Tuesday, April 14, 2009

La presa di posizione - 2° puntata : 1c1 con attaccante fronte alla porta e 1c1 con attaccante spalle alla porta

La scorsa esercitazione sulla presa di posizione nell'1c1 è piaciuta ai ragazzi e quindi ho deciso di riproporla ogni tanto come forma di riscaldamento, introducendo però di volta in volta qualche variante.

Così come era stata pensata nel post precedente , però , si riduce ad una sola casistica e cioè la presa di posizione rispetto ad un avversario :
1) in possesso di palla
2) orientato fronte alla porta
3) senza compagni né avversari (1c1 puro).

Le prime volte che si propone l'esercizio , limitarsi ad un caso circostanziato non è un limite , anzi : permette di concentrarsi su una situazione specifica evitando , come già detto mille volte in questo blog , di proporre troppe nozioni tutte in una volta ( troppa informazione = nessuna informazione ). Una volta però che i ragazzi hanno ben compreso come si affronta in 1c1 un portatore di palla fronte alla porta , si può allargare l'orizzonte : eliminando il vincolo elencato al punto 2 si può ad esempio passare a considerare entrambi i casi in cui il portatore di palla sia fronte alla porta e spalle alla porta , insegnando ai ragazzi a riconoscere immediatamente le due situazioni e ad associare ad ognuna di esse un diverso comportamento tattico.

Il setting dell'esercitazione , a questo punto , non potrà più prevedere solamente la disposizione di un certo numero di palloni nella metà campo , perché i ragazzi dovranno essere in grado di distinguere fra il caso del portatore fronte alla porta e quello del portatore spalle alla porta.

Una possibile soluzione ( da adottare ad esempio se il numero di ragazzi a disposizione è limitato ) potrebbe essere quella di posizionare dei conetti a rappresentare l'avversario : la palla pochi centimetri avanti il conetto rappresenta un avversario fronte alla porta , la palla pochi centimetri dietro il conetto significa l'avversario spalle alla porta.

Su come affrontare un attaccante frontalmente si è già detto nello scorso post , in questa esercitazione dobbiamo riuscire a trasmettere ai ragazzi l'importanza di dare una pressione molto più ravvicinata in caso di portatore spalle alla porta , per impedirgli di voltarsi ed obbligarlo a far ricominciare l'azione. In pochissimi istanti dovranno essere in grado di effettuare l'associazione : portatore frontale = disposizione a distanza di sicurezza in posizione di guardia , portatore di spalle = immediatamente a contatto per impedirgli di voltarsi.

Se questo portarsi immediatamente a contatto significhi un effettivo contatto petto-dorso ( il buon vecchio "attaccati e allarga le braccia" che ci ricordavano i nostri allenatori ) o invece porsi in posizione di guardia ad una distanza molto ravvicinata ( la distanza di un braccio, diceva Beppe Bergomi in un interessantissimo articolo sul nuovo calcio ) è una questione da affrontare successivamente : quando saranno adulti sarà certamente preferibile questa seconda soluzione , perché affronteranno attaccanti smaliziati che sfrutteranno l'appoggio per fare perno e voltarsi verso la porta ( che era proprio l'obiezione portata da Bergomi in quell'articolo ) . Come prima proposta nelle categorie inferiori ( ricordo che stiamo parlando di esordienti 1° anno ) io propenderei invece per il contatto petto-dorso , perché quello che mi preme sottolineare è che un portatore di spalle va affrontato molto più da vicino di un portatore frontale. Una volta appreso questo concetto fondamentale ( che non è così scontato neanche nelle prime squadre , dato che ancora capita di assistere a giocatori adulti che si dimenticano di "accorciare" sull'avversario spalle alla porta permettendogli di voltarsi agevolmente ) potremo pian piano insegnare loro come non dare l'appoggio all'attaccante "smaliziato".

Tornando all'esercizio in questione , se si dispone di un sufficiente numero di allievi si possono anche dividere i ragazzi in due gruppi : quelli di un gruppo svolgeranno i ruoli di "attaccanti" e quelli del gruppo restante saranno i "difensori" che dovranno allenarsi sulla presa di posizione. Ho messo le virgolette perché i ruoli nell'esercizio non hanno necessariamente correlazione con i ruoli in campo e dopo un certo numero di esecuzioni i due gruppi si invertiranno : anche un attaccante , infatti , può trovarsi in partita ad affrontare un portatore di palla frontale o di spalle e deve sapere come farlo.

Se si ha un sufficiente numero di ragazzi a disposizione , questa seconda soluzione è certamente da preferire , per due buone ragioni :

1) per questioni logistiche : si evita di perdere tempo a posizionare i conetti e dividendo i ragazzi in due squadre con due colori della casacca si può ad esempio far seguire o precedere l'esercizio da un normale possesso palla. Oppure si può organizzare l'esercizio in modo che prima tutti i giocatori eseguano una guida della palla secondo varie modalità ( interno , esterno , pianta del piede , figura A ) poi , al fischio dell'istruttore , gli "attaccanti" si arrestano mantenendo l'orientamento che hanno maturato ( fronte o spalle alla porta ) , mentre i difensori abbandonano la palla correndo a posizionarsi sulla traiettoria attaccante-palla secondo le modalità suddette ( figura B ).


figura A


figura B

2) per questioni di specificità : attaccare un avversario in carne ed ossa è molto più simile al contesto di gara che non attaccare un conetto. L'importanza della memoria visiva , tattile e cinestetica nell'apprendimento infatti non è da trascurare : senza scomodare i neuroni specchio ( sui quali comunque consiglio la lettura del libro di Riccardo Capanna Allenare Oggi : Le quattro regole d'oro ) è intuitivo comprendere che una esperienza motoriamente vissuta e ripetuta si ricorda meglio e si associa più facilmente in gara alla situazione di gioco contingente , piuttosto che una spiegazione astratta. Inoltre sostituendo i conetti con degli attaccanti veri si ha il notevole vantaggio che l'esercio statico sulla presa di posizione si tramuti immediatamente in un esercizio dinamico , cioè un vero e proprio 1c1 : alla chiamata nominale dell'istruttore ciascuna coppia inizierà ad affrontarsi con il vincolo per l'attaccante di concludere entro un tempo prestabilito. Ecco che l'esercizio allena anche i tempi di reazione e la velocità di ragionamento ( psicocinetica ).