa ha avuto un certo successo , tanto che la società ha deciso di adottarlo per tutte le categorie del settore giovanile e di pubblicarlo sul numero di Ottobre del giornalino della S.S.D. Borghetto a pag.13.

Thursday, October 9, 2008

Programmazione esordienti 1° anno S.S.D. Borghetto - Stagione 2008/09

Questa è la programmazione degli allenamenti di questa stagione , per la categoria esordienti 1° anno.

Gli aspetti salienti sono:

1) attenzione concentrata sulla tecnica di base e sulla tattica individuale ( obiettivi in verde ). Secondo la mia accezione di tattica individuale vi sono comprese anche le forme di collaborazione a 2 e 3 giocatori in fase di possesso palla ( dai e vai , dai e segui , dai e sovrapponi , sovrapposizione a 3 , taglio dietro , interscambio e incrocio ) , perché in fondo si tratta di sfaccettature del tema "smarcamento".

2) alla tattica collettiva sarà riservato quel poco tempo che basta per permettere ai ragazzi di muoversi correttamente sul campo 9c9 e mettere in pratica in condizioni ideali quanto appreso a proposito di tecnica di base e tattica individuale ( tanto per fare un esempio , difficile mettere in atto un triangolo o una sovrapposizione quando tutti i ragazzi si ammassano attorno alla palla , l'occupazione razionale degli spazi deve iniziare ad essere un requisito imprescindibile ).

3) i mesocicli saranno di 2 settimane , quindi relativamente brevi , in modo da affrontare entro Dicembre tutti gli obiettivi che avevo in programma per la stagione. Da Gennaio a Giugno provvederemo ad approfondire con mesocicli più lunghi ( tre o quattro settimane ) gli obiettivi che rivestono un maggiore interesse o quelli in cui si sono evidenziate le maggiori carenze.

Due le novità che ho introdotto da quest'anno e che, se avranno successo, penso di riproporre anche nelle prossime stagioni:

1) l'utilizzo della fase di pre-riscaldamento per proporre un nuovo dribbling ad ogni mesociclo; i ragazzi cioè , mentre attendono l'arrivo dei compagni e/o la preparazione da parte del sottoscritto del setting della seduta di allenamento vera e propria , prendono un pallone a testa ( prima settimana del mesociclo ) o un pallone a coppia ( seconda settimana del mesociclo ) e provano analiticamente o con l'avversario il dribbling proposto.

2) il ricorso a parole chiave per stabilizzare l'apprendimento dell'obiettivo del mesociclo, come spiegato nel post precedente.

Wednesday, October 8, 2008

Il ricorso alle parole chiave per stabilizzare l'apprendimento

Uno dei tanti meriti che va riconosciuti a Massimo De Paoli è quello di aver proposto l'idea di parole chiave condivise fra allenatore e giocatori per permettere una più facile e rapida comunicazione , in partita come in allenamento , grazie a un codice condiviso. La sua (meritata) considerazione fra gli allenatori di settore giovanile è ormai tale che le sue stesse parole chiave risuonano "domenicalmente" sui campi di ogni categoria : dal "castello" alla "zona di costruzione" per non parlare del "corto" o "lungo" per definire gli smarcamenti ad avvicinarsi o ad allontanarsi dal portatore di palla , che sono ormai un must anche fra gli allenatori di prime squadre.

Per quanto mi riguarda, come ho già ripetuto in altre occasioni, preferisco prendere quanto di buono c'è nelle proposte di De Paoli e adattarle al contesto della mia categoria ( che non è certamente quella dei giovanissimi nazionali dell'Inter! ), piuttosto che trasportarle tali e quali col rischio di vedermi guardare ad ogni seduta di allenamento da occhi strabuzzanti.

Di buono in questo caso c'è che le parole chiave , oltre a facilitare e rendere più immediata la comunicazione , permettono di "stabilizzare l'apprendimento" : permettono cioè di far si che almeno una parte dell'enorme flusso di informazioni con cui bombardiamo i ragazzi durante le sedute di allenamento ( spesso inconsapevolmente , ma basta calarsi solo un attimo nei loro panni per rendersene conto ) , resti in modo stabile nella memoria e nel pensiero tattico dei ragazzi.

Avevo già trattato questo aspetto in alcuni post passati , portando l'esempio del dualismo fra ampiezza e profondità: improntando la programmazione in modo che nel mesociclo tattico riguardante la profondità i ragazzi siano fortemente stimolati a vedere e attaccare lo spazio alle spalle della difesa avversaria , mentre nel mesociclo riguardante l'ampiezza siano stimolati a cercare la continua circolazione della palla da una fascia all'altra, il rischio è che parlando di ampiezza ci si dimentichi quanto detto a proposito della profondità e viceversa.

Ricorrendo invece a parole chiave che al termine del mesociclo riassumano il nucleo dell'obiettivo affrontato, esse potranno essere richiamate nei mesocicli successivi con l'effetto di un rapido e immediato riferimento a quanto si è appreso in precedenza.

Per fare qualche esempio , ecco l'associazione fra alcuni obiettivi della programmazione di quest'anno e alcune parole chiave ( che sono sempre del tipo alternativa1 vs alternativa2 perché si vuole sempre stimolare le capacità critiche dell'allievo e la sua capacità di scegliere la soluzione più adeguata in riferimento al contesto di gioco ):

1) obiettivo passaggio. Parole chiave favore vs dispetto. Con queste parole chiave si vogliono riassumere i seguenti insegnamenti: un passaggio va sempre effettuato con l’intenzione di mettere il compagno nelle migliori condizioni possibili per ricevere e proteggere o concludere; un passaggio effettuato con forza eccessiva o viceversa troppo debole , un passaggio effettuato con traiettoria aerea quando il compagno poteva essere servito con traiettoria rasoterra , un passaggio eseguito con rimbalzi irregolari sono esempi di “dispetti”. Un passaggio eseguito con la giusta forza , con traiettoria il più possibile regolare e compatibile con le dinamiche di movimento di compagni e avversari ( spazio/uomo ) è un “favore”.

2) obiettivo protezione della palla. Parole chiave palla coperta vs palla scoperta. Mediante queste parole chiave si vogliono riassumere i seguenti insegnamenti : in fase di possesso palla, fra palla e avversario si deve cercare di interporre il proprio corpo ( braccia e/o busto ) e la stessa ricezione va effettuata in questa prospettiva; in fase di non possesso palla dovranno avere chiaro che il contrasto va effettuato nel frangente in cui l’avversario scopre la palla , altrimenti per non commettere fallo è preferibile temporeggiare mantenendo comunque la protezione della porta.

3) obiettivo smarcamento. Parole chiave zona luce vs cono d'ombra. Mediante queste parole chiave si vogliono riassumere i seguenti insegnamenti: quando si è in fase di possesso palla e la stessa è nei piedi di un compango , bisogna rendersi visibili allo stesso portandosi “in zona luce” ed uscendo dalla marcatura dell’avversario il cui scopo è impedire le possibilità di passaggio ponendo il potenziale ricevente in “zona d’ombra”.

4) obiettivo dribbling. Parole chiave chiudi ed entra vs temporeggia e/o corri con lui. Mediante queste parole chiave si vogliono riassumere i seguenti insegnamenti : il difensore che si trova 1c1 con l'avversario in possesso palla deve decidere in base alla situazione di gioco se tentare il recupero della palla ( avversario con lo specchio della porta libero , situazione di superiorità numerica con compagno a copertura della porta) o viceversa temporeggiare e cercare di indirizzarlo in zone non pericolose del campo ( 1c1 in zona centrale lontana dalla porta , condizioni di inferiorità numerica ).

5) obiettivo triangolo dai e vai. Parole chiave passaggio sull'uomo vs passaggio sullo spazio. Mediante queste parole chiave si vogliono riassumere i seguenti insegnamenti : un compagno fermo o in corsa verso il portatore di palla va servito sui piedi , un compagno in corsa trasversale rispetto al portatore di palla va servito con una traiettoria compatibile con la sua velocità di corsa e con la presenza di avversari , in modo da non dover arrestare la propria corsa a causa dell'errata valutazione nel passaggio. Nel triangolod dai e vai , in particolare , sono riassunte entrambe queste forme di passaggio : il passaggio al giocatore perno ( che possibilmente si muove incontro al portatore ) è eseguito sull'uomo; il passaggio di ritorno è effettuato sullo spazio , solitamente alle spalle del difensore che si vuole tagliare fuori con l'uno-due.

6) obiettivo sovrapposizione e ampiezza : parole chiave attacca lo spazio vs chiuso , riparti. Mediante queste parole chiave si vuole riassumere l'insegnamento fondamentale della ricerca dello spazio su tutto il fronte del gioco. Se il giocatore in possesso palla si trova in una zona del campo in cui vi è spazio e/o superiorità numerica può tentare l'affondo in profondità per creare occasione da goal , se si trova in una zona ove non vi è spazio e/o si è in inferiorità numerica è preferibile ricominciare l'azione per cercare una zona del campo meno e/o peggio presidiata dai difensori avversari.

7) obiettivo sovrapposizione a 3 giocatori e interscambio: parole chiave smarcamento sul corto vs smarcamento sul lungo. I ragazzi devono capire quando smarcarsi in avvicinamento al portatore di palla ( sul corto ) e quando smarcarsi allontandosi dal portatore di palla ( sul lungo ). In particolare , in condizioni di parità o inferiorità numerica dovranno smarcarsi secondo direzioni opposte ( uno sul corto ed uno sul lungo , il cosiddetto interscambio ) per creare gli spazi.

Saturday, October 4, 2008

Tecnica di corsa per il calciatore : alcuni riferimenti per approfondire

Con riferimento alla questione posta qualche articolo fa, segnalo alcuni riferimenti interessanti dove poter approfondire l'argomento:

1) questo articolo di Pincolini tratto dallo stage nazionale di Sportilia organizzato dall'AIAC Emilia Romagna. Le pagine in cui si parla specificamente di tecnica di corsa vanno dalla 5 alla 9 , anche se vale la pena di leggere tutto l'articolo perché è molto interessante.

2) questa serie di articoli su calciodonne.it

3) il libro di Riccardo Capanna Lo sviluppo della forza coordinativa nel gioco del calcio. Le appendici finali sono specifiche sull'argomento in oggetto , mi permetto di postare le immagini relative alla corretta sequenza dei movimenti nella corsa in allungo e nello sprint, con evidenziati gli errori più comuni.




Tuesday, September 30, 2008

Ancora sui tempi di smarcamento

Torno sull'argomento , di cui si è parlato qui , perché uno degli errori più frequenti che i miei ragazzi hanno commesso nella prima amichevole stagionale riguarda proprio l'errata scelta di tempo nel movimento incontro al portatore di palla. Era un obiettivo che avevo chiesto in particolare ai centrocampisti centrali e alla punta , perché l'amichevole doveva essere un momento di verifica del lavoro svolto nel periodo preparatorio :

- ai centrocampisti centrali chiedevo di dare appoggio ai difensori che impostavano l'azione

- alla punta chiedevo di dare appoggio a sua volta ai centrocampisti

La buona volontà c'è stata , ma :

1) qualche volta partivano troppo presto , quando ad esempio il difensore stava ancora aspettando palla dal portiere , con l'effetto di trovarsi a ridosso della linea dei difensori nel momento in cui era effettivamente arrivato il momento di ricevere palla; a quel punto il passaggio si riduceva ad una "palla consegnata" pressoché inutile , perché di fatto il centrocampista toglieva la palla dai piedi del difensore senza aver guadagnato neanche un metro in profondità.

2) qualche volta aspettavano troppo , restando di fatto marcati dal diretto avversario e mettendo in difficoltà il portatore di palla che si vedeva privato della principale soluzione di passaggio ( e su questo errore abbiamo regalato diverse palle pericolose all'avversario da cui sono venuti anche uno o due goal ).

Dall'allenamento di oggi iniziamo ad affrontare in modo specifico il "triangolo uno-due" , quindi ho pensato di modificare l'allenamento odierno per focalizzare l'attenzione proprio sul tempo dello smarcamento : gli esercizi 3,4, e 5 stimolano proprio questa capacità.

Thursday, September 18, 2008

Quale tecnica di corsa per il calciatore?

Quante volte a noi istruttori è capitato di vedere ragazzi che corrono con le braccia bloccate sul corpo , o altri che trascinano i piedi sollevandoli appena da terra , o altri ancora che appoggiano pesantemente i piedi a terra con l'intera pianta del piede ( quasi come "dovessero schiacciare degli scarafaggi" sono solito dire scherzando ad alcuni dei miei )?

Capita di vederne anche fra gli adulti nelle categorie dilettantistiche , pochi per la verità , ovvero quelli che sono comunque in grado di essere efficaci nonostante movimenti che oggettivamente conducono a sprechi di energia e perdite di velocità.

E' chiaro che ad un adulto che ha automatizzato questo gesto e riesce nel bene e nel male ad essere efficace non ha senso proporre interventi correttivi, quindi è necessario intervenire prima. Qual'è l'età più proficua per intervenire? Mi pongo la questione proprio quest'anno perché mi trovo ad allenare gli esordienti 1° anno , che a mio parere è l'età ideale per intervenire sulla tecnica di corsa:

1) i ragazzi non sono ancora adulti e non hanno ancora automatizzato la tecnica di corsa in modo definitivo;

2) le capacità di attenzione e di astrazione iniziano ad essere sufficientemente sviluppate da poter affrontare esercizi analitici in cui il gesto tecnico ( compresa la corsa ) può essere analizzato e scomposto nelle sue fasi fondamentali e quindi corretto;

3) si possono dedicare 10-15 minuti a settimana ad esercizi specifici all'interno delle esercitazioni senza palla per la rapidità e per la coordinazione , perché la resistenza aerobica può essere allenata implicitamente nelle normali esercitazioni tecnico-tattiche ( riducendo i tempi morti e facendo in modo che i ragazzi siano sempre in movimento ) e non si deve dedicare tempo ad esercizi di forza e resistenza lattacida come è invece necessario nelle categorie giovanissimi e soprattutto allievi.

Resta da definire quale sia la tecnica di corsa da insegnare. Personalmente ho frequentato ben due corsi per la formazione degli istruttori / allenatori di calcio ( CONI-FIGC per la scuola calcio e corso di allenatore di base ) e parecchi corsi di aggiornamento tecnico , ma non ricordo che l'argomento sia mai stato affrontato esaurientemente. Ci hanno insegnato a proporre gli skip , le andature preatletiche , i balzelli fra cerchi e ostacoli bassi , ma nessuno ci ha insegnato a riconoscere se i nostri allievi ( e magari noi stessi per primi ) stanno correndo in modo efficace.

Proprio sul termine efficace è imperniata la questione principale : efficace rispetto a quale obiettivo? La tecnica di corsa per un maratoneta è quella che permette il maggiore risparmio di energia , mentre la tecnica efficace per un velocista è quella che permette di raggiungere la massima velocità. Mi sono documentato su parecchi siti che spiegano alla perfezione come deve correre un maratoneta o un mezzofondista o un velocista e quali esercizi possono essere proposti per correggere eventuali errori.

E per il calciatore? Il modello prestazionale del calciatore ci dice che nelle categorie più elevate egli può correre fino a 12km in una partita alternando le forme di corsa tipiche di tutte le discipline suddette ( sprint , allungo veloce , corsa lenta ) e come se non bastasse, con l'incognita di dover cambiare direzione e velocità in relazione alla palla e agli avversari ( tralasciamo per ora la corsa in guida della palla , perché almeno questa è stata codificata e insegnata nei vari corsi in maniera sufficientemente esaustiva ).

Mi sto documentando sull'argomento e quando avrò risposte soddisfacenti le pubblicherò in qualche post successivo.

Sunday, September 7, 2008

Perché si perde il possesso palla ( 6° ed ultima parte ) : una proposta di periodo preparatorio per categoria esordienti 1° anno

A conclusione della serie di post che questo blog ha dedicato nei mesi scorsi al possesso palla vorrei presentare una proposta di periodo pre-campionato per la categoria esordienti primo anno , che è la naturale conclusione delle riflessioni maturate.

Alcune istruzioni per l'uso , raccolte anche nelle note introduttive che presentano le sedute:

1) non si tratta di una preparazione atletica , perché a mio parere non ha senso parlare di preparazione atletica a quest'età ( 11 anni ) : forza e resistenza lattacida non si possono allenare , mentre resistenza aerobica e velocità/rapidità possono essere allenate proficuamente ma implicitamente nelle esercitazioni con la palla. Le uniche capacità motorie che vengono allenate "a secco" facendo uso dei più svariati attrezzi ( ostacoli alti e bassi , cerchi , funicelle , speed ladder , ecc ) sono le capacità coordinative.

2) si cerca di migliorare il possesso palla migliorando gli aspetti di tattica individuale , come penso abbia capito chi ha seguito questi 6 post : non ha senso , secondo me , impegnare parti consistenti delle sedute a parlare di ampiezza , profondità , scaglionamento , ecc se i ragazzi non sono in grado di ricevere o proteggere palla in modo da mantenerla coperta dall'avversario o di distinguere un passaggio sullo spazio da un passaggio sull'uomo.

Qualcuno potrebbe dissentire ma mi permetto di citare, a sostegno della mia scelta, la seguente statistica curata dall'autore del libro 250 esercizi e giochi per il perfezionamento tattico : di tutte le cause che durante una partita di calcio danno luogo ad una transizione fra fase di possesso palla e fase di non possesso , ben il 50% sono dovuti ad errori tecnici "non forzati" come passaggi sbagliati o cattivo controllo della palla; il 10% è costituito da "errori forzati" , dovuti cioè a pressing e fuorigioco ; il 15% da contrasti persi e il 5% da intercetti. Nel 12% dei casi il possesso passa alla squadra avversaria attraverso un fallo con conseguente punizione , mentre la percentuale di azioni che terminano con una conclusione in porta è solo del 6%.

La statistica si riferisce al calcio degli adulti , quindi presumibilmente l'incidenza degli errori tecnici nelle partite di calcio giovanile è ancora maggiore , più probabilmente un 60-70%. E' su questi aspetti che quindi si possono avere i maggiori margini di miglioramento e su cui bisogna insistere prima di passare a risolvere gli errori di tattica collettiva.

Monday, September 1, 2008

Perché si perde il possesso palla ( 5° parte ) : la protezione della palla , il basket e altre considerazioni

La protezione della palla è l'ultimo fondamentale di tecnica applicata che tratterò in questa serie di post perché è l'ultimo aspetto di tattica individuale che , se migliorato , può avere importanti ripercussioni sulle capacità della propria squadra di mantenere il possesso palla , anche e soprattutto in condizioni di inferiorità numerica.

Prima di presentare alcune sedute di allenamento specifiche per questo obiettivo , però , mi permetto un breve confronto fra l'importanza che il possesso palla riveste nel calcio e in altri sport di squadra con la palla : lo faccio proprio parlando della protezione della palla perché i due aspetti sono secondo me strettamente collegati.

Mi sono chiesto spesso , infatti , assistendo a partite di basket/pallanuoto/football americano ecc perché nel calcio c'è minor consapevolezza che perdere una palla significa consegnare agli avversari un'opportunità per segnare; in altre parole perché i tifosi di calcio non salutano il recupero di un pallone con lo stesso entusiasmo con cui i tifosi di basket salutano la riconquista di un rimbalzo sotto canestro? E perché un giocatore di calcio si può permettere di lanciare via una palla a caso senza essere beccato dai tifosi , mentre non potrebbe permetterselo in una partita di basket o di pallanuoto ( figurarsi il football americano dove la perdita del possesso provoca il fermo del gioco per la sostituzione dell'intera squadra di attacco con la squadra di difesa )? Eppure in entrambi i casi si sta consegnando agli avversari un'opportunità in più per mettere a segno un punto.

La risposta , secondo me , sta proprio nella protezione della palla : nel basket è praticamente impossibile perdere una palla che si ha saldamente in mano e nella pallanuoto è comunque difficile , mentre il passaggio ha i suoi rischi di intercetto più o meno come nel calcio. Questo fa si che la percentuale di azioni che iniziano da una conclusione avversaria e terminano con una conclusione nell'altra porta è molto più alta nel basket o nella pallanuoto che non nel calcio : per dirla con un termine molto in voga fra gli allenatori di oggi , nel basket vi sono molte meno "transizioni" e queste si limitano per lo più a conclusioni non andate a buon fine ( ed è lì appunto che il cestista va a recuperare i rimbalzi ) .

Possiamo trarre qualche conclusione didattica utile per un allenatore di settore giovanile da queste elucubrazioni apparentemente così astratte? Secondo me si. Parliamo di pensiero tattico individuale e proviamo a porci nei panni di un giocatore di basket in possesso della palla ed un giocatore di calcio nella stessa situazione :

1) il giocatore di basket sa che nessuno può portargli via la palla dalle mani e , anche vedendo avvicinarsi l'avversario , può osservare "con calma" le posizioni dei compagni ed attendere lo smarcamento che ritiene più opportuno ( ho messo le parole "con calma" fra virgolette perché poi ci sono le infrazioni temporali o di passi , ma questo non fa che rafforzare il nostro ragionamento : chi ha scritto le regole era consapevole che bisognava forzare il passaggio altrimenti il cestista avrebbe potuto attendere anche per tempi lunghissimi tanta è la sua certezza di non perdere palla ).

2) il giocatore di calcio non ha la certezza di non perdere palla e sa che dovrà cercare un compagno libero per il passaggio ( o concludere ) molto più in fretta del cestista;
2a) il giocatore di un certo livello, comunque , sa che può porre in atto un certo numero di accorgimenti ( quelli riguardanti la protezione della palla ) che gli assicurano se non la certezza di mantenere il pallone , almeno una buona probabilità di farlo ( o al massimo di conquistare fallo ) finché l'avversario è uno : certo se gli avversari che si apprestano ad affrontarlo sono più di uno mentre pone in essere questi accorgimenti dovrà velocemente trovare una soluzione per passare la palla.
2b) il ragazzo o il giocatore delle categorie inferiori non ha neanche questo margine di sicurezza ( anzi spesso compagni , spettatori e purtroppo anche qualche allenatore contribuiscono a mettergli ansia di non riuscire a mantenerla ) e questo lo spinge a buttare via palla.

Intervenire sul pensiero tattico individuale dei nostri allievi perché possa essere sempre più vicino a quello descritto al punto 2a e sempre meno vicino a quello descritto al punto 2b è proprio il nostro compito. Che i bambini partano quasi tutti dalla situazione 2b potete verificarlo voi stessi , molto semplicemente, come ho fatto oggi al primo allenamento con gli esordienti 1997 : consegnate le casacche e chiedete di svolgere un possesso palla con le mani senza alcuna regola ( fermo restando il divieto di sradicare la palla dalle mani degli avversari ) , ma fissando l'obiettivo per il punto ad un valore relativamente alto di passaggi.

Nessuna regola significa che si può correre con la palla quanto si vuole senza obbligo di rimbalzo , che non vi sono infrazioni di tempo , ecc ecc : se i ragazzi avessero un pensiero tattico evoluto ogni azione terminerebbe con il raggiungimento dell'obiettivo. La situazione , invece , è radicalmente diversa : già al 2° o al 3° passaggio c'è chi preferisce rischiare passaggi improbabili piuttosto che tenere palla in mano qualche secondo in più per attendere un passaggio più sicuro. Oggi c'era addirittura chi buttava palla alle proprie spalle senza guardare, tipo terno al lotto!

Dopo aver lasciato sbagliare i ragazzi per un po' ho fatto notare loro questi errori ( metodo globale/analitico/globale) : se prima l'obiettivo dei 10 passaggi non veniva quasi mai raggiunto , poi la maggior parte delle azioni terminava positivamente.

Questa aumentata consapevolezza va subito sfruttata per migliorare il possesso palla specifico che ci interessa , ovvero quello svolto coi piedi : prendiamo un pallone e scegliamo un ragazzo a caso, chiediamogli di toglierci la palla dai piedi. Mostrando il corretto uso del busto e del braccio opposto a quello con cui controlliamo la palla , non dovremmo avere difficoltà a tenerlo lontano : questa breve dimostrazione aiuta i ragazzi a comprendere che , con opportuni accorgimenti di protezione dell'attrezzo , possono avere un approccio al possesso palla simile a quello che avevano nell'esercizio precedente svolto con le mani , evitando cioè di buttare via la palla e proteggendola fino a che non si presenta l'opportunità di un passaggio utile.

Spero di non avervi tediato con tutte queste parole : ecco quindi la prima seduta sulla protezione della palla ed ecco la seconda seduta.

Sunday, August 31, 2008

Un decalogo per gli esordienti primo anno

Domani , 1° Settembre , inizierò il periodo preparatorio con gli esordienti 1997. Prossimamente pubblicherò la programmazione annuale e le sedute di allenamento , per ora metto online questo breve "decalogo" che ho stampato per consegnare domani ai ragazzi , nella speranza che possa essere utile ad altri istruttori di settore giovanile ( e non solo ):

1. Cerca di essere il più possibile presente agli allenamenti e agli altri impegni ufficiali e quando non riesci avverti tempestivamente : nel momento in cui decidi di venire a scuola calcio prendi un impegno verso i compagni e l’allenatore , che fanno affidamento sulla tua presenza; se ti assenti senza avvisare stai venendo meno alla fiducia che hanno riposto in te. Inoltre , come le lezioni a scuola anche gli allenamenti hanno una loro successione : se non sai fare le addizioni come puoi saper fare le moltiplicazioni?
2. Rispetta i compagni : il calcio è un gioco di squadra e insultare o rimproverare un compagno , oltre ad essere un segno di maleducazione , è un dispetto che fai alla squadra nella quale giochi , quindi a te stesso.
3. Rispetta l’allenatore : se non hai capito un esercizio hai il diritto/dovere di interrompere e chiedere spiegazioni. Non è invece un diritto interrompere un allenamento perché non ti piace un esercizio e/o il ruolo in campo che ti è stato assegnato e/o la composizione della squadra per la partitella ecc ecc : hai mai pensato a cosa succederebbe se tutti facessero altrettanto? Se proprio è una questione importante l’istruttore è a tua completa disposizione al termine dell’allenamento , negli spogliatoi.
4. Rispetta i genitori , i dirigenti , l’arbitro : pensa che se puoi venire al campo a giocare è anche perché tante persone così si impegnano gratuitamente nella vita della società.
5. Rispetta il materiale che la società ti mette a disposizione : l’allenamento non termina con la partitella , ma quando tutti hanno riposto correttamente il materiale utilizzato.
6. Rispetta gli avversari : la partita settimanale non è un campo di battaglia e gli avversari non sono i tuoi nemici. Sono lo strumento per capire se stai imparando quanto ti è stato insegnato in allenamento : e ricorda che si può imparare anche perdendo come si può non imparare vincendo.
7. Non abbatterti nell’insuccesso : ogni errore è una straordinaria opportunità di crescita , purché tu ne capisca le cause e ti impegni a migliorare. Volere è potere.
8. Non esaltarti nel successo : se vuoi diventare un bravo giocatore ( e non solo! ) non c’è peggior errore che tu possa compiere che sentirti talmente forte da non aver più bisogno di imparare/migliorare.
9. Organizzati con gli impegni e cerca di essere autonomo: cerca di prepararti da solo la borsa con tutto l’occorrente e di ricordarti da solo l’orario delle convocazioni; la scuola deve essere la tua prima priorità , ma non venire agli allenamenti perché devi terminare i compiti che ti sono stati assegnati una settimana fa non è una giustificazione accettabile; se non sei in grado di organizzarti adesso che frequenti la prima media come potrai farlo quando sarai al liceo? E all’università?
10. C’è un tempo per scherzare ed uno per impegnarsi : venire al campo deve essere un divertimento , ma non ci si diverte solo ridendo e scherzando; anche imparare e migliorare possono ( e devono ) essere fonti di divertimento. Ridere e scherzare quando dovresti imparare non è divertente , è solo un modo per buttare via il proprio tempo.

Settimana per settimana , chi dimostra di essere d’esempio ricordando e rispettando queste semplici regole sarà premiato con la fascia di capitano.

Chi volesse scaricare la versione pdf può cliccare qui.

Saturday, August 23, 2008

Le olimpiadi e la carta dei diritti del bambino nello sport

Le olimpiadi di Beijing 2008 si concluderanno domani e si iniziano già a tracciare i primi bilanci; il regime cinese le ricorderà sicuramente come un successo politico e un trionfo sportivo: le manifestazioni pro-Tibet si sono andate via via diradando, i giornalisti occidentali non hanno dato poi così tanto fastidio e il numero di medaglie d'oro è stato tale da doppiare quasi l'altra superpotenza , gli USA.

La strapotenza cinese in così tante discipline è quasi imbarazzante e non si può spiegare solo e soltanto con la popolazione numerosa : la Cina con un miliardo e 300 milioni di abitanti ha conquistato ad oggi 48 medaglie d'oro , 96 in totale; l'India con un miliardo e 100 milioni ha conquistato 3 medaglie , di cui una sola d'oro.

Il segreto ad un primo sguardo superficiale parrebbe essere lo stesso degli USA: il reclutamento capillare degli atleti attraverso il sistema scolastico. La similitudine però si ferma qui: se negli USA il fulcro del sistema sono i collège e il motore delle motivazioni è l'ambizione di ragazzotti oltre i 16 anni , in Cina i bambini più promettenti vengono praticamente sottratti alle famiglie in tenerissima età e di fatto internati in centri di eccellenza ( sportiva si intende ) dove sono sottoposti ad allenamenti massacranti e metodologie a dir poco discutibili.

Troppo presi dalla protesta pro-Tibet , pochissimi attivisti e giornalisti hanno concentrato la loro attenzione sull'infanzia violata dei giovani atleti: segnalo a proposito questo servizio fotogratico apparso sull'espresso




e questo video da Youtube:
A guardare il video c'è da mettersi proprio le mani nei capelli: alla faccia delle tante raccomandazioni che vengono date a noi allenatori di calcio di non ricorrere a esercizi con sovraccarico prima dei 14 anni.. evidentemente c'è a chi della salute e del corretto sviluppo dei giovani atleti non può fregar di meno!

Non sono solito parlare di politica in questo blog, ma una piccola parentesi me la voglio concedere: questo era uno dei temi che avrebbe potuto mettere in difficoltà il regime cinese , non certo la questione tibetana. Avrebbe da una parte sollevato la questione dei diritti umani ( ricordo che la carta dei diritti dei bambini nello sport è un documento approvato ufficialmente dall'ONU nel 1992 ) e dall'altra messo in discussione il valore delle vittorie cinesi: al netto della popolazione e delle metodologie di allenamento dei giovani atleti , le 27 medaglie dell'Italia o le 47 della Gran Bretagna ( italiani e britannici sono meno di un ventesimo dei cinesi ) avrebbero assunto tutt'altro valore al confronto con le 96 cinesi. Invece si è scelto di insistere sul Tibet ( come se quella fosse l'unica regione dove i diritti umani vengono violati ) , facendo scattare la leva del patriottismo e compattando di fatto parte della popolazione sulle posizioni del regime a discapito della dissidenza interna : eppure sarebbe bastato aprire un qualsiasi manuale di storia per capire che , dagli imperatori romani e G.W.Bush , un governante in difficoltà cerca di distogliere l'attenzione su questioni esterne e il Tibet , di fatto , per i cinesi è una questione esterna.

Mi sarebbe piaciuto se il giornalista di un qualsiasi TG avesse proposto un confronto fra le metodologie di allenamento in Italia e in Cina; e su questo tema penso che , una volta tanto , il movimento calcistico italiano sarebbe potuto essere d'esempio; si sarebbe potuto far sapere al grande pubblico , ad esempio , che :

1) nella nostra federazione il valore agonistico delle gare non comincia prima dei 13 anni
2) i provini sono vietati prima dei 12 anni
3) la carta dei diritti del bambino nello sport deve essere obbligatoriamente affissa in ogni scuola calcio
4) la prassi nelle stesse società professionistiche è di tenere i ragazzi il più possibile vicino alle famiglie: i possibili talenti vengono mantenuti in società satellite fino ai 12-13 anni e portati fuori regione solo dopo i 13-14. A tutti viene comunque assicurato il proseguimento degli studi.

Invece l'unica notizia che ha avuto risalto nei media italiani è stata la scelta ( infelice , per carità , ma pur sempre marginale ) dei calciatori italiani di viaggiare in prima classe quando tutti gli altri atleti viaggiavano in classe economica. Peccato , l'ennesima occasione persa per il nostro movimento.

Thursday, August 21, 2008

Perché si perde il possesso della palla (4° parte) : la ricezione e la lettura delle traiettorie.

Continuiamo la serie di post dedicati al miglioramento degli aspetti di tecnica applicata ( o tattica individuale ) che hanno una diretta conseguenza nel miglioramento del possesso palla ( tattica collettiva ) ed affrontiamo il tema della ricezione.

Gli errori di ricezione sono sostanzialmente di due tipi:
1) errori tattici : il giocatore orienta la palla nella direzione sbagliata o esegue una ricezione a seguire quando era opportuna una ricezione da fermo e viceversa; un video con l'esemplificazione di questo genere di errore lo si può trovare qui
2) errori tecnici: il giocatore ha deciso correttamente la ricezione più opportuna ma non è in grado di metterla in atto per carenze tecniche.

Di seguito propongo 3 sedute che ho inserito nel periodo preparatorio che andremo ad affrontare con gli esordienti 1° anno della S.S.D. Borghetto; le stesse sedute saranno riproposte ed ampliate nel mesociclo specifico dedicato alla ricezione:

1) seduta per la ricezione della palla da fermo ( stop )
2) seduta per la ricezione della palla a seguire da traiettoria radente
3) seduta per la ricezione della palla a seguira da traiettoria aerea

Nelle sedute si affronta implicitamente ed anche esplicitamente l'obiettivo di migliorare la lettura delle traiettorie : nella lista di 7 cause della perdita del possesso palla esposta in precedenza la lettura delle traiettorie era elencata subito dopo la ricezione , anche se i due aspetti sono duali e possono essere visti come due facce della stessa medaglia. In effetti all'errore tattico e a quello tecnico si potrebbe aggiungere una terza specie di errori di ricezione:

3) errori coordinativi: il giocatore saprebbe dove orientare la ricezione e avrebbe le capacità tecniche per ricevere la palla se si trovasse in traiettoria con la stessa , ma non vi si trova per lacune di anticipazione motoria e di timing.

Nelle sedute proposte si cerca di migliorare entrambe queste capacità : l'esercizio detto "palla rilanciata" ( che è presente in quasi tutti gli eserciziari per la scuola calcio, ma che per onor di copyright ho letto la prima volta nel libro di Stefano Bonaccorso - Calcio. Allenare il settore giovanile ) obbliga i ragazzi a valutare la traiettoria della palla e a farsi trovare nel punto di caduta pena l'assegnazione di un punto alla squadra avversaria se la palla tocca terra senza essere stata controllata.

Il timing viene invece allenato nel riscaldamento della seduta 1 e nelle successive esercitazioni tecniche, dove mi sono avvalso di un metronomo che a differenza di altri è gratuito e sempre disponibile : la forza di gravità! In particolare l'esercizio che alterna la ricezione ad un percorso andata-ritorno attorno a un conetto l'ho mutuato ( sempre per onor di copyright ) da un esercizio per la rapidità proposto nel libro di Weineck - l'allenamento ottimale del calciatore.

Un altro metronomo più difficile da reperire su un campo di calcio ma ugualmente efficace è la corda : ricordo che al corso di scuola calcio CONI-FIGC il Prof. Marziali ci propose un interessante esercizio in cui due allievi fanno girare una corda come nei giochi popolari e un terzo allievo lancia la palla e deve scegliere il tempo giusto per passare sotto la corda ed andare a riceverla dall'altra parte. Detto così sembra abbastanza facile , ma assicuro che metterebbe alla prova anche la capacità di timing di molti giocatori adulti.

Tuesday, August 19, 2008

Speed Ladder

In inglese si chiama speed ladder , traducibile letteralmente come scala della velocità , e negli USA sta impazzando per gli allenamenti di rapidità di ogni sport : dal soccer al basket al football americano. Del resto basta cercare speed ladder su Youtube per rendersene conto:






In realtà , per quanto riguarda la metodologia dell'allenamento , non si tratta di nulla di nuovo e gli stessi esercizi possono essere proposti sugli over bassi e poggiando a terra dei paletti. Ma volete mettere la praticità? Chi allena nelle categorie provinciali o fra i più piccoli lo può capire bene : mettiamo di voler proporre una gara di rapidità e coordinazione fra due squadre con questo genere di esercizi. Per piazzare una quindicina di paletti o over bassi a terra ci vogliono un paio di minuti e se si allena un gruppo un po' "vivace" in due minuti si può scatenare il finimondo! Con questo attrezzo invece.. tac , due secondi e si è già pronti.

Per questo mi sono deciso di acquistarne un paio o di farle acquistare alla mia società , ma non sono assolutamente riuscito a trovarne sui siti di catene sportive in italia. Si può trovare su e-bay e sul sito di nike.com , ma la provenienza sono quasi sempre gli USA con gli inevitabili disagi che questo comporta in termini di spese di spedizione e tempi di consegna : piuttosto che farle arrivare dall'america tanto vale costruirsele.

Per una volta , quindi , proporrei che il flusso usuale della comunicazione nel blog si inverta : qualcuno saprebbe dirmi chi commercializza la speed ladder in italia? Chi volesse darmi una mano può usare i soliti canali di feedback : i commenti , il forum o l'indirizzo e-mail indicato nel profilo.

Monday, August 4, 2008

Ancora una rivisitazione dei giochi popolari : rubabandiera e la protezione della palla

Presto sarà online la 4° puntata della serie di post sul possesso palla , dedicata alla protezione. Dovendo strutturare delle sedute di allenamento sulla protezione e difesa della palla per esordienti 1° anno , ero alla ricerca di alcuni giochi iniziali che fossero in tema con l'obiettivo. Qualcosa di analogo a quanto fatto per la guida della palla con il gioco un-due-tre-stella: ho così pensato a possibili adattamenti del gioco rubabandiera , in cui ovviamente c'è da riportare alla base non il fazzoletto ma la palla. A differenza del rubabandiera classico , in cui chi prende il fazzoletto perde il punto se viene toccato , qui il contatto fisico è parte integrante del concetto stesso di protezione della palla e va stimolato anziché scoraggiato : pertanto il difensore non dovrà limitarsi a toccare l'attaccante ma dovrà riconquistare o almeno intercettare la palla e l'attaccante non dovrà preoccuparsi di essere toccato dal difensore , ma anzi dovrà utilizzare al meglio il busto e le braccia per interporli fra palla e difensore.

Vediamo quindi alcuni possibili giochi iniziali , ordinati come al solito secondo gradi di difficoltà crescente secondo il principio della progressione didattica :

esercizio 1 : rubabandiera con definizione dei ruoli e senza chiamata della porticina. I ragazzi vengono divisi in due squadre , delle quali una attacca ( i blu , ad esempio ) ed una difende ( i rossi ). Alla chiamata del proprio numero, attaccante e difensore si porteranno dentro il quadrato dove è collocata la palla e l'attaccante tenterà di uscire da una delle porticine poste sui lati del quadrato. Le porticine possono essere due ( destra / sinistra ) o 3 ( destra / sinistra / dietro ).




esercizio 2 : rubabandiera con definizione dei ruoli e chiamata della porticina. La prima chiamata dell'istruttore indica quale coppia giocherà l'1c1 , la seconda chiamata indica all'attaccante la porticina dove uscire palla al piede proteggendo la palla.

esercizio 3 : rubabandiera senza definizione dei ruoli e senza chiamata della porticina. Alla chiamata dell'istruttore la coppia si porta dentro il quadrato , ma non è definito chi sia l'attaccante e chi il difensore. Il primo giocatore che tocca palla svolge il ruolo dell'attaccante e l'altro quello del difensore : il difensore non può toccare l'attaccante finché questi non ha toccato palla.

esercizio 4 : rubabandiera senza definizione dei ruoli e con chiamata della porticina. La prima chiamata indica la coppia di giocatori che deve effettuare l'1c1 ; la seconda chiamata indica entro quale porticina deve uscire l'attaccante , che anche in questo caso sarà il primo giocatore ad aver toccato palla.

Con opportune modifiche gli stessi esercizi possono diventare delle situazioni di gioco :

esercizi 1a,2a,3a,4a : come gli esercizi 1,2,3,4 con le porticine sostituite da porte difese da portieri. Le porte vanno posizionate sufficientemente lontane dalla posizione iniziale del pallone , perché l'attaccante deve trovarsi di fronte ad una ulteriore difficoltà : scegliere fino a quando guidare la palla perché sufficientemente protetta dal difensore e quando invece concludere a rete per non rischiare di perdere la palla e quindi assegnare un punto all'avversario ( trattandosi di un esercizio specifico per la protezione della palla si può vietare il dribbling ).